Ambiente, più autonomia organizzativa e giuridica per Arpat
Il Consiglio regionale approva riforma dell’Agenzia per la protezione ambientale
Il Consiglio regionale approva a maggioranza (astenute le opposizioni) la riforma dell’Agenzia per la protezione ambientale. Testo della Giunta riformulato in commissione con emendamenti di Stefano Baccelli (Pd). Via allo sblocco del turn over: in arrivo 65 dipendenti nel triennio 2019-2021. Aula approva anche bilancio di esercizio 2018.
La Toscana vara la riforma per Arpat. Il disegno di legge approvato a maggioranza (astenute le opposizioni), disegna un’Agenzia per la protezione ambientale funzionale alla Regione, ma con più autonomia organizzativa e gestionale e potrà contare anche su un’implementazione della pianta organica nel triennio 2019-2021. Il testo votato non è quello originario proposto dalla Giunta, nel suo iter legislativo, infatti, subisce cambiamenti soprattutto sotto il profilo delle funzioni, delle finalità e della natura. In particolare si applicano modifiche presentate dal presidente della commissione Ambiente, Stefano Baccelli (Pd), per trovare quel “giusto equilibrio chiesto in fase di consultazione da sindacati, personale e dirigenti della stessa Agenzia”. In particolare sono stati riformulati gli articoli che definiscono “finalità e funzioni” di Arpat (articolo 2), “natura” dell’Agenzia (articolo 3), “attività di controllo ambientale” (articolo 7), “attività di supporto scientifico” (articolo 9), “articolazione organizzativa” (articolo 20), “disposizioni sul personale addetto alle attività di ispezione e vigilanza” (articolo 27), “informazione e comunicazione” (articolo 29). La nuova Arpat non sarà un ente “meramente strumentale della Regione”, spiega Baccelli. “Avrà personalità giuridica di diritto pubblico, avrà autonomia tecnico-scientifica, amministrativa”.
Il combinato disposto tra questa legge e le innovazioni normative di livello nazionale, in particolare per quanto riguarda i livelli essenziali delle prestazioni tecniche ambientali (Lepta), permetterà lo sblocco del turnover e quindi l’assunzione di “circa 65 persone a tempo indeterminato nel prossimo triennio”, dichiara Baccelli in sede di illustrazione.
Il testo votato dall’Aula riassume in gran parte anche la filosofia del disegno di legge presentato dal gruppo guidato da Tommaso Fattori, decaduto vista l’approvazione del testo della maggioranza (entrambi gli atti sono stati trattati in commissione Ambiente a partire dallo scorso marzo) al quale era collegato anche un ordine del giorno firmato dal capogruppo Pd, Leonardo Marras e dalla consigliera Elisabetta Meucci oggi passata alla nuova formazione politica Italia Viva (anche l’ordine del giorno è stato approvato a maggioranza). L’atto impegna la Giunta ad “attivarsi presso il Governo perché sia data piena attuazione alla legge 132/2016” in particolare per “l’istituzione del sistema nazionale a rete e la disciplina dell’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale”.
In sede di discussione, il capogruppo di Sì-Toscana riconosce il “passo avanti fatto in commissione” rispetto al testo originariamente proposto dalla Giunta. Fattori chiede “maggiore apertura” agli emendamenti presentati sul testo della maggioranza: “Si cerca di apportare ulteriori migliorie in termini di trasparenza, pubblicità dei dati e coinvolgimento di cittadini e imprese”, spiega. Le modifiche saranno tutte respinte, anche perché “si intendono già ricomprese nel testo in votazione”, spiega il presidente Baccelli ma un’apertura arriva dall’assessore regionale all’Ambiente, Federica Fratoni che nella sua replica si rende disponibile, al di fuori del percorso legislativo magari in sede di redazione di regolamenti, a “sviluppare strumenti innovativi”.
Elisabetta Meucci esprime “grande soddisfazione sul lavoro fatto in commissione. La proposta di legge conferma una tradizione toscana: la nostra Agenzia continua ad essere punto di riferimento nazionale”.
