Oncologia e Covid, la Toscana tra le migliori in Italia. I dati di Agenas
Nonostante la pandemia, che in tutta Italia ha comportato una riduzione delle prestazioni per proteggere i pazienti dal rischio contagio, la Toscana è tra le Regioni italiane in cui si sono registrate meno riduzioni dell’attività oncologica: dagli screening oncologici per il tumore della mammella, del collo dell’utero e del colon retto all’attività clinica e territoriale.
La rete oncologica toscana ha retto ai contraccolpi della pandemia, tanto da essere considerata tra le migliori realtà performanti a livello nazionale. In ambito oncologico, la Toscana si colloca, infatti, al secondo posto dopo il Piemonte, come riportato nella quarta Indagine nazionale sullo stato di attuazione delle Reti oncologiche regionali (Ror) – Rapporto 2021 del 5 maggio 2021- condotta da Agenas e nell’Indice sintetico complessivo per l’anno 2020.
Le nuove strategie organizzative, messe in atto in piena emergenza sanitaria, hanno consentito, inoltre, di maturare un patrimonio di esperienze, tali da spingere la Toscana verso nuove sfide oltre la logica ospedalecentrica, investendo sull’assistenza territoriale oncologica a domicilio. La Toscana, infatti, ha approvato le Linee di indirizzo per lo sviluppo di percorsi integrati di cura nella Rete oncologica regionale (con delibera di Giunta 735/2020) e successivamente (con delibera 167/2021) l’avvio della sperimentazione pilota sull’oncologia territoriale.
Con questo atto, quindi, la Toscana è la prima Regione a partire concretamente con la sperimentazione del progetto di oncologia del territorio (che sarà avviato nel mese di settembre), tra quelle che partecipano nell’ambito del programma Smart Care (Soluzione e metodi avanzati di riorganizzazione territoriale in sanità), che sono Campania, Liguria, Piemonte, Puglia, Umbria e Veneto. Il programma è organizzato da “Periplo”, di cui il direttore generale di Ispro, Gianni Amunni, è presidente nazionale.
“E’ stato un anno duro, però c’è stata una tenuta forte del sistema oncologico toscano, risultato tra i migliori a livello nazionale – fa sapere il presidente Eugenio Giani -. Abbiamo vissuto le difficoltà del momento dando il massimo e affrontato l’emergenza senza indietreggiare. Nello stesso tempo abbiamo sperimentato qualcosa di nuovo, pensando al post Covid, con un progetto pilota, dedicato all’oncologia territoriale”.
“La capacità di resilienza del sistema oncologico toscano, tra le più incisive a livello nazionale durante il periodo pandemico, ci stimola a fare ancora di più e a sperimentare nuove modalità organizzative, che abbiamo testato in piena pandemia e che adesso meritano di essere strutturare e avere continuità, pensando al futuro, oltre il Covid – dichiara l’assessore alla sanità, Simone Bezzini -. La nostra Regione è la prima a partire con un progetto pilota sull’oncologia territoriale, che rappresenta un primo tassello di sanità del futuro. Siamo di fronte a una nuova sfida, che può caratterizzare in positivo la sanità toscana”.
“Facciamo oggi il punto per fare una scelta costruttiva per il futuro, forti dell’esperienza maturata sul campo grazie al lavoro straordinario di tantissimi professionisti, che hanno consentito di resistere e di recuperare in poco tempo le attività di screening, forzatamente ridotte in ogni parte d’Italia – spiega il professor Amunni -. Permane forte la volontà di portare avanti la lezione appresa – prosegue -, pensando a cosa è più logico delocalizzare a livello territoriale, all’interno di un percorso sempre più integrato tra ospedale e territorio, ma con nuove opportunità di presa in carico, a vantaggio della qualità di vita del paziente oncologico, curabile anche a domicilio”.
Il progetto pilota di oncologia territoriale, che dovrebbe partire il prossimo primo settembre, si svolgerà in tre diverse aggregazioni funzionali assistenziali (aft), una per ciascuna Area vasta (centro, nord ovest, sud est), e prevederà l’utilizzo di un infermiere e di un oncologo (personale in fase di reclutamento dalla prossima settimana), che lavoreranno in stretta collaborazione con i medici di medicina generale e le strutture oncologiche ospedaliere.
