YEMEN – Bimba-sposa morta. Evitiamo tali abomini
L’editoriale del direttore
La vicenda della piccola yemenita Rawan, la bambina-sposa di 8 anni che era stata venduta dai genitori a un 40enne, nonostante l’aspettata smentita della polizia locale, ci deve far riflettere. Vogliamo che nel mondo continuino ad accadere abomini del genere? Vogliamo davvero che un uomo possa sposare una bambina? Vogliamo davvero che un animale abusi di lei con i favori della legge? Vogliamo che i danni fisici (e psicologici) portino alla morte di un’innocente? Ciò che è successo (e purtroppo continua a succedere soprattutto in Yemen) in questi giorni (2013) ci riporta inesorabilmente indietro nei secoli, come una crudele macchina del tempo.
Il Medioevo è quel periodo che segue la caduta dell’Impero romano d’Occidente, avvenuta nel 476, e che precede l’Età moderna, iniziata verso la fine del XV secolo con la caduta del Sultanato di Granada e la scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo. Purtroppo, però, in alcune culture l’epoca medievale stenta a passare il testimone a un pensiero più moderno e soprattutto contemporaneo. Ed è naturale che, poi, si arrivi anche a scontri tra culture invece di una normale integrazione.
No, non sto parlando di Feudalesimo e Libertà, che simpaticamente vorrebbe ripristinare i diritti feudali in Italia e in Europa. Sto parlando dell’Islam, una religione ancora troppo ancorata a una visione arcaica del mondo. Una visione altamente anacronistica che, forse, è addirittura più tribale che medievale. Nonostante ciò, si sta diffondendo sempre più sul pianeta Terra, soprattutto nella nostra Europa fondata sui principi del Cristianesimo. E questo soprattutto grazie ad un’immigrazione ben poco controllata e nel nome del diritto di culto, quando invece Islam vuol dire legge coranica e questa non è che vada troppo d’accordo con gli ordinamenti giuridici europei e, soprattutto, italiani…
Non a caso, l’Islam sarebbe anticostituzionale in Italia perché il proprio statuto è in netto contrasto con l’ordinamento giuridico italiano. Ma non è politicamente corretto sostenerlo. Ci sono leggi, però, che non lasciano molto spazio alle interpretazioni. Tanto per fare alcuni esempi, in Italia le donne sono considerate al pari dell’uomo così come tutti gli uomini sono uguali (nel Corano, il musulmano è superiore all’“infedele”), il predicare l’uccisione di chi si converte a un’altra religione è un reato (istigazione all’omicidio), la pena di morte per apostati, adulteri ed omosessuali non è assolutamente prevista (il Granducato di Toscana è stato addirittura il primo Stato nel mondo ad abolire la pena di morte nel 1786), la poligamia non è ammessa.
Ma in Italia non solo non sarebbero ammessi i matrimoni combinati (a meno che i due sposi non siano palesemente d’accordo e mascherino la costrizione), ma soprattutto la pedofilia è un reato gravissimo e, naturalmente, non si possono sposare i bambini. E, mentre da un lato il nostro Paese è impegnato nella lotta contro le violenze sulle donne (anche se resta ancora molto da fare), dall’altra parte fatti dal genere potrebbero benissimo accadere anche in Italia nelle comunità musulmane più radicali (e non solo). Non aspettiamo, come al solito, che sia troppo tardi per prevenire.