Crescita, green economy e sostenibilità: le sfide per un’Italia diversa
Concluso il primo Festival Nazionale dell’Economia Civile di Firenze
Con l’intervento del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dei ministri Giovanni Tria e Sergio Costa, si è concluso il primo Festival Nazionale dell’Economia Civile, svoltosi nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze dal 29 al 31 marzo.
Il premier Giuseppe Conte ha ribadito che «in questi mesi di governo ho lavorato molto a singoli provvedimenti per realizzare importanti riforme. Ma forse le maggiori energie fisiche e mentali – ha continuato il Presidente del Consiglio – le ho spese per il perseguimento di un obiettivo fondamentale: ricostruire la fiducia tra le persone, tra i cittadini e le istituzioni».
Secondo il responsabile dell’Economia Giovanni Tria «la parte più produttiva dell’Italia è ferma. In questo momento c’è un rallentamento della crescita in Europa, perché si è fermato il motore, la Germania, e conseguentemente si è fermata anche la parte più produttiva dell’Italia, quella del manifatturiero che esporta. Il problema è che l’Italia da dieci anni cresce un punto percentuale in meno del resto d’Europa, significa – ha concluso Tria – che la nostra economia è allo ‘zero’ mentre la Germania riesce a rimanere allo 0,7-0,8 per cento». Rispondendo al documento presentato dagli organizzatori del Festival, il ministro dell’Economia ha affermato che «serve una crescita equilibrata. L’impatto di una crescita squilibrata ha conseguenze anche sociali». Parlando dei conti pubblici, ha poi aggiunto: «non c’è stabilità finanziaria senza stabilità sociale».
Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, intervenuto in mattinata, ha ricordato che l’Italia è il paese «con la tecnologia migliore per la ‘green economy’ e Confindustria certifica che l’84% delle aziende italiane è disposta a spendere in ‘green economy’, ed il 25% già ci spende».
«Sulla gestione della raccolta dei rifiuti – ha aggiunto Costa – sappiamo che l’Italia ha una media del 55%, l’Europa ci chiede almeno di essere al 65% ed abbiamo alcune realtà come per esempio Catania e Palermo che sono intorno al 10-15%, ed alcune realtà che sono ben oltre l’80%, in particolare in alcune città del Nord».