Prestazioni sanitarie, cresce l’offerta pubblica in Toscana

Cresce il volume degli interventi chirurgici nei primi sei mesi del 2023. A rivelarlo sono i dati di monitoraggio interno della Regione Toscana che registrano un aumento dell’11 per cento su quelli in elezione che,  in numeri, corrispondono a circa 10mila in più. Anche la specialistica ambulatoriale fa registrare incrementi importanti: sono oltre  535mila le prestazioni erogate in più rispetto al primo semestre del 2022. In particolare le visite specialistiche crescono dell’8 per cento (251mila in più), la diagnostica per immagini (Tac, risonanze magnetiche, eco e radiografie) cresce del 7 per cento – ovvero 137mila prestazioni in più – così come la diagnostica strumentale (endoscopia, oculistica, procedure cardiologiche) che ha conosciuto un incremento dell’8,4 per cento pari ad aumento di 85mila prestazioni.

“Nell’ultimo anno – commentano il presidente della Toscana Eugenio Giani e l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini – abbiamo fatto un importante lavoro sulle liste d’attesa, mettendo in campo tutti gli strumenti possibili a nostra disposizione per riuscire a soddisfare il bisogno di cure della cittadinanza”.

“Intendiamo garantire un adeguato accesso dei cittadini a diagnosi e cure, sopratuttto per chi ha un urgente e reale bisogno – sottolinea il presidente Giani – Le delibere assunte negli ultimi mesi, dall’istituzioni di manager per governare le liste di attesa a nuovi modalità nel gestirle, vanno tutte nella medesima direzione: un lavoro portato avanti quotidianamente insieme alla Direzione alla sanità, le aziende e i professionisti, per riorientare il sistema e dare risposte alla criticità emerse negli ultimi anni”.

“Siamo consapevoli – continua l’assessore – che questo sforzo enorme fatto sul lato dell’offerta, possibile grazie allo straordinario lavoro dei professionisti del nostro sistema sanitario e confermato anche dal segno “più” davanti a questi numeri, non è sufficiente a ridurre le liste d’attesa e  per questo dobbiamo intervenire anche sulla domanda, aprendo un ragionamento sull’appropriatezza delle prescrizioni”.  “Su questo tema in Toscana – conclude e spiega Bezzini   –  abbiamo approvato una delibera per contenere l’aumento della richiesta delle prestazioni, che individua nuovi indirizzi per la prescrizione e la gestione delle agende. Senza però delle linee guida nazionali è impossibile arrivare ad un vero equilibrio tra domanda ed offerta.”

Riguardo al rispetto dei tempi di attesa per gli interventi chirurgici, Agenas ha recentemente pubblicato anche il report relativo all’anno 2022, dal quale emergono tra i vari dati elementi significativi del lavoro che la Regione Toscana sta portando avanti. In particolare il 92,39 per cento degli interventi al colon retto si è svolto nel rispetto dei tempi di attesa di trenta giorni (la media nazionale è il 77,69) con un incremento percentuale rispetto al 2021 del 3,68 per cento. Ugualmente è accaduto per il 90,35 per cento degli interventi per il tumore all’utero (media nazionale 77,36 per cento) e per il tumore alla mammella, che in Toscana nell’88,30% dei casi registra un intervento entro trenta giorni (la media nazionale è il 74,74 per cento). Il dato è rilevante anche per il trattamento del melanoma: in Toscana nel 92,75 per cento dei casi si interviene entro trenta giorni (media italiana 76,55). È  così anche per il tumore alla tiroide, per il quale la Toscana rappresenta un punto di riferimento a livello nazionale trattando pazienti da tutta Italia, con  l’89,04% degli interventi effettuati entro trenta giorni (media italiana 68,06%). Tempi d’attesa maggiori, ma comunque sopra alla media nazionale, si registrano per il tumore alla prostata pari al 57% contro una media nazionale del 50,26%. Tuttavia, per questo specifico intervento, va sottolineato il differente utilizzo delle classi di priorità impiegate al momento dell’inserimento in lista di attesa nelle diverse regioni: in Toscana la classe A, per la quale è richiesta la garanzia di intervento entro trenta giorni, è utilizzata nel 65,58 per cento degli inserimenti in lista a fronte di una media nazionale 58,46, a conferma che i pazienti toscani hanno maggiore garanzia di effettuare l’intervento chirurgico in tempi congrui rispetto ad altre regioni.

 

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