AMBIENTE – Ri-Party-Amo: oltre mille volontari per pulire circa 1 milione di metri quadri di spiagge

Ogni anno vengono scaricate nel Mediterraneo circa 230 mila tonnellate di rifiuti di plastica

Una giornata all’insegna del volontariato impegnato nel rendere l’Italia più bella e libera dai rifiuti. Dal nord al sud della penisola, oltre mille volontari si sono riuniti oggi (domenica 18 settembre) in 5 diversi appuntamenti per dare il via alla prima grande azione di Ri-Party-Amo, il progetto nazionale ambientale concreto e ambizioso nato dalla collaborazione tra WWF Italia, Intesa Sanpaolo e Jova Beach Party.

Declinato in tre macroaree di intervento dedicate alla pulizia delle spiagge, a progetti di ripristino naturale e ad attività di educazione, Ri-Party-Amo ha l’obiettivo di rendere i giovani, scuole, famiglie, aziende e intere comunità protagonisti della salvaguardia e del restauro della natura d’Italia. Nel concreto, il progetto prevede la pulizia di 20 milioni di metri quadri spiagge, laghi, fiumi e fondali; la realizzazione di 8 macro-azioni di ripristino degli habitat; l’organizzazione di 8 incontri nelle università italiane con workshop on field e un progetto didattico dedicato alle scuole primarie e secondarie, iniziative capaci di coinvolgere circa 100.ooo studenti.

La realizzazione di Ri-Party-Amo è possibile grazie alla grande campagna di raccolta fondi attiva su For Funding, la piattaforma di crowdfunding di Intesa Sanpaolo (ForFunding.it/Ripartyamo), con cui sono stati donati ad oggi più di 3 milioni di euro.

Tra tutti coloro che avranno contribuito alla raccolta, 4.000 persone avranno la possibilità di partecipare a due esclusivi concerti che Jovanotti terrà all’Atlantico di Roma e all’Alcatraz di Milano, il 12 e il 14 novembre.

LE PULIZIE DI SPIAGGE 

Nelle attività odierne, dedicate al primo filone “Puliamo l’Italia”, gli oltre mille volontari presenti hanno ripulito dai rifiuti circa 1 milione di metri quadri di spiagge a Fiumicino (spiaggia Coccia di Morto), Molfetta, Policoro, Bacoli (Parco Regionale dei Campi Flegrei) e Marina di Vecchiano. Circa un migliaio di sacchi della spazzatura sono stati riempiti. Solo nella spiaggia di Coccia di Morto se ne contano 400, con rifiuti di vario tipo: fra questi tantissimi bastoncini di cotton fioc e frammenti di plastica mescolati alla sabbia, una grossa rete da pesca, un copertone, alcune sedie di plastica, la cartuccia di una stampante, bottiglie di vetro e plastica, lenze e altri attrezzi di pesca abbandonati.

Le pulizie dei fondali in programma per oggi a Torvaianica, Bisceglie e Rosignano Solvay sono state posticipate ad altra data a causa del mare mosso.

A fine anno, inoltre, il litorale laziale nell’area di Torre Flavia, comune di Ladispoli (RM), sarà oggetto anche di un intervento di tutela e ripristino degli habitat, oggetto del secondo filone “Ricostruiamo la natura”. In questa località si lavorerà alla delimitazione dei settori dunali con presenza potenziale o effettiva di nidi di uccelli caradridi e al consolidamento della duna primaria. Fra gli obiettivi da raggiungere ci sono anche l’incremento della superficie dunale sottoposta a tutela all’esterno del perimetro della riserva e la riduzione e degli impatti dell’erosione sul litorale.

Il WWF Italia ha coordinato le azioni diffondendo dati e informazioni scientifiche sul tema dell’inquinamento da plastica nei nostri mari, rendendo così le persone più consapevoli e attente sulle quantità, la composizione e le fonti dei rifiuti marini.

Il Mediterraneo, infatti, è sempre più un mare di plastica, come dimostrano numerosi studi e le attività di monitoraggio dei rifiuti nei nostri mari. Ogni anno entrano nel Mare Nostrum circa 230 mila tonnellate di rifiuti di plastica. 50 mila provengono dai 19 Paesi costieri che includono 505 città entro i 10 chilometri dalla costa. Una quota importante, circa 30mila tonnellate ogni anno, arriva dai fiumi che, in molti casi, sono dei veri e propri affluenti di plastica. Altre 20mila tonnellate arrivano, invece, dalle rotte marittime più trafficate. La plastica in mare si accumula sui fondali, sulle coste e negli organismi.

Le zone della spiaggia più colpite dai rifiuti che arrivano dal mare sono quella antedunale e le foci dei fiumi, dove l’accumulo dei rifiuti deriva sia da mare e fiumi, sia dall’abbandono diretto durante la normale fruizione delle spiagge. In Italia si recuperano in media 477 oggetti ogni 100 metri di spiaggia. Ma per raggiungere il “buono stato ambientale” stabilito dalla Commissione EU nella Strategia Marina, una spiaggia deve avere meno di 20 rifiuti marini ogni 100 metri lineari di costa.

L’IMPATTO DELL’INQUINAMENTO DA PLASTICA SULLA NATURA

I rifiuti sulle coste, soprattutto quelli di plastica, hanno impatti diretti e indiretti su piante, animali e sugli equilibri degli habitat che compongono gli ecosistemi costieri. Gli organismi, siano essi vegetali o animali, possono finire intrappolati o feriti, possono ingerire la plastica e assorbirne le sostanze tossiche associate. La probabilità di accumulo dei rifiuti aumenta verso la zona dunale e retrodunale delle spiagge con la vegetazione a bassa chioma, in prossimità degli accessi diretti e indiretti alla spiaggia e alle foci dei fiumi, lontano dalle aree attrezzate e artificiali. Tali ambienti sono hotspot di accumulo dei rifiuti, che però non sempre possono essere raggiunti dalle normali attività di pulizia dei litorali.

Sulle spiagge, poi, si accumulano non solo i macro-rifiuti, ma anche le microplastiche. Queste possono rimanere nella sabbia per anni, fino a stratificarsi nella formazione dei sedimenti, rilasciando sostanze chimiche tossiche, oppure tornare nel mare. Le microplastiche influiscono anche sulla temperatura e la composizione chimica delle spiagge, il modo in cui queste assorbono o fanno evaporare l’acqua e la capacità di trattenere i sedimenti. Questo perché accumulandosi fungono da isolante, impedendo al calore di raggiungere gli strati più profondi della sabbia, con conseguenze ecologiche ancora non del tutto chiare. La temperatura della sabbia, ad esempio, determina il sesso dei piccoli delle tartarughe marine, che sono quindi fortemente impattati dalla presenza delle plastiche nei mari e sulle spiagge, tanto da essere uno degli animali simbolo di questo drammatico inquinamento.

I PROSSIMI APPUNTAMENTI DI RI-PARTY-AMO

La prossima azione del progetto Ri-Party-Amo sarà il 25 settembre. In occasione della Giornata mondiale dei fiumi, infatti, centinaia di volontari si incontreranno a Rovigo, Torino e Sirmione per pulire dai rifiuti interi tratti del fiume Po e del lago di Garda. In contemporanea saranno organizzati in oltre 30 località in tutto il territorio nazionale altri eventi che daranno il via ad un vero e proprio di “tour di pulizie” che durerà per un intero anno.

Per partecipare alla grande mobilitazione all’insegna della tutela dell’ambiente, è possibile iscriversi agli eventi di pulizia “Puliamo l’Italia” all’indirizzo: wwf.it/ripartyamo.

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