LAV critica su sistema randagismo tra ASL, cacciatori e allevatori
Il sistema attuale del randagismo crea un’inerzia culturale che provoca un danno per tutti, uomini e animali
“Il sistema randagismo è proprio questo e perciò il problema è tanto difficile da risolvere. Si tratta di una connivenza implicita e spesso involontaria tra ASL, amministrazioni pubbliche, cacciatori e allevatori, che nella stessa scorretta difesa di un ciclo produttivo ingiusto collaborano ciascuno per parte sua al persistere dei danni alle greggi e dell’affollamento dei canili. Lo si legge bene negli attacchi rivolti alla LAV ogni volta che mette in luce tali situazioni. Non parlo necessariamente di un’associazione a delinquere, ma di un’inerzia culturale per la quale ciascuno difende i propri interessi a scapito degli interessi degli animali e della collettività umana. Un atteggiamento che prevede programmaticamente l’accusa di incompetenza normalmente rivolta alle voci dissonanti”.
Questa la replica di Giacomo Bottinelli, responsabile LAV Grosseto, alle accuse di ignoranza del sistema mosse nei suoi confronti da ASL ed esponenti del mondo venatorio e pastorale. Bottinelli porta i dati forniti dal responsabile del servizio veterinario Asl, dr. Paolo Madrucci: “In una email indirizzata a me e al gruppo di lavoro del piano di controllo randagismo della Provincia, il dr. Madrucci ha parlato pochi giorni fa di soli 182 cani e 3800 gatti sterilizzati dalla ASL dal 2009 ad oggi. Una cifra che non può certamente far fronte né al numero di colonie feline sul territorio né ai cani abbandonati dei canili per i quali la legge prevede la sterilizzazione obbligatoria”.
“La scorsa settimana fa mi trovavo casualmente alla ASL di Castel del Piano – prosegue Bottinelli – e mi sono imbattuto in una donna che espletava la denuncia di smarrimento per un cane. Una volta completata la pratica si è rivolta all’impiegata e ha chiesto un pacchetto di moduli di smarrimento. Alla mia domanda se programmasse di smarrire così tanti cani nel prossimo periodo la signora ha candidamente risposto che era cominciata la caccia e quindi i cani si smarriscono numerosi. Ne è sorta una discussione nella quale è intervenuto a far da paciere il responsabile del servizio veterinario locale, il dr. Franco Ulivieri”.
“Fa dunque sorridere la solita e scontata difesa dei cacciatori che dichiarano di non essere responsabili del randagismo – conclude Bottinelli – così come sono esilaranti le affermazioni dell’allevatrice Ulrica Fatarella che sostiene di amare tutti i suoi animali, anche quando li manda al mattatoio. C’è solo l’ironia per rispondere a simili posizioni: la signora può diventare vegana e comprendere che, a differenza di quanto dice, su questo pianeta le cose possono andare diversamente, per il bene di tutti, uomini e animali”.
fonte: LAV Grosseto