Firenze, Anish Kapoor a Palazzo Strozzi: una mostra oltre il confine della materia
Dal 7 ottobre 2023 al 4 febbraio 2024 a cura di Arturo Galansino
Dal 7 ottobre 2023 al 4 febbraio 2024, Fondazione Palazzo Strozzi presenta Anish Kapoor. Untrue Unreal, una grande mostra ideata e realizzata insieme al celebre maestro che ha rivoluzionato l’idea di scultura nell’arte contemporanea. A cura di Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi, la mostra propone un percorso tra monumentali installazioni, ambienti intimi e forme conturbanti, creando un originale e coinvolgente dialogo tra l’arte di Anish Kapoor, l’architettura e il pubblico di Palazzo Strozzi.
Attraverso opere storiche e recenti, tra cui una nuova produzione specificatamente ideata in dialogo con l’architettura del cortile rinascimentale, la mostra rappresenta l’opportunità di entrare in contatto diretto con l’arte di Kapoor nella sua versatilità, discordanza, entropia ed effimerità. Al centro del cortile Void Pavillion VII (Il padiglione del vuoto VII, 2023), nuova opera di Anish Kapoor per Palazzo Strozzi in un contrasto tra la razionale struttura geometrica e l’elegante armonia dell’edificio rinascimentale.
Ad accogliere il visitatore all’ingresso della mostra è la maestosa opera di cera rossa Svayambhu (2007), che in sanscrito definisce ciò che si genera autonomamente. Il lavoro suscita una prima riflessione dialettica tra vuoto e materia in cui un monumentale blocco si muove lentamente tra due sale di Palazzo Strozzi, plasmando la sua materia informe nel rapporto con l’architettura signorile che attraversa.
“Anish Kapoor ha lavorato a Palazzo Strozzi realizzando un progetto espositivo totalmente nuovo”, dichiara Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore della mostra. “Sulla scia della nostra serie di esposizioni dedicate ai maggiori protagonisti dell’arte contemporanea, Kapoor si è confrontato con l’architettura rinascimentale. Il risultato è totalmente originale, quasi una sorta di contrapposizione dialettica, dove simmetria, armonia e rigore sono messi in discussione e i confini tra materiale e immateriale si dissolvono. Nelle geometrie razionali di Palazzo Strozzi, Kapoor ci invita a perdere e ritrovare noi stessi interrogandoci su ciò che è untrue o unreal”.
Nell’arte di Anish Kapoor, l’irreale (unreal) si mescola con l’inverosimile (untrue), trasformando o negando la comune percezione della realtà grazie alla caratteristica distintiva della sua arte, attraverso opere che trascendono la loro materialità. Pigmento, pietra, acciaio, cera e silicone, per citare solo alcuni dei materiali con cui lavora, vengono manipolati, scolpiti, levigati, saturati e trattati mettendo in discussione il confine tra plasticità e immaterialità. Il colore in Kapoor non è semplicemente materia e tonalità, ma diventa un fenomeno immersivo, dotato di un proprio volume, spaziale e illusorio allo stesso tempo.
Le opere di Anish Kapoor uniscono spazi vuoti e pieni, superfici assorbenti e riflettenti, forme geometriche e biomorfe. Rifuggendo categorizzazioni e distinguendosi per un linguaggio visivo unico che unisce pittura, scultura e forme architettoniche, Kapoor indaga lo spazio e il tempo, il dentro e il fuori, invitandoci ad esplorare i limiti della nostra percezione e a interrogarci, aprendo le porte alla dimensione dell’impossibile
Dov’è lo spazio reale dell’oggetto? È quello che si sta guardando o è lo spazio al di là di quello che si sta guardando?
Anish Kapoor
Tra le installazioni esposte a Palazzo Strozzi l’interessante opera Non-Object Black (Non-oggetto nero, 2015) in cui Kapoor sfrutta il Vantablack, materiale altamente innovativo capace di assorbire più del 99,9% della luce visibile per mettere in discussione l’idea stessa di oggetto fisico e tangibile, presentandoci forme che si dissolvono al passaggio dello sguardo. Questa forte esperienza del non-oggetto continua attraverso le forme concave monocrome che caratterizzano l’opera Gathering Clouds (Nuvole che si addensano, 2014), lavoro di grande impatto in cui l’artista spinge a riflettere sulla nozione stessa dell’essere, proponendo una riflessione non solo sull’oggettualità ma sull’immaterialità che permea il nostro mondo.
La profonda connotazione psicologica dell’opera ci accompagna attraverso tutto il percorso espositivo offrendo ad ogni sguardo una varietà di stimoli ed emozioni al fine ineludibile di ripensare il modo in cui si vive la “realtà”. Così, in un mondo in cui tutto pare sempre più sfuggente e manipolabile, Anish Kapoor ci invita a cercare la verità oltre le apparenze esplorando il territorio dell’inverosimile e dell’irreale.