La festa internazionale dell’Expo del Chianti Classico nell’anniversario dei cinquant’anni

“Il Chianti Classico, la nostra forza più grande”

“Il Chianti Classico, il legame tra il vino e il suo territorio di produzione, simbolo di una cultura enologica che affonda le proprie radici nella storia della Toscana, è la nostra forza più grande”. E’ il sindaco Paolo Sottani a rilevare il rilievo culturale ed economico della produttività delle terre del Gallo Nero, nell’anno d’oro per l’anniversario di mezzo secolo che il Chianti tutto, fiorentino e senese, celebrerà nella festa internazionale dell’Expo del Chianti Classico, in programma in piazza Matteotti a Greve in Chianti dal 10 al 13 settembre 2020. “Insieme è la parola chiave del nostro lavoro, con i Comuni della conferenza permanente dei sindaci del Chianti – prosegue il sindaco – progettiamo, concordiamo azioni e investiamo risorse, perseguendo l’obiettivo di valorizzare, promuovere e rappresentare in maniera unitaria e compatta lo sviluppo sostenibile del nostro territorio”.

L’intento è quello di rafforzare il valore di una peculiarità che non è solo una vocazione agricola. “Il vino è una delle più autentiche espressioni di vita culturale, economica e turistica dei nostri territori – rimarca Paolo Sottani – la stretta collaborazione con il Consorzio Vino Chianti Classico e la rete con il tessuto produttivo sono aspetti qualificanti di un investimento coerente e integrato che portiamo avanti su più fronti. Ne sono prova l’istituzione del Distretto rurale del Chianti, la valorizzazione e l’estensione della cultura biologica, l’internazionalizzazione del territorio per il quale abbiamo avviato un percorso che mira a candidare il Chianti a patrimonio UNESCO”. “Il vino Chianti Classico, le grandi eccellenze prodotte nelle terre del Gallo Nero – conclude il primo cittadino di Greve in Chianti, ente organizzatore dell’Expo – che quest’anno ci prepariamo a celebrare per il cinquantesimo anniversario dell’Expo Chianti Classico, sono la storia dalla quale deriviamo, sono l’identità che ci rappresenta e ci proietta nel futuro”.

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