Toscana – Approvati quattro nuovi referendum per l’accorpamento di otto comuni
Firenze – Il Consiglio Regionale ha espresso oggi all’unanimità il proprio favore per le quattro proposte di legge istitutive ed i relativi quesiti referendari con cui saranno chiamati al voto oltre 41 mila cittadini di otto Comuni toscani il prossimo settembre.
Saranno quattro i comuni interessati nella provincia di Pisa: Casciana Terme e Lari; Crespina e Lorenzana. Accordo unanime anche per due comuni della provincia di Livorno , Campiglia Marittima e Suvereto; voto contrario da parte di Verdi e della Federazione della Sinistra per la proposta di accorpamento di Villafranca in Lunigiana e Bagnone, in provincia di Massa-Carrara.
Secondo il Presidente della Commissione Affari Istituzionali dell’Italia dei Valori Marco Manneschi “Otto comuni rinunciano alla loro identità per dar vita a nuove amministrazioni, sotto la spinta delle difficoltà finanziarie, ma anche per garantire una migliore gestione delle risorse in generale, a partire da quelle umane”. Il Presidente della Commissione Affari Istituzionali ha poi ricordato come, in questo modo, i nuovi comuni si garantiscono risorse regionali pari a 250 mila euro per 5 anni, oltre a contributi statali e la sospensione del patto di stabilità per tre anni. Sempre secondo Manneschi la legge regionale 68 del 2011 sul sistema delle autonomie locali sarebbe in grado di dare risposte rapide ed in tempi ragionevoli nel rispetto della volontà popolare, poiché, come ha sottolineato,solo quando l’iniziativa di accorpamento non è partita dai comuni, salvo qualche eccezione, sono state incontrate difficoltà, sulle quali risulta ora necessario mettere mano.
“Stiamo scrivendo una bella pagina nella storia istituzionale della Toscana – ha sottolineato Alessandro Antichi (PdL) – C’è una tensione innovativa, attenta alla concretezza, che trova interlocutori attenti nei sindaci”.
Un invito a continuare la collaborazione istituzionale è arrivato da Vittorio Bugli, Assessore alla Presidenza : “Ci sono molte nuove richieste – ha affermato – e diversi candidati sindaci inseriscono le fusioni nei loro programmi elettorali”.