TUNISIA – Amina Tyler internata in manicomio?

Secondo alcune fonti internazionali, la studentessa tunisina Amina Tyler, colpevole di essersi arruolata nel movimento FEMEN e di aver scoperto il seno su internet, è stata dichiarata pazza e internata nell’ospedale psichiatrico Razi Mannouba di Tunisi. Scongiurato dunque il pericolo della lapidazione, alla ragazza spetterebbe un destino forse peggiore: in Tunisia, infatti, viene ancora oggi adottato l’elettroshock.

In seguito alla manifestazione di protesta di Amina, che ha sposato pubblicamente la causa delle FEMEN (movimento che si occupa dei diritti femminili, nato in Ucraina nel 2008 e divenuto ormai famoso in tutto il mondo) e si è mostrata su facebook a seno nudo e con la frase “Il mio corpo mi appartiene e non è di nessuno” dipinta sulla pelle, un consiglio di predicatori musulmani interpellato dai giudici aveva richiesto nell’ordine un periodo di quarantena, la fustigazione in pubblico e infine la lapidazione. Fortunatamente la fatwa (il parere consultivo emesso dai predicatori) non ha esecutività diretta, per cui è possibile che nelle successive fasi del processo la studentessa abbia evitato la morte. Ad attenderla, però, pare ci sia il manicomio, che in Tunisia si avvale ancora di tecniche arretrate, per non dire barbare, tra le quali spicca l’elettroshock.

Se le informazioni fossero confermate, si tratterebbe di una condanna ideologicamente più pesante di una sentenza di morte: le opinioni coraggiosamente sostenute dalla giovane, infatti, se all’inizio sono state tacciate di blasfemia (in quanto contrarie alla legge e alla cultura coraniche), verrebbero ora giudicate addirittura sintomo di infermità mentale. La vicenda di Amina pone sotto gli occhi del mondo intero quesiti e riflessioni molto forti, e non è un caso che non ci siano certezze sulle sue attuali condizioni: il legale della famiglia, Bochra Belhaj Hmida, smentisce ogni voce e sostiene al contrario che Amina sia al sicuro con i genitori, ma nessun giornalista è più riuscito a vederla o a parlarle negli ultimi giorni. Continueremo a seguire questa storia, augurandoci soltanto che dopo il suo epilogo, peraltro ancora dubbio e lontano, non venga dimenticata.

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