PRATO – Il punto a un anno dalla firma del protocollo sul lavoro e sul tessile
Il punto a un anno dalla firma del protocollo “Per il lavoro dignitoso e per il ripristino della legalità nel sistema produttivo illegale pratese del tessile-abbigliamento”
Un obiettivo fondamentale è stato acquisito: sul tema della legalità il protocollo “Per il lavoro dignitoso e per il ripristino della legalità nel sistema produttivo illegale pratese del tessile-abbigliamento” ha costituito un punto di partenza per un dialogo organico e continuativo – e non più episodico e frammentato – fra istituzioni da un lato e sistema delle imprese e del lavoro dall’altro.
Sottoscritto a marzo 2017 da Confindustria Toscana Nord, CNA Toscana Centro e Confartigianato Imprese Prato e dai sindacati Filctem-CGIL, Femca-CISL e Uiltec-UIL, il protocollo evidenzia come a Prato esista, accanto a un sistema economico sano che sta faticosamente uscendo da anni difficili, un vero e proprio sistema di produzione illegale della ricchezza che deve essere affrontato con metodi adeguati alla sua eccezionalità e particolarità.
Il documento è stato presentato a tutti gli enti e istituzioni preposti alla vigilanza e al controllo, dalla Prefettura e la Direzione territoriale del lavoro fino a Inps e Inail. La principale richiesta è quella di controlli interforze quanto più possibile mirati per settori e tipologie aziendali ma anche e soprattutto per metodologie e tempistiche, così da intercettare al meglio i fenomeni di sfruttamento dei lavoratori e di sistematica evasione fiscale e contributiva. Un focus particolare è stato richiesto sulle aziende irregolari di stamperia e tintoria in pezza e in capo, all’origine della chiusura di aziende corrette e del licenziamento dei loro dipendenti, che a loro volta rischiano di passare a lavorare per le aziende illegali. Si tratta di aziende ad alta immobilizzazione di capitali, che più difficilmente possono essere smantellate e la cui attività può essere monitorata anche sulla base di indicatori di congruità e coerenza rispetto a sviluppo aziendale, modalità di assunzione e di organizzazione del lavoro, rapporto tra manodopera impiegata e consumi energetici, idrici e dei prodotti.
Fin qui, in estrema sintesi, i contenuti del protocollo. Nel convegno organizzato oggi dagli stessi sottoscrittori Confindustria Toscana Nord, CNA Toscana Centro e Confartigianato Imprese Prato e dai sindacati Filctem-CGIL, Femca-CISL e Uiltec-UIL si è ripartiti da quel testo col proposito di capire quale tratto del percorso è stato già compiuto e quale resta da realizzare.
La valutazione è analoga per tutti: qualcosa si è mosso, ma non basta; occorre dare maggior concretezza alle azioni di vigilanza e sanzione e incidere più in profondità, adottando anche modalità nuove e più efficaci di controllo.
Quelle che seguono sono sintesi degli interventi portati nel convegno di oggi dai sottoscrittori del protocollo.
Massimiliano Brezzo, in rappresentanza di Filctem-CGIL, Femca-CISL E Uiltec-UIL
“La situazione non è certo migliorata, anzi, lo sfruttamento lavorativo si è consolidato e l’illegalità resta diffusa. Non si sono visti i controlli richiesti su stamperie e tintorie relativi alle condizioni di lavoro e alle retribuzioni. Non ci risultano controlli notturni o festivi. Né contestazioni della responsabilità solidale ai committenti. Abbiamo visto però morire altre due persone alla Tignamica. A dicembre saranno trascorsi 5 anni dal rogo della Teresa Moda. Non possiamo arrivarci senza risultati. Paradossalmente stanno arrivando prima i controlli della Regione e del Comune su reati ambientali e smaltimento dei rifiuti. Ma gli articoli che ne riportano i risultati non parlano mai di dipendenti. Possibile che le aziende siano mandate avanti solo dal titolare?
