PISA – L’asilo nido di Peccioli festeggia 40 anni: la scelta coraggiosa di un paese che diventò comunità
Nella cattedrale di St Paul Carlo d’Inghilterra e Lady Diana si sposano. I medici, intanto, inizia a dare un nome al male oscuro che, negli anni successivi, dilagherà come una pandemia e farà più di 32 milioni di morti: l’Aids. L’Italia intera, intanto, piange la tragica morte a Vermicino di Alfredino Rampi. Mentre un incidente stradale, pochi giorni prima, priva il la musica del genio di Rino Gaetano. In quel 1981, poi, in un garage di Los Angeles iniziano a suonare insieme un gruppo di ragazzi. Decideranno di chiamarsi Metallica.
Il mondo gira e si trasforma velocemente. Anche nella piccola comunità di Peccioli, però, sta cambiando radicalmente il tessuto sociale ed economico. Da un Comune dove prima della guerra quasi tutti i cittadini lavoravano la terra, in particolare nella zona delle Serre, sono ancora fiorenti le attività artigianali nate subito dopo la fine del conflitto. Ci sono case da ricostruire e, ovviamente, anche da arredare. Gli uomini lavorano il legno in falegnamerie o piccoli mobilifici, quasi tutti a gestione familiare. Altri sono già pendolari alla Piaggio di Pontedera. Sono molte le donne che lavorano fuori casa, impegnate nel settore tessile a calzaturiero.
E la giunta PCI/PSI guidata dal sindaco Loredano Bigazzi pensa di fare qualcosa che, almeno in piccoli borghi come quello pecciolese, è quasi utopia. Aprire un nido comunale che sia di supporto alle famiglie, in particolare a quelle dove ci sono donne lavoratrici.
Avrà un ruolo chiave anche un giovane assessore che si chiama Renzo Macelloni. In un contesto politico di generale diffidenza, se non di chiara ostilità e senza che vi fosse una domanda esplicita da parte della comunità, l’attuale sindaco di Peccioli si prende le sue responsabilità e lavora con la giunta Bigazzi per aprire il nido. In una struttura finita di costruire tre anni prima da Luigi Arzilli, sindaco socialista che con l’assessore Ettore Guiggi iniziò a essere vicino alle esigenze sociali dei suoi cittadini.
Le critiche per il nascente nido, però, arrivano da vari fronti e si concentrato sui costi sproporzionati di gestione del servizio e sul presunto danno che provocherebbe al primato educativo della famiglia.
In molti vedono il nido come “parcheggio d’infanzia”, mero servizio assistenzialistico a sostegno della donna lavoratrice. Il 7 novembre 1981, però, c’è il taglio del nastro della struttura, ben diversa da quella di oggi. Si iscrivono appena 8 bambini, anche se presto il loro numero crescerà. E, grazie anche alla professionalità di tutto il personale, dalle educatrici alle cuoche (tutte donne), lo scetticismo e le ostilità in breve vengono spazzate via.
Oggi, esattamente 40 anni più tardi da quel taglio del nastro, il nido “Staccia Buratta” conta 65 bambini iscritti. Molti di questi sono figli di pecciolesi che, a loro volta, sono stati piccoli alunni di questo importante centro educativo. Che si è evoluto, arricchito e ora è uno di quelli considerati, non solo nella Valdera ma in tutta la Toscana, all’avanguardia. E il Comune di Peccioli, per tutto il mese di novembre, dedicherà a questa ricorrenza così importante una serie di iniziative che culmineranno, nel 2022, con un evento speciale dedicato proprio a questo lungo e importante percorso.