Si riportano di seguito, in sintesi, i temi affrontati durante la conferenza stampa, cui hanno preso parte anche il direttore della struttura screening di Ispro e direttore dell’Osservatorio nazionale screening Paola Mantellini, la dottoressa Milena Vainieri (Mes Sant’Anna Pisa) e il dottor Tommaso Tanini (project manager oncologia territoriale Ispro).
Monitoraggio delle reti oncologiche a cura di Agenas
La quarta Indagine nazionale sullo stato di attuazione delle Reti oncologiche regionali (Ror) – Rapporto 2021 del 5 maggio 2021- condotta da Agenas, descrive i risultati sullo stato di attuazione delle Ror, utilizzando una griglia di rilevazione e valutazione compilata dalle singole Regioni e P.A. nel periodo compreso tra il 1° agosto e il 31 dicembre 2020.
La valutazione si basa su quattro aree tematiche (il punteggio riportato per singola area è quello ottenuto dalla Regione Toscana):
Area A – Struttura di base (formalizzazione della rete, modello, governance): punteggio 91%;
Area B – Meccanismi operativi (presa in carico, multidisciplinarietà, linee guida, ricerca clinica, formazione, sistemi informativi, comunicazione e trasparenza): punteggio 84%;
Area C – Processi sociali (come il benessere degli operatori): punteggio 80%;
Area D – Risultati (partecipazione a sistemi di monitoraggio nazionale, valutazione dell’esperienza del paziente nel percorso di cura): punteggio 79%;
La nostra Regione ha così ottenuto un Indice sintetico complessivo per l’anno 2020 pari a 83,5%, con un incremento percentuale rispetto al 2019 pari al 21,9%, che la colloca al secondo posto a livello nazionale, dopo la Regione Piemonte.
Screening oncologici per il tumore della mammella, del collo dell’utero e del colonretto: dalla sospensione alla ripartenza
I dati dell’Osservatorio nazionale screening, che ha sede in Toscana presso Ispro, di cui è direttore la dottoressa Paola Mantellini di Ispro, consentono di vedere una notevole capacità di recupero della Regione Toscana sul confronto nazionale.
In Toscana gli inviti agli screening oncologici organizzati sono stati sospesi durante il lockdown di marzo e aprile 2020, come nel resto d’Italia, mentre si sono mantenute le sedute di approfondimento diagnostico nei casi dubbi o sospetti. A partire da maggio gli inviti sono ripresi anche se con modalità e velocità dipendenti dall’andamento della emergenza pandemica, ma la Toscana ha comunque dimostrato di essere in grado di fare importanti recuperi in particolare per quanto riguarda mammella e collo dell’utero.
La notevole capacità di ripresa ha messo in evidenza come la Toscana è quella che si posiziona ai primi posti di tutto il panorama italiano. Infatti, confrontando tutto il 2020 con il 2019, in Italia il numero di esami effettuati in meno è stato del 37,6% per lo screening mammografico (Toscana: 20%), del 43,4% per lo screening cervicale (Toscana: 21,4%) e del 45,5% per lo screening colorettale (Toscana: 36,2%), valori decisamente più rilevanti di quelli toscani.
Come per il resto di Italia si è osservata una minore propensione alla partecipazione della popolazione a questi screening pari al 10% per il mammografico e al 21% per il colonretto. Lo screening per il tumore del collo dell’utero non sembra aver risentito di cali di adesione probabilmente perché la quota parte di popolazione giovane, che forse ha avuto meno timori a recarsi in distretti e presidi ospedalieri, è maggiore che negli altri due screening.
Non si può comunque non considerare che il periodo pandemico può aver determinato un ritardo diagnostico per alcuni tumori ed è su questi temi che l’oncologia toscana è fortemente impegnata in azioni di recupero. In particolare, relativamente alle lesioni che potrebbero aver subito un ritardo diagnostico le stime indicano: -210 carcinomi della mammella, – 174 lesioni CIN2+, – 67 cancri del colonretto, – 430 adenomi avanzati. Ad oggi presso Ispro si è realizzato il pieno recupero degli screening non eseguiti e ci si sta avviando a questo risultato anche nelle altre realtà toscane.