Noi chiediamo i controlli da parte di Ispettorato, Inps e Inail. Chiediamo che sia verificato lo sfruttamento che colpisce migliaia di lavoratori, e applicato l’art. 603 bis del Codice penale che prevede il carcere per chi fa lavorare in quelle condizioni. Le leggi ci sono, vanno applicate. E serve una volontà politica che spinga a farlo. Per questo chiediamo l’intervento risoluto della politica locale e nazionale. Il 1° maggio a Prato, con la manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil, dimostra che siamo diventati una questione del Paese. Se fossero attuate le giuste strategie, Prato potrebbe diventare laboratorio per la lotta all’illegalità e allo sfruttamento lavorativo.”
Francesco Viti, portavoce di Federmoda CNA Toscana Centro
“Ad un anno dalla firma del documento per il ripristino della legalità, questa iniziativa ha l’obiettivo di continuare a tenere alta l’attenzione su una problematica che investe tutto il distretto e mette in seria difficoltà soprattutto i contoterzisti che subiscono la concorrenza sleale di aziende irregolari sotto molti fronti: ambiente, fisco, gestione del personale dipendente. Questo fenomeno, con il tempo, ha provocato danni tali da costringere addirittura alla chiusura molte imprese legali. Per chi sostiene tutti i costi previsti dalla legge, è impossibile competere ad armi pari con le imprese irregolari che dribblano qualsiasi regola. Ecco perché, in questo anno di attività, ci siamo incontrati più volte con le istituzioni creando un tavolo di lavoro, coordinato dal Prefetto, che inizia a mettere in campo strumenti e nuove forme di collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti in questo processo. Questo ci fa ben sperare per il futuro. Certo la strada è ancora tutta in salita, perché non sarà semplice debellare un fenomeno che ha radici molto lontane nel tempo, ma finalmente andiamo nella direzione giusta e siamo soddisfatti di questa cooperazione nata nell’interesse dell’intero sistema produttivo ed economico territoriale”.
Moreno Vignolini di Confartigianato Imprese Prato
“Due sono i punti nodali: intanto va sottolineata l’importanza che nel contratto nazionale di lavoro del settore moda dell’artigianato sia stato sottolineato il concetto di responsabilità solidale. Si tratta di un innalzamento del livello qualitativo del contratto che oltre agli aspetti tecnici entra adesso anche nell’ambito della legalità. L’altro tema lo riassumo in uno slogan: non nascondiamoci dietro un Durc, perché lo stesso Durc diventa un palliativo se non viene accompagnato da controlli e sanzioni adeguate, oltre alla responsabilità che committente e terzista devono avere affrontando il lavoro”.
Andrea Tempestini, vicepresidente di Confindustria Toscana Nord
“Il Protocollo è stato il frutto di un lavoro che i componenti del tavolo sentivano come prioritario e irrinunciabile. Era importante in primo luogo denunciare e sottolineare uno stato di cose che esigeva, ed esige tuttora, interventi straordinari; ma non meno importanti sono le funzioni di stimolo rispetto alla necessità che questi interventi si concretizzino e siano efficaci. Molto positivo, poi, il fatto stesso che si sia stabilita una collaborazione fra le istituzioni e le rappresentanze delle imprese e dei lavoratori, cioè delle parti sane della comunità pratese, disposte a fornire il proprio contributo per affrontare il problema dell’illegalità. Ma le associazioni di categoria e i sindacati sono soggetti privati che non hanno alcuna possibilità di intervenire in prima persona: noi possiamo evidenziare i problemi e fornire la nostra collaborazione aiutando a leggerli nelle loro connotazioni più legate all’organizzazione e alle tecniche in uso nel sistema produttivo pratese: niente di più di questo. Ora dobbiamo lasciar lavorare le istituzioni che, dandosi a loro volta reciproca collaborazione, sono chiamate a farsi carico del problema. Abbiamo visto segnali importanti, che ci incoraggiano a confermare la nostra disponibilità alla denuncia e alla collaborazione.”