AREZZO – Tentato suicidio sventato all’ultimo minuto all’interno del penitenziario
Il dramma della Commedia Umana ha potuto colpire, sabato, anche dove la logica ci spingerebbe a pensare essere impossibile discendere anche di un solo gradino lungo la scala che è il gioco della vita. E’ stato infatti nel penitenziario di San Benedetto ad Arezzo che un detenuto di 46 anni originario di Eboli, in carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso, ha tentato il suicidio per impiccagione utilizzando, come nel più classico esempio che l’immaginario collettivo ci offre, un lenzuolo legato a scorsoio.
L’uomo, adesso ancora ricoverato in ospedale ma definitivamente fuori pericolo, è stato salvato dal tempestivo intervento di un agente della polizia penitenziaria di turno al momento del tentato suicidio.
L’agente, passando per i corridoi, non era riuscito ad individuare il detenuto all’interno della sua cella: dopo qualche tentativo di richiamo vocale, anche ad opera del compagno di cella dello scampato suicida, ha ritenuto opportuno controllare con attenzione.
Aperta la porta il poliziotto si è diretto in bagno dove il detenuto, un collaboratore di giustizia di secondo grado, si trovava oramai cianotico appeso per il collo alla grata della finestra.
Sganciatolo ed appoggiato a terra, l’agente ha subito chiamato il 118 che prontamente lo ha portato in ospedale, dove il l’uomo si trova tutt’ora, piantonato da due agenti.
L’ennesimo caso di tentato suicidio nel nostro paese che non fa che peggiorare una già allarmante situazione. I tentati suicidi nelle carceri infatti si contano a ritmi di più di uno a giorno, in italia, con statistiche che vedono aumentate le morti per suicidio nelle carceri italiane del 300% negli ultimi 10 anni, ed un aumento dei tentativi di suicidio con picchi incredibili come quello registrato nel 2010, quando il numero salì a 1134 suicidi scampati.
Dati molto preoccupanti se si considerano nel loro insieme le statistiche sulla qualità della vita della popolazione carceraria italiana, costretta da anni a vivere in condizioni di estremo sovraffollamento nel quasi totale disinteresse di opinione pubblica ed istituzioni dello Stato.