Intervista a Lorenzo Marzano sul progetto “Riflessi di Santa Rosalia: Tra Sacro e Profano”
Negli ultimi tre anni, Lorenzo Marzano ha avuto l’opportunità di immergersi più volte nelle strade vibranti e nell’anima affascinante di Palermo.
La città, intrisa di storia millenaria e di una cultura ricca e sfaccettata, ha catturato il suo cuore in modo irrimediabile. Oltre agli scorci pittoreschi e ai vicoli suggestivi, è stato il legame profondo della città e delle persone con Santa Rosalia, la Santa protettrice di Palermo, a suscitare nel fotografo pratese un desiderio irresistibile di esplorare e celebrare questa connessione unica.
Da tutto questo è nato il progetto fotografico che ho intitolato “Riflessi di Santa Rosalia: Tra Sacro e Profano”. L’intento era quello di reinterpretare l’iconica figura della Santa in una chiave contemporanea ed originale, cercando di catturare non solo l’immagine tradizionale, ma anche reinterpretandola in chiave fotografica, cercando di portare la sacralità di Santa Rosalia in un contesto contemporaneo. La ricerca di un dialogo visivo tra passato e presente è diventata il filo conduttore di questo percorso artistico.
Il progetto, culminato in una serie di immagini iconografiche reinterpretate in chiave contemporanea, trova ora una nuova dimensione attraverso la decisione di donare due di queste opere come gesto simbolico di gratitudine nei confronti di Palermo e dei suoi abitanti.
Una di esse sarà ospitata presso Palazzo Ziino, la prestigiosa sede dell’Assessorato alla Cultura di Palermo. La scelta di questo luogo è simbolica, poiché Palazzo Ziino rappresenta il cuore pulsante della cultura palermitana e l’opera donata sarà un contributo tangibile al dialogo artistico che si svolge all’interno di questo importante contesto culturale. L’altra opera avrà la sua dimora nel santuario di Santa Rosalia sul Monte Pellegrino, come segno di omaggio alla Santa nel luogo sacro che incarna la sua presenza protettrice. Entrambe le opere resteranno in esposizione permanente.
Come descriveresti l’emozione di donare le tue opere alla città di Palermo e al santuario di Santa Rosalia?
La decisione di donare queste opere è un atto di profonda gratitudine e di connessione con la comunità di Palermo. È un’emozione indescrivibile sapere che le mie creazioni avranno una casa permanente, contribuendo alla cultura della città e al santuario che incarna la devozione a Santa Rosalia. Spero che queste opere siano viste come un gesto di affetto e di partecipazione alla straordinaria storia e spiritualità di Palermo.
Come hai sviluppato la tua ricerca storica e interiore per reinterpretare in modo contemporaneo l’iconografia di Santa Rosalia?
La mia ricerca è stata un mix di studio storico approfondito e riflessione interiore. Ho esaminato le rappresentazioni iconografiche della Santa nel corso dei secoli, cercando di cogliere l’essenza della sua figura. Ma più che un semplice atto di ricerca, è stato un viaggio dentro di me per comprendere come potessi reinterpretare in modo autentico e contemporaneo questa iconografia, rispettando al contempo la ricca storia di Palermo e della Santa.
Qual è il messaggio che speri che le tue opere trasmettano alla città e al santuario di Santa Rosalia?
Questo progetto è un viaggio di scoperta artistica e personale, un modo per esplorare le radici culturali di Palermo e per celebrare la sua connessione speciale con Santa Rosalia. Con queste opere, spero di offrire una prospettiva contemporanea sulla figura di Santa Rosalia, unendo il passato al presente. La scelta di Palazzo Ziino come sede permanente rappresenta un contributo al patrimonio culturale di Palermo mentre la presenza nel santuario è un atto di devozione e gratitudine verso la Santa. Mi auguro che le opere possano diventare parte integrante della vita della città e del santuario, ispirando riflessioni continue sul legame unico tra il sacro e il profano, tra la tradizione e l’innovazione. Spero che le opere possano continuare a ispirare e riflettere il legame eterno tra il sacro e il profano che caratterizza questa affascinante città.
Quali sono stati i principali ostacoli che hai incontrato durante la ricerca storica e l’elaborazione di questo progetto, e come li hai superati?
Affrontare la sfida di reinterpretare un’iconografia così radicata ha richiesto un equilibrio delicato tra rispetto per la tradizione e l’innovazione creativa. La ricerca storica mi ha guidato attraverso secoli di rappresentazioni ma è stata l’elaborazione personale a fornire la chiave per una reinterpretazione autentica. È stato un processo di sfida e di scoperta, ma il desiderio di rendere giustizia a Santa Rosalia e alla città di Palermo ha guidato ogni passo.
Qual è il ruolo della fotografia nel catturare l’essenza di Santa Rosalia e come hai cercato di rendere tangibile questo legame attraverso le tue opere?
La fotografia, nel suo potere di catturare un istante, ha il compito di congelare non solo l’immagine visibile ma anche l’emozione e l’essenza del soggetto. Nel caso di Santa Rosalia ho cercato di andare oltre l’aspetto fisico, catturando la spiritualità e la connessione con la città. La scelta di inquadrature, luci e colori è stata mirata a trasmettere il senso di sacralità e contemporaneità che caratterizza il mio approccio artistico.
Come ti aspetti che la tua interpretazione contemporanea di Santa Rosalia possa influenzare la percezione della comunità palermitana e dei visitatori della città? Spero che le opere possano stimolare una riflessione sulla continuità della presenza di Santa Rosalia nella vita di Palermo. La contemporaneità delle immagini è intenzionale, mirando a mostrare che la spiritualità e la devozione non sono confinate al passato ma sono un elemento vivo e presente nella città oggi. La mia speranza è che queste opere siano un punto di connessione tra le generazioni e che contribuiscano a mantenere viva la ricca tradizione legata a Santa Rosalia.