
Miele, Coldiretti: contro invasione prodotto straniero (+16%) tenere alta la guardia per 8mila apicoltori
Le imprese sono cresciute del 3% ma clima e costi di produzione minacciano il settore
Contro l’invasione di miele straniero (+16%) è importante tenere alta la guardia contro il rischio frodi per tutelare la salute dei cittadini e l’attività dei produttori toscani alle prese con annate sempre più complicate per effetto dei cambiamenti climatici e dell’aumento dei costi di produzione spinti anche dalle tensioni internazionali. Fattori che non garantiscono agli apicoltori un adeguato livello di reddito per la sopravvivenza di un settore che rischia una pesante battuta d’arresto dopo anni di costante crescita con il numero di imprese che punta alle 8 mila unità (+3%) secondo i dati del Sistema Informativo Veterinario. A denunciarlo è Coldiretti Toscana dopo il sequestro di 22 tonnellate di miele adulterato e contraffatto da parte della Guardia di Finanza proveniente da diversi Stati europei ed extraeuropei, tra cui Romania, Ungheria, Turchia, Cina e Vietnam. Il prodotto straniero – denuncia con forza Coldiretti Toscana – arriva a prezzi stracciati spesso con l’obiettivo di mettere all’angolo gli apicoltori nostrani, esercitando una pressione al ribasso sulle quotazioni di quello tricolore. Basti pensare al caso limite di quello cinese che seppur non rappresenti una parte rilevante degli arrivi, viene addirittura commercializzato a poco più di un euro al chilo. Ma la media generale si aggira intorno ai 2,9 euro al chilo. Alla concorrenza sleale dall’estero si aggiungono peraltro gli effetti dei cambiamenti climatici che nel 2024 hanno impattato duramente sull’Alveare Italia costringendo gli apicoltori a correre ai ripari per evitare la morte delle famiglie ricorrendo all’alimentazione di soccorso con conseguente aumento dei costi di gestione. Per evitare di consumare miele di bassa qualità proveniente dall’estero e per supportare gli apicoltori toscani che gestiscono oltre 140 mila alveari – consiglia Coldiretti Toscana – è fondamentale prestare attenzione all’origine riportata sull’etichetta o, se possibile, rivolgersi direttamente ai produttori locali, come nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica. Un ulteriore aiuto arriva dalla recente Direttiva Breakfast dell’Unione Europea, che ha introdotto l’obbligo di un’etichetta chiara e ben visibile che indichi il Paese di origine, nonché avviato un processo per la creazione di un sistema di tracciabilità del prodotto. La dicitura “Italia” – prosegue Coldiretti Toscana – deve obbligatoriamente apparire sulle confezioni di miele prodotto esclusivamente in Italia (ad esempio, “Miele Italiano”), mentre se il miele proviene da diversi Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta dovrà riportare la frase “miscela di mieli originari della Ue”, specificando i Paesi di origine (per esempio, Italia e Ungheria). Se invece il miele proviene da Paesi extra Ue, l’etichetta dovrà recare la dicitura “miscela di mieli non originari della Ue”, con i nomi dei Paesi indicati; nel caso di una miscela che comprende sia mieli provenienti dalla Ue che da Paesi non Ue, dovrà essere scritto “miscela di mieli originari e non originari della Ue”, sempre con l’indicazione dei Paesi di origine. Per andare sul sicuro, ed evitare qualsiasi dubbio, meglio puntare sui prodotti a denominazione di origine protetta come il Miele della Lunigiana Dop, una vera e propria eccellenza dell’apicoltura nazionale. In Italia, secondo Coldiretti, il consumo di miele si attesta a circa mezzo chilo pro capite all’anno, un dato inferiore alla media europea di 600 grammi e ben lontano dai 1500 grammi della Germania, come evidenziato dal Centro Studi Divulga. Tuttavia, l’Italia eccelle in biodiversità, con oltre 60 varietà di miele, tra cui quelle Dop come il Miele della Lunigiana, il Miele delle Dolomiti Bellunesi e il Miele Varesino, oltre a mieli speciali in barrique o aromatizzati, come quelli di tiglio, agrumi, eucalipto e acacia. |