Anche se l’intervento viene “a seguito di una norma nazionale”, il giudizio è “positivo” per Monica Pecori (gruppo misto/Tpt). “Siamo arrivati a questa legge per necessità” dichiara e commentando le indicazioni sui Lepta, osserva: “erano talmente diversi e poveri che si è sentita la necessità di intervenire a livello nazionale”.
Soddisfazione la esprime anche Serena Spinelli (gruppo misto): “I pareri tecnici e terzi sono quanto di più importante abbiamo bisogno. Questa legge segna un punto di caduta alto e tiene conto delle sollecitazioni arrivate in sede di confronto”. Poi chiede “ulteriori approfondimenti” agli emendamenti proposti insieme al gruppo Sì-Toscana a sinistra.
Il lavoro fatto dal gruppo guidato da Fattori “dimostra che questa opposizione è una grande forza propositiva”, secondo Giacomo Giannarelli (M5S) che ricorda altri atti “geotermia, economia circolare su cui la maggioranza ci ha seguiti”. Pur riconoscendo “elementi positivi”, sul testo modificato della Giunta il consigliere annuncia voto di astensione: “Voteremo a favore quello di Sì-Toscana a sinistra, perché contiene elementi più innovativi e incisivi rispetto alla terzietà di Arpat”.
Soddisfazione viene espressa anche da Paolo Bambagioni (Pd): “Miglioriamo la legge originaria, ma proviamo ad uscire dal coro ripetitivo degli ultimi anni”, avverte riferendosi al progressivo impoverimento del personale. “La vera sfida è capire cosa l’Agenzia può fare con le risorse che ha a disposizione” e dichiara: “Più dei controlli, mi aspetto maggiori servizi per le aziende”.
“Usciamo dall’equivoco che la Regione voglia dominare e ingerire il lavoro di Arpat. La nostra proposta non intendeva in alcun modo contraddire i principi stabiliti a livello nazionale”, replica in chiusura l’assessore Fratoni che pure ammette: “L’Agenzia ha bisogno di una riorganizzazione in coerenza e in collaborazione con la Regione per ottimizzare risorse e tempi di risposta. Ma al disagio sulla carenza di personale non corrisponde minore professionalità e capacità tecnica. Siamo tra le regioni che più effettuano controlli” dichiara.
Approvato a maggioranza anche il bilancio di esercizio 2018 di Arpat. Il conto economico, spiega Baccelli in sede di illustrazione, registra un utile pari a 1milione 441mila 170 euro. Il valore della produzione, al 31 dicembre 2018, è pari a 50milioni 89mila 90 euro e presenta un incremento dello 0,75 per cento rispetto all’esercizio precedente. I contributi in conto esercizio provenienti dalla Regione sono pari a 46milioni 931mila 232 euro (in aumento di 145mila 612 rispetto al 2017). I costi della produzione ammontano a 46milioni 445mila 142, con un incremento dell’1,35 per cento rispetto all’esercizio precedente. Il personale, al 31 dicembre 2018, risulta di 688 unità (64 per la dirigenza e 591 per il comparto). In termini di variazione della forza lavoro, si registra una riduzione numerica complessiva di 14 unità, con una variazione tra comprato e dirigenza (-2 nella dirigenza e -12 nel comparto). Il costo del personale ammonta a 33milioni 721mila 138, in aumento di 299mila 20 (0,89 per cento) rispetto al 2017.
Il presidente della commissione affronta anche due questioni: “In tema di assunzioni – spiega – si possono fare solo se economicamente sostenibili. Inoltre, a mio giudizio, Arpat deve fare uno sforzo ulteriore per reperire risorse esterne, in particolare dalla Ue”.
Secondo Fattori, è “inutile aver eliminato il blocco del turn over se poi non si danno risorse per le assunzioni di nuovo personale”. E in risposta a Baccelli dice: “È ovvio, per la natura della sua attività, che Arpat viva del contributo della Regione ed è difficile reperire finanziamenti europei se non si ha personale da dedicare a questa attività”.
Monica Pecori giudica il bilancio “in equilibrio”, ma afferma di essere “perplessa per quanto riguarda il numero dei controlli ambientali e le attività ispettive, perché è difficile imputare tutto alla carenza di personale”.