Sanità, come prevenire il melanoma con la diagnosi precoce e le buone pratiche
I consigli dei dermatologi Asl Tse in vista dell’estate
Il melanoma non è il tumore cutaneo più frequente ma è sicuramente quello più importante a causa della capacità di diffondersi rapidamente in altri organi, se non individuato precocemente, e di colpire soggetti in età giovanile.
Nella popolazione italiana il melanoma rappresenta il secondo tumore più frequente nei maschi sotto i 50 anni ed il terzo più frequente tra le donne nella stessa fascia d’età.
E in vista dell’estate i medici della Dermatologia aretina fanno il punto sulla necessità della prevenzione come arma vicente per limitare le conseguenze.
«Bisogna puntare l’attenzione sull’importanza della prevenzione – spiega la dr.ssa Maria Silvia Guidetti direttore Uosd Dermatologia Valdarno e Coordinatore gruppo oncologico multidisciplinare del melanoma -. Prevenzione che va fatta seguendo regole ben precise: l’esposizione al sole in modo non adeguato insieme alla predisposizione genetica è la principale causa di insorgenza del melanoma. Per questo si raccomanda di esporsi al sole con adeguate protezioni solari e, soprattutto in età giovanile, evitare di esporsi ai raggi Uv artificiali come quelli di lampade e lettini abbronzanti».
«Nonostante i progressi fatti negli ultimi anni nel campo della terapia chirurgica e nella terapia oncologica medica – prosegue Guidetti – il modo migliore per combattere il melanoma rimane la diagnosi precoce attraverso screening che ci consentono di individuare la malattia nelle sue fasi iniziali».
Ma come si fa una diagnosi? «La diagnosi la fa il medico dermatologo attraverso l’impiego di un dermatoscopio manuale – spiega la dr.ssa Guidetti –. Si tratta uno strumento importante per i dermatologi che ha aumentato la capacità di fare diagnosi più accurate e quindi intervenire precocemente in caso di melanoma. Ricordo che l’arma vincente rimane sempre la prevenzione e la precocità di intervento».
In questo senso dallo scorso gennaio la Regione Toscana ha introdotto delle novità per le prescrizioni delle visite di valutazione dei nei con l’obiettivo di accorciare, quanto prima, i tempi di attesa per una prima visita nevi.
«La visita di epiluminescenza digitale diventerà visita di secondo livello – chiarisce Guidetti – prescrivibile dallo specialista ospedaliero dopo la prima visita. Questo ci permetterà da un lato di prendere in carico i pazienti in tempi più brevi e dall’altro di aumentare l’appropriatezza delle prescrizioni usando l’epiluminescenza digitale, e quindi la cosiddetta mappatura nei, soprattutto nei pazienti che hanno maggior rischio di sviluppare un melanoma».
Ma chi sono le persone a rischio? «Sono quelli con fototipo chiaro come capelli rossi o chiari, e occhi chiari, coloro che hanno numerosi nei e nei atipici e che hanno familiarità di melanoma o che hanno già asportato un melanoma o hanno avuto altri tumori della pelle, chi ha subito bruciature solari».
«Il nostro invito è di esporsi al sole usando la testa – prosegue Guidetti -: quindi protezioni solari alte, evitare le ore centrali quindi meglio dalle 8 alle 10 e dopo le 16 sempre facendo uso di creme con fattore di protezione solare».
In provincia di Arezzo nel 2022 sono stati 140 i trattamenti chirurgici eseguiti a seguito di diagnosi di melanoma. Un dato che è in linea con i dati nazionali che evidenziano un aumento dell’incidenza della patologia. «In Asl Sudest – aggiunge Guidetti – siamo riusciti a garantire l’intervento chirurgico su pazienti con diagnosi di melanoma, in oltre il 90% dei casi, entro 30 giorni dalla loro presa in carico. Questo è stato possibile, per quanto riguarda l’area provinciale, perchè la chirurgia del melanoma viene fatta in rete operando negli ospedali di Arezzo, Montevarchi e Sansepolcro in base alla complessità dell’intervento. Ad Arezzo viene eseguita la casistica più complessa in equipe con la chirurgia generale e otorinolaringoiatria. Inoltre viene data un’attenzione particolare alle visite di follow up dei pazienti già operati di melanoma grazie all’istituzione di ambulatori con specialisti dedicati».
«Importante è l’approccio multidisciplinare – conclude Guidetti -: in area aretina esiste un gruppo oncologico multidisciplinare per la presa in carico del paziente con diagnosi di melanoma. Un gruppo di cui fanno parte medici di chirurgia generale e otorinolaringoiatra, oncologi, radiologi, dermatologi anatomopatologi, biologi molecolari: figure che intervengono nelle diverse fasi del percorso di cura del paziente con melanoma integrando le proprie conoscenze a seconda delle necessità cliniche e terapeutiche».