Oncologia territoriale, il progetto pilota
Con la delibera di Giunta 735/2020, la Regione Toscana ha approvato le Linee di indirizzo per lo sviluppo di percorsi integrati di cura nella Rete oncologica regionale, al fine di inserire un recettore territoriale (costituito da un oncologo, coadiuvato da un infermiere dedicato), che lavori in sinergia con le oncologie ospedaliere e i medici di medicina generale al fine di identificare e sperimentare attività oncologiche, a oggi erogate quasi esclusivamente in setting ospedaliero, delocalizzabili sul territorio, con particolare attenzione al domicilio come luogo di cura e ai setting residenziali di cure intermedie.
Questi gli obiettivi della delibera: creare le basi per lo sviluppo di un nuovo paradigma organizzativo nell’assistenza oncologica; favorire l’integrazione tra setting ospedalieri ed extraospedalieri; potenziare le risposte oncologiche all’interno dei setting territoriali; contribuire allo sviluppo di competenze all’interno delle articolazioni organizzative multidisciplinari e multiprofessionali; ridefinire i percorsi diagnostico terapeutici (Pdta); favorire lo sviluppo di competenze specifiche all’interno dei setting territoriali.
Viene affidato ad Ispro il coordinamento della progettualità, incluso il monitoraggio e la valutazione condivisa in progress.
Con la successiva delibera di Giunta 167/2021, la Regione Toscana ha approvato l’avvio della sperimentazione pilota sull’oncologia territoriale, affidando il management del progetto a Ispro, che si avvarrà della collaborazione del Coordinamento dei Dipartimenti oncologici, dei Settori regionali competenti, dei Dipartimenti della medicina generale delle Asl e del Laboratorio MeS.
Ispro, alla fine dello studio di fattibilità, dovrà produrre un documento tecnico con i risultati della sperimentazione e l’indicazione dei requisiti organizzativi del modello e i relativi indicatori di monitoraggio, al fine di fornire a Regione Toscana gli elementi decisionali, per l’eventuale adozione a regime del modello e la progressiva estensione e a tutto il territorio.
Attività clinica in corso di pandemia
Nell’anno della pandemia la Toscana mostra una buona capacità di risposta per quanto riguarda il percorso oncologico, confermandosi tra le migliori Regioni italiane. Dai dati pubblicati, messi a confronto con le 12 Regioni che partecipano al network promosso dal laboratorio Management e Sanità dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, la nostra Regione registra una riduzione dei trattamenti nel 2020 rispetto al 2019 complessivamente contenuta.
Le prime visite oncologiche si sono ridotte del 15% (percentuale simile anche per le nuove esenzioni), e del 8,6% delle visite di controllo: la riduzione maggiore si registra nel periodo della prima ondata di Coronavirus. Per quanto riguarda la chemioterapia, non si registrano scostamenti rispetto all’anno precedente il che significa che tutti i pazienti in trattamento sono stati presi in carico anche durante la fase pandemica.
Per quanto riguarda gli interventi chirurgici, rispetto alle 11 Regioni analizzate dal network (Basilicata, Puglia, Umbria, Marche, Toscana, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Provincia Autonoma di Bolzano e Provincia Autonoma di Trento) nel 2020 la Toscana ha ridotto meno delle altre per: gli interventi chirurgici alla mammella (10% meno contro un 12% medio), gli interventi chirurgici del tumore alla prostata (16% meno contro un 18%), gli interventi chirurgici del tumore al retto (8,8% meno contro un 15%). Ha ridotto più delle altre per gli interventi chirurgici del tumore al colon (18% meno contro un 17%) e gli interventi per tumore alla tiroide (30% meno contro un 19%) questi ultimi dovuti prevalentemente alle mancate attrazioni extraregionali. Invece, si posiziona fra le migliori (delle 11 Regioni osservate) per interventi chirurgici del tumore all’utero (con una sostanziale tenuta rispetto all’anno precedente -1,4% contro una riduzione media del 9,4%) e una crescita di interventi rispetto all’anno precedente del 1,4% per interventi chirurgici del tumore al polmone (contro una riduzione media del 15%) e del 22% per interventi chirurgici del melanoma (contro una riduzione media del 14%).