Sanzioni antiriciclaggio: aumentano i controlli della Guardia di Finanza

Negli ultimi mesi, un fatto è balzato agli onori delle cronache ed ha fatto comprendere come le Istituzioni, nella fattispecie la Guardia di Finanza, abbia innalzato ulteriormente la soglia d’attenzione (già alta) per quanto concerne il pieno rispetto della normativa antiriciclaggio. Nella provincia di Livorno, due commercialisti e un consulente del lavoro sono stati pesantemente sanzionati dalle Fiamme Gialle, con una pena pecuniaria complessiva particolarmente onerosa: €.80.000,00.

Le motivazioni per le quali i tre professionisti hanno subito sanzioni antiriciclaggio così elevate, fa ben comprendere come commercialisti e consulenti del lavoro debbano curare e monitorare, in ogni minimo dettaglio, qualsiasi tipologia di rapporto venga instaurata con i propri clienti, effettuando in modo particolare tutte le necessarie opportune verifiche. Il processo verbale di contestazione redatto dalle Fiamme Gialle, infatti, ha imputato loro la colpa di non aver adempiuto a quanto previsto dagli artt. 56,57 e 58 presenti nel d.lgs. 231/2007 e successive modifiche ed integrazioni, che sanzionano i precetti fondamentali previsti dalla normativa antiriciclaggio italiana.

Le inadempienze in materia di antiriciclaggio possono arrivare fino ad € 300.000,00

Scendendo maggiormente nel dettaglio, gli artt. 56 e 57 disciplinano gli obblighi di adeguata verifica e conservazione ai quali devono attenersi i professionisti, onde evitare di incorrere in pesanti sanzioni antiriciclaggio. Il d.lgs. 231/2007 ne prevede due distinte: base, che implica una sanzione pecuniaria fissa pari a €.2.000,00; qualificata, il cui importo varia da €. 2.500,00 a €.50.000,00. La differenza tra le due è dovuta al presunto protrarsi del mancato rispetto della normativa vigente, che può essere definito “grave”, “plurimo” o “sistematico”.

I termini di prescrizione, tuttavia, sono differenti: l’art. 56 (obblighi di adeguata verifica) prevede che la prescrizione sia invocabile dopo cinque anni dall’accadimento, ai sensi della L.689/81, mentre per quanto concerne le fattispecie di rilievi previsti dall’art 57 (Obblighi di conservazione) i termini di prescrizione sono ben più lunghi ossia dieci anni, come previsto dal d.lgs.231/2007, che è norma specifica. Certamente più rilevanti, invece, sono le ricadute qualora si presuma che il professionista abbia violato l’art.58 (operazioni sospette) che prevede sanzioni antiriciclaggio ben più pesanti dal punto di vista economico; infatti, se la sanzione antiriciclaggio minima è pari ad €. 3.000,00, le violazioni qualificate variano da un minimo di €. 30.000,00 fino ad €. 300.000,00. Va da sé, di conseguenza, che il mancato rispetto di quanto previsto dall’art. 58, ovvero la mancata segnalazione di operazioni sospette, potrebbe rivelarsi particolarmente gravosa per il professionista, mettendo a repentaglio, in talune circostanze, anche le fondamenta economiche della propria attività o, in talune circostanze, quelle personali.

Sanzioni antiriciclaggio: il ruolo fondamentale dell’avvocato difensore

La valutazione della sanzione da parte del Mef ha piena validità, nonostante possa apparire ingiusta, infatti, qualora in decreto dirigenziale che la irroga non venisse impugnato dal soggetto sanzionato avanti al Tribunale della capitale entro 30 giorni dalla notifica, l’ingiunzione di pagamento assumerebbe carattere definitivo condannando il professionista al pagamento.

Con un ricorso puntuale e dettagliato, qualora ne sussistessero le motivazioni, il Giudice adito potrebbe ridurre la sanzione irrogata dal Ministero o, come già accaduto in alcuni casi, addirittura annullarla. Sarà l’autorità giudiziaria a confermare, eventualmente, le sanzioni antiriciclaggio imposte dal MEF. Ma in più di un caso, la somma pecuniaria è stata ridotta o annullata, dando modo al professionista di poter dimostrare come l’inadempienza compiuta fosse lieve o anche inesistente.

Nel malaugurato caso di incappare in contestazioni circa le violazioni della normativa antiriciclaggio, è consigliabile rivolgersi ad un avvocato che possa assistere il cliente in modo rapido e senza indugiare, in quanto i tempi per la presentazione delle memorie prima e, in seguito, del ricorso, sono estremamente ridotti (trenta giorni). Non è consigliabile affidarsi a “imprese commerciali” che erogano anche tali servizi, in quanto la materia presenta notevoli risvolti che solo un avvocato può comprendere appieno e non solo “tecnicismi” cui sono preparati colori che commercializzano le soluzioni per adempiere, sicuramente in modo corretto, a quanto previsto dalla legge. Sul sito avvocato antiriciclaggio, ad esempio, è possibile reperire un’esaustiva informazione di tutti gli aspetti fin qui menzionati, trovando supporto concreto nel caso in cui vi troviate, vostro malgrado, ad affrontare una sanzione antiriciclaggio comminata dal MEF.

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