SANITÀ – Lazzeri (Più Toscana): ‘Braccialetto identificativo? Scoperta acqua calda’

FIRENZE – «Il braccialetto identificativo? L’assessore Marroni ha scoperto l’acqua calda, nel 2006 infatti la Regione Toscana ha sperimentato con successo la misura in 5 Asl e 2 Aziende Ospedaliere Universitarie sventando 220 casi di errata identificazione di cui 30 durante trasfusioni di sangue. Ci chiediamo perché fino a oggi questo strumento fosse stato escluso dai protocolli regionali di sicurezza». È la dichiarazione del consigliere regionale di Più Toscana e membro della IV commissione Sanità, Gian Luca Lazzeri, che fa il punto sulle misure annunciate per favorire l’identificazione dei pazienti in corsia dopo il drammatico caso di trasfusione errata verificatosi nell’Asl 9 di Grosseto.

«Nel 2006 – sottolinea – le Asl di Firenze, Siena, Empoli, Grosseto, Arezzo e gli ospedali di Careggi e le Scotte in collaborazione con il Centro regionale toscano per la Gestione del Rischio clinico distribuirono nei loro reparti 68.120 braccialetti identificativi durante tre mesi di sperimentazione. I risultati furono positivi: gli strumenti di rilevazione regionale registrarono 62 casi di errori sventati durante il trasferimento, 50 durante la somministrazione farmaci, 24 durante le procedure chirurgiche e 30 durante le trasfusioni, cioè il 33% del totale di errori che spesso possono risultare fatali.

La domanda che sorge spontanea – prosegue – è come mai dopo un simile risultato l’adozione del braccialetto sia stata lasciata al libero arbitrio delle singole aziende sanitarie e non istituzionalizzata da una delibera della Giunta regionale. Soprattutto vista l’estrema semplicità, economia della soluzione sperimentata ormai 7 anni fa che prevedeva la stampa su un bracciale di polipropilene bianco informazioni semplici a partire da nome, cognome e codice fiscale a tutela soprattutto della medicina emotrasfusionale dove il 67% degli errori è spesso legato alla trasfusione di emocomponenti sbagliati. Nonostante questo il sistema sanitario regionale non colse l’occasione per istituzionalizzare questa misura che rientra in questi giorni dalla finestra. Ci occuperemo di monitorare la situazione delle singole aziende sanitarie per verificare dove l’esperienza del braccialetto sia proseguita anche dopo il termine della sperimentazione e in quali invece sia stata adottata ex novo».

I numeri della sperimentazione – 2006

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 fonte: Ufficio Stampa gruppo consiliare Più Toscana

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