FIRENZE – 50 anni in Movimento, gli eventi speciali del Musicus Concentus
Tanti appuntamenti in calendario, dalla rassegna A Jazz Supreme ai Poeti del Piano Solo, spazio ai giovani con il progetto Jazz Prime
Con la stagione autunnale riparte il ricchissimo programma di concerti del Musicus Concentus. Tra questi spiccano i cinque eventi speciali realizzati in occasione del cinquantennale dell’Associazione, realizzati con il sostegno della Regione Toscana e dell’Opera di Santa Maria del Fiore.
Dopo l’appuntamento “Sulla inutilità della guerra” – l’evento per voce recitante e musica che l’Opera di Santa Maria del Fiore, con la produzione e direzione artistica di Musicus Concentus, ha offerto alla Città di Firenze, del concerto di Theon Cross in Sala Vanni e quello di Yves Tumor ad Ultravox Firenze, adesso è la volta del Piano Solo di Tigran Hamasyan e del concerto “Altissima Luce” di Paolo Fresu e Daniele di Bonaventura.
Il concerto di Tigran Hamasyan si tiene in data unica il 30 settembre al Teatro Puccini, recentemente rinnovato per accogliere il grande pubblico con una acustica di prim’ordine (inizio ore 21:15), ed è inserito nel programma de “I Poeti del Piano Solo”, un festival totalmente dedicato al recital di piano solo,diretto dal pianista Stefano Maurizi e dal Presidente del Musicus Concentus Fernando Fanutti.
Considerato uno dei più straordinari musicisti della sua generazione, il trentenne Hamasyan unisce la potenza dell’improvvisazione jazz, la musica folcloristica della sua terra natale, l’Armenia, e la potenza del rock. La sua vita è stata da subito caratterizzata dalla musica. Nel 2003 vince il premio “rivelazioni” al Jazz à Juan e il premio della critica e del pubblico al Festival di Montreux, nel 2006 ottiene il premio come “Best Jazz Piano” al Thelonious Monk Institute of Jazz. Nello stesso anno registra il suo primo album “World of Passion,” uscito nel 2009 insieme a Red Hail con gli Aratta Rebirth. Nel 2015 vince il prestigioso Paul Acket Award al North Sea Jazz Festival e l’anno successivo vince l’Echo Award (il Grammy tedesco) per il migliore album pianistico internazionale dell’anno con Mockroot. La rinomata rivista Downbeat ha definito la musica di Tigran sublime, Brad Mehldau ha detto “Tigran really grabbed me, in this really cool way”. Di appena pochi mesi fa il suo ultimo disco “StandArt”.
Altro evento speciale, tra i cinque pensati per festeggiare il 50° anniversario di Musicus Concentus, su commissione dall’Opera di Santa Maria del Fiore, si terrà il 26 ottobre nel Duomo di Firenze e vedrà protagonisti Paolo Fresu e Daniele di Bonaventura con il progetto intitolato “Altissima Luce”, ispirato al Laudario di Cortona. La straordinaria città medievale conserva ancora oggi uno degli esempi più evidenti di produzione musicale paraliturgica prodotta dalla confraternita di Santa Maria delle Laude della chiesa di San Francesco. Il Laudario di Cortona si può ben definire il primo canzoniere in volgare della storia, da cui il progetto “Altissima Luce” sceglie 12 laudi e le rilegge nella inimitabile chiave jazz di Paolo Fresu e Daniele di Bonaventura, in quartetto con Michele Rabbia e Marco Bardoscia, supportati dalla nuova Orchestra da Camera di Perugia e dal gruppo vocale Armoniosoincanto. La datazione del Laudario non è chiara: per alcune fonti risale al 1250 ca, per altre al periodo compreso tra 1270 e 1290; il suo ritrovamento, avvenuto nel 1876 per mano di Girolamo Mancini, fa del manoscritto uno dei pochissimi esempi di laudario composto da testo e musica.
Gli altri appuntamenti de I Poeti del Piano Solo
La grande novità di questa terza edizione dei Poeti del Piano Solo realizzata in collaborazione con l’Associazione Something Like This sta nella diffusione degli appuntamenti nella città di Firenze: ogni concerto si svolgerà in un luogo diverso, coinvolgendo sedi prestigiose in un ideale giro della città in musica.
Oltre al già citato Teatro Puccini con Tigran Hamasyan, c’è anche l’immancabile Sala Vanni, presidio culturale dell’Oltrarno fiorentino e sede storica del Musicus Concentus. Qui, mercoledì 28 settembre si esibirà Enrico Pieranunzi con il suo Piano Solo “Unlimited” (inizio ore 21:15), un’avventura musicale da seguire nota dopo nota. Si passa da una canzone di Gershwin a Scarlatti, da un blues a un brano originale che racconta una storia tutta sua. La sua musica, è stato scritto, “dà voce al desiderio di superamento del confine interpretativo” ed egli “si prende la libertà di interpretare se stesso”. Classe, eleganza, immaginazione sono gli ingredienti di una esperienza sonora che riesce a catturare appassionati di ogni genere musicale. Nei decenni della sua ricca discografia (più di 80 album) troviamo collaborazioni prestigiose con luminari del jazz come Chet Baker, Paul Motian, Charlie Haden, Marc Johnson e Joey Baron, ma anche un disco in duo con Bruno Canino (Americas) e lavori incentrati su Scarlatti, Bach, Haendel, Martinu e Gershwin. È l’unico musicista italiano ad aver registrato più volte a suo nome nello storico studio “Village Vanguard” di New York e, tra i tanti riconoscimenti nazionali e internazionali per la sua attività musicale, vanno ricordati il Django d’Or francese (1997) come “miglior musicista europeo”, l’Echo Award 2014 in Germania come “Best International Piano Player” e il premio “Una vita per il jazz” assegnatogli dalla rivista Musica Jazz.
Quest’anno, grazie al contributo dell’Opera di Santa Maria del Fiore, “I Poeti del Piano Solo” fa tappa anche al Museo dell’Opera del Duomo di Firenze. Nella meravigliosa Galleria del Campanile sarà infatti protagonista giovedì 29 settembre Tania Giannouli (ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria a partire da lunedì 26 settembre, alle ore 10.00, alla email eventi@duomo.firenze.it).
Tra i nomi più freschi e attuali del panorama europeo, compositrice e improvvisatrice, la pianista trasferisce sulla tastiera questa sua doppia dimensione che la porta a esplorare il mondo del jazz con personalità, facendo ricorso anche al suo background classico e alle influenze folkloriche della terra di origine, la Grecia.
A una tecnica che non lascia spazio per nessun dubbio, si aggiunge una profonda abilità di improvvisatrice. Non a caso la Giannouli è stata recentemente candidata, insieme a Tigran Hamasyan e Shai Maestro ai Deutscher Jazzpreis, importante riconoscimento della discografia tedesca.
I pianisti inseriti nel programma della rassegna si esibiranno suonando il gran coda Steingraeber & Sohne modello E-272, uno dei pianoforti per concerto più distintivi e straordinari. Poeti del Piano Solo è realizzato anche grazie al contributo di Banca Euromobiliare e Anea Italia srl.
Il ritorno di A Jazz Supreme
Anche quest’anno sono sei i concerti in programma nel cartellone di A Jazz Supreme, pensato da Fernando Fanutti del Musicus Concentus e dal pianista Simone Graziano come omaggio al disco “A Love Supreme” di John Coltrane.
La migliore scena jazzistica contemporanea trova la sua collocazione naturale in Sala Vanni e prende il via sabato 14 ottobre con Jazzasonic (ore 21:15). L’idea di questa formazione nasce grazie ad Italia Jazz Club che chiede a Dario Cecchini di creare una band che suoni la sua musica durante i due giorni de Il jazz italiano per le terre del sisma a L’Aquila. L’intento è quello di valorizzare le capacità compositive di Dario in un contesto diverso da quello dei Funk Off. Dario chiama con sé musicisti che conosce bene, versatili e capaci di poter seguire la sua musicalità, che parte dal jazz ma che si ispira un po’ a tutte le correnti della black music. I nomi sono conosciutissimi: Claudio Filippini al piano e tastiere, Gabriele Evangelista al contrabbasso e Stefano Tamborrino alla batteria, non solo dei fuoriclasse dei propri strumenti ma anche duttili ed esperti conoscitori dei tanti stili che la musica di oggi ci offre. La musica è tutta originale e composta da Dario Cecchini che, come anche nei Funk Off, resta legato ad un concetto melodico ed armonico molto personale e di ampio respiro.
Venerdì 21 ottobre (ore 21:15) spazio a Dan Kinzelman “Unfall”: unico progetto da leader del sassofonista statunitense Dan Kinzelman, in ‘Unfall’ è affiancato da tre degli improvvisatori più originali in Italia: Mirco Rubegni alla tromba e al corno, Manuele Morbidini al sax contralto e Rossano Emili al sax baritono e clarinetto basso. In un processo ecologico di recupero e riutilizzo di linguaggi musicali passati di moda, la musica di ‘Unfall’ mescola in maniera irriverente free jazz, dixieland, musica da banda e minimalismo orchestrale. Il dialogo fra linguaggi e l’intertestualità diventano elemento fondante in un processo che si ispira ai cut-ups di William Burroughs, o alla frenesia di stimoli audiovisivi tipica della cultura contemporanea.
Le strutture musicali sono definite soltanto in parte, e in molti casi, la difficoltà tecnica della materia rende impossibile un’esecuzione ‘corretta’, ma è proprio questo spazio di confine fra il possibile e l’impossibile che viene indagato: ‘Unfall’ cerca un equilibrio fra disciplina e gioco, controllo e caos.
Il progetto Panaemiliana, in programma per A Jazz Supreme venerdì 28 ottobre (ore 21:15), si forma dall’incontro di cinque musicisti attivi nella scena musicale bolognese ed italiana. Il progetto è un viaggio tra Bologna e le madonne dei pilastrini rubate lungo la via Emilia. Racconta la visione di questa terra rosso sbiadita, piena di storie dimenticate e di atmosfere sottovalutate, bagnata da una nebbia perenne che sparisce bruciata da estati improvvise. La musica guida questo viaggio di giorno e di notte, senza parole ma solo con impressioni e nessuna risposta. Bologna, l’Emilia e l’Italia intera sono un crocevia di culture e tradizioni, Panaemiliana è la strada che lo attraversa. Nella primavera del 2020 la band esce con il disco omonimo per l’etichetta romagnola “Brutture Moderne”.
Venerdì 4 novembre è invece la volta dello Jacopo Ferrazza 5tet, che presenta il progetto “Fantàsia” (ore 21:15). La musica del quintetto si basa su una folta parte di scrittura e di programmazione assecondata da un’improvvisazione che è quasi sempre al servizio della composizione e della sua evoluzione descrittiva. Il mondo sonoro di questo ensemble è fortemente influenzato da quattro matrici: il jazz moderno, la musica cameristica, la corrente tardo-romantica e la musica elettronica. Mondi apparentemente lontani tra loro, trovano una sinergia nella scrittura dell’album, permettendo ai musicisti e all’ascoltatore di immergersi in piani sonori sempre differenti e articolati. Fantàsia si basa sulla ricerca e l’urgenza di rappresentare il surreale e l’onirico, tentando così di descrivere in musica sensazioni e visioni che trovano forza e dignità grazie alla dicotomia sonora acustica/elettronica.
Nel penultimo appuntamento in Sala Vanni, previsto per venerdì 11 novembre, il Ben Lamar Gay Ensemble (ore 21:15). Cornettista originario di Chicago, Ben LaMar Gay è uno dei più avventurosi e curiosi musicisti in circolazione il cui sound spazia tra avant-garde jazz, hip-hop e indie rock, traendo spunto anche dalla tradizione brasiliana e dalle sperimentazioni elettroniche. Attivo nella scena musicale sperimentale di Chicago e avendo passato tre anni di residenza in Brasile, Ben ha collaborato con diverse figure tra le più influenti nel mondo della musica come Joshua Abrams, George Lewis, Jeff Parker, Theo Parrish e molti altri.
È apparso in album di vari generi e con vari artisti: dall’hip-hop di Polyphonic the Verbose, al batterista jazz Makaya McCraven, al R&B di Coultrain. Il suo disco Downtown Castles Can Never Block The Sun del 2018 è stato più un capolavoro che un album di debutto, acclamato da pubblico e critica, Ben si è fatto notare e grazie alla sua voce ed al suo talento ha ottenuto due importanti residenze artistiche da Edgar Miller Legacy Glasner Studio e da Red Bull Music Academy. Con una visione globale ma al tempo stesso rimanendo fedele alle proprie origini, Ben riesce a unire perfettamente estro creativo con onestà e rigore. “Open Arms to Open Us” è il nuovo disco del suo enesemble, una raccolta registrata interamente agli Anthem studios di Chicago tra Marzo e Giugno 2021. È stato definito artista “visionario” dal New York Times, mentre Jeff Parker lo definisce “uno dei miei musicisti preferiti sulla faccia delle terra”.
Infine, venerdì 18 novembre (ore 21:15), è la volta di Linda May Han Oh: una bassista e compositrice che ha suonato e inciso con artisti del calibro di Pat Metheny, Kenny Barron, Joe Lovano, Dave Douglas, Terri Lyne Carrington, Steve Wilson, Geri Allen, and Vijay Iyer. Nata in Malaysia e cresciuta a Perth, in Australia, ha già ricevuto moltissimi premi tra cui il Bell Award come miglior giovane artista australiana dell’anno e una menzione da Downbeat come stella nascente del basso. È stata votata sia nel 2018 che nel 2019 come miglior bassista dell’anno dalla Jazz Journalist Association, così come artista emergente dell’anno 2019. Nello stesso anno ha ricevuto una borsa di studio rispettivamente dalla Jerome Foundation e dalla Chamber Music America New Jazz, ed il premio come miglio bassista per Hothouse Magazine. Del 2020 il premio Margaret Whitton.
Ha all’attivo cinque uscite come bandleader, seguite da un successo di pubblico e critica. Il suo lavoro più recente è Aventurine, un album che vede protagonisti il gruppo vocale Invenio e i talenti Greg Ward, Matt Mitchell, e Ches Smith. Di base a New York City, Linda insegna alla New School of Jazz ed al Berklee College of Music. Uneasy è il disco di Vijay Iyer uscito lo scorso anno per ECM e che vede il basso di Linda protagonista assoluto. “Her innovative range and stellar improvisations have made [her] one of the most dynamic rising stars in jazz today” – scrive di lei The Wall Street Journal.
I giovani di Jazz Prime
È infine in corso la selezione delle band che parteciperanno alla quarta edizione di Jazz Prime, due giornate di concerti il cui obiettivo è quello di offrire ad alcuni dei più promettenti giovani e giovanissimi del jazz italiano un vero palco e la possibilità di farsi apprezzare dal pubblico, in un progetto itinerante che quest’anno si svolgerà il 25 e 26 novembre al Teatro Giotto di Vicchio.
Le attività dell’Associazione Musicus Concentus beneficiano del contributo di Ministero della Cultura, Regione Toscana, Comune di Firenze, Città Metropolitana di Firenze e sono sostenute da Fondazione CR Firenze con il contributo di Intesa Sanpaolo. Sponsor: Cdr Srl.
I due appuntamenti in collaborazione con l’Opera di Santa Maria del Fiore sono ad ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria: informazioni, calendario e aggiornamenti su www.musicusconcentus.com.