Progetto Open Way in Regione Toscana: “Grazie al web è possibile realizzare PDTA condivisi con tutto il comparto sanitario regionale”

Le autorità sanitarie della Regione Toscana, abituate a deliberare con continuità PDTA nelle principali patologie, hanno constatato come molti risultino poco o parzialmente applicati nonostante l’impegno di risorse impiegate.

Gli organismi tecnici della Direzione diritti di cittadinanza e coesione sociale ipotizzano che questo sia dovuto ad una non adeguata condivisione dei contenuti prima che questi diventino delibera. Per questo i tecnici regionali hanno deciso di intraprendere una strada innovativa nella condivisione dei PDTA che andrebbe, prima della deliberazione, a validare il percorso del tavolo tecnico implementandolo in applicabilità, per sperimentarne poi i risultati. Per avere un confronto aperto tra istituzioni e referenti delle aziende produttrici di tecnologie (farmaci e device) sulla validità del modello Open Way, MOTORE SANITÀ ha organizzato l’Evento ‘PROGETTO PDTA: OPEN WAY SCENARIO 2016 – 2020’, realizzato grazie al contributo incondizionato di Alfasigma, Boehringer-Ingelheim, GSK, Ipsen, Menarini, Roche, Sanofi e Takeda.

Le parole di Carlo Tomassini, Direttore Generale Diritti di Cittadinanza e Coesione Sociale, Regione Toscana:

Anche l’esperienza COVID-19 ha portato alla luce, facilitandolo, un nuovo modo di interazione fra professionisti. Anche se è successo tutto in pochi mesi nessuno pensa sia realistico ritornare alle modalità pre-COVID, le nostre riunioni per costruire un PDTA, una linea guida, un documento di consenso di qualche tempo fa appaiono improvvisamente vecchie, faticose e appartenenti ad un passato non più proponibile né accettabile. Oggi, quasi quasi, ci vergogniamo a proporre una riunione in presenza ed abbiamo apprezzato i vantaggi di una sorta di ciò che chiamiamo smart-working, tempi veloci, spazio per tutti, sintesi e necessità di pragmaticità conservando l’essenzialità dei problemi. Credo che questo sia solo l’inizio, un grande facilitatore per migliorare anche le forme di collaborazione, lo sviluppo di nuove idee, la possibilità di arrivare a cogliere le potenzialità di un gran numero di professionisti che, nella era precedente non avrebbero mai avuto la possibilità di dar voce alla propria competenza, al proprio contributo e alla propria creatività che, per la loro posizione all’interno della azienda, quella dello Sharp-end, la frontiera, sono il contributo più importante per lo sviluppo armonico della stessa. Prima del COVID avevo solo una preoccupazione, che i nostri professionisti non accettassero forme di collaborazione attraverso un canale comunicativo appoggiato sul web. Oggi ho la certezza contraria che può diventare, se ben gestita, uno dei motori più forti per lo sviluppo organizzativo delle nostre aziende sanitarie. È per questo che il progetto Open Way rappresenta il più grande investimento su cui dobbiamo puntare”.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio