AREZZO – Il lupo nel Parco nazionale e la citizen science, educare per conservare
La Citizen Science (CS) consiste nel coinvolgimento attivo dei cittadini nella raccolta, nell’analisi e nell’ interpretazione di dati a fini scientifici.
Svolge un ruolo anche a livello sociale ed educativo, contribuendo alla formazione di persone maggiormente consapevoli. Nel corso degli ultimi anni la CS sta trovando sempre più spazio nel panorama scientifico italiano, con una crescita esponenziale dei progetti, principalmente dedicati alla biodiversità (DITOs consortium, 2019).
Tra le specie oggetto di monitoraggio il lupo è fra quelle che desta più interesse. In Italia ha lentamente ricolonizzato i comprensori da cui era scomparso nel secolo scorso ed è oggi distribuito lungo tutto l’Appennino e sull’arco alpino, con uno stato di conservazione favorevole (report ISPRA, 2013). Tra le minacce per la sua conservazione assumono rilevanza primaria i conflitti con le attività antropiche (Genovesi, 2018), amplificati dalla sempre più diffusa e crescente disinformazione che si diffonde via web, tv e carta stampata. Il tema della conservazione del lupo deve essere pertanto affrontato con soluzioni integrate: ricerca, prevenzione e divulgazione devono andare di pari passo al fine di realizzare una corretta convivenza.
Anche il coinvolgimento dei cittadini nelle tecniche di monitoraggio è un valido strumento a questo fine. Il wolf howling è una delle tecniche non invasive di censimento (Marucco, 2014) che sfrutta la sua naturale tendenza ad ululare. Consiste nell’emissione di ululati preregistrati inducendo così risposte vocali da parte dei lupi. Permette di determinare la presenza o l’assenza di questo canide, di stimarne il numero minimo e di accertare – attraverso la risposta dei cuccioli – l’avvenuta riproduzione (Harrