LUCCA – Infrastrutture: 50 tra ponti e viadotti sotto osservazione per un censimento mirato alla sicurezza

La Provincia di Lucca collaborerà con l’Università di Pisa per realizzare studi e ricerche che puntano all’applicazione delle Linee Guida del Consiglio superiore dei lavori pubblici, per la classificazione, la gestione del rischio e il monitoraggio dei ponti di competenza provinciale.

In questi giorni, infatti, il presidente Luca Menesini ha firmato un apposito decreto che approva lo schema della convenzione tra l’amministrazione provinciale e l’ateneo pisano. Un accordo che servirà, quindi, per disciplinare il lavoro di censimento, ispezione e classificazione dei ponti e dei viadotti esistenti con il Dipartimento di Ingegneria civile e industriale dell’Università di Pisa.

Come casi di studio all’interno di questo progetto sono stati individuati 50 ponti, piccoli e grandi, tutti di competenza provinciale dislocati nella Piana di Lucca, in Valle del Serchio -Garfagnana e in Versilia.

Il monitoraggio riguarderà per alcuni ponti la situazione generale della struttura, delle campate e delle pile, ma anche lo stato di conservazione dei giunti, delle barriere guardia via, delle solette, del manto di asfalto, lo stato di conservazione del cemento armato, nonché l’eventuale pulizia dell’alveo dei corsi d’acqua attraversati.

L’ente di Palazzo Ducale investirà per questo progetto 40mila euro provenienti da un contributo assegnato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, lo stesso – si ricorda – che nell’agosto 2018, dopo il crollo del ponte Morandi a Genova chiese a tutte le Province italiane in tempi rapidissimi un report aggiornato sui ponti di competenza e sullo stato dell’arte della loro conservazione.

“L’accordo di collaborazione con gli ingegneri dell’università di Pisa – afferma il presidente Menesini  ha il preciso obiettivo di tenere sotto osservazione continua un buon numero di ponti di competenza provinciale, siano essi brevi attraversamenti, grandi ponti, passerelle o cavalcaferrovia. Ripeto quello che affermai nell’agosto del 2018 anche come presidente di Upi Toscana, e cioè che serve un impegno concreto del Governo per finanziare la manutenzione straordinaria o la ricostruzione ex novo di queste opere pubbliche, molte delle quali costruite negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso. Per la manutenzione stradale il Ministero ha stanziato risorse appena sufficienti per le Province fino al 2024, ora serve uno sforzo anche per ammodernare una rete di ponti che, in tutto il Paese, sente il peso degli anni passati e del traffico sostenuto. Credo che nel piano del ‘Recovery plan’ italiano per la ripartenza post pandemia debbano essere previste cospicue risorse europee proprio per gli interventi infrastrutturali: si tratta di un’opportunità unica che, difficilmente, in futuro si presenterà con questo budget a disposizione degli Stati membri”.

Qui un elenco delle principali infrastrutture che saranno oggetto di studio da parte degli ingegneri dell’università di Pisa e dei tecnici di Palazzo Ducale.

Per la viabilità pedemontana: il ponte di S. Ansano a Ponte a Moriano; il ponte ad arco di Rivangaio che supera il Serchio sulla sp 2 Lodovica; sempre sulla stessa strada il cavalcaferrovia a Borgo a Mozzano; il ponte Lombardini sulla sp 7 di Barga; il ponte Foggi sul Vezza sulla sp 8 di Vallecchia; il cavalcavia di Querceta sulla sp 9 di Marina che scavalca la ferrovia tirrenica e la Ss1 Aurelia; due ponti sulla sp 13 di Valdarni; altre due strutture sulla sp Calavorno-Campia a Gallicano; il ponte di Calavorno sulla sp 21; il ponte del Fogliaio sulla sp 39 di Vergemoli; il ponte sul Serchio sulla sp 40 Gallicano-Mologno; sulla sp 46 di Fosciandora il ponte di Ceserana; la passerella di Ponte all’Ania sul Serchio; la passerella di Bolognana sulla sp 58; il ponte Pari a Borgo a Mozzano; il ponte di Fornaci sulla sp 75.

Le principali struttura sulla viabilità montana sono: il ponte a Capanne di Sillano sulla sp 12 di Pradarena; la struttura di Pontecosi sulla sp 16 di S. Romano in Garfagnana; sulla medesima direttrice il ponte che si trova a S. Romano; poi il ponte Vergai sulla sp 48 Castelnuovo-Careggine; due strutture sulla sp 50 di Vagli; il ponte Sasso alla Botte sulla sp 66 di S. Romano Camporgiano; due strutture sulla sp 72 del Passo delle Radici.

In Pianura lo studio si concentrerà su tre strutture della sp 1 Francigena (via per Camaiore): si tratta del ponte sul Serchio a Monte S. Quirico a Lucca, del viadotto sulla Freddana a Monte S. Quirico e del ponte sul torrente Camaiore a Viareggio; inoltre un cavalcaferrovia e un ponte sulla sp 4 Mammianese rispettivamente a Marginone (Altopascio) e a S. Salvatore (Montecarlo); il sottopasso della Fraga sulla sp 29 di Marlia (viale Europa) a Capannori; il cavalcaferrovia sulla sp 33 Montecarlo-S. Salvatore; il ponte a Villa sulla sp 35 di Villa Basilica; il ponte dei Ginesi sulla provinciale 61 Lucchese-Romana; infine il cavalcaferrovia di Paganico sulla sp 74 del Frizzone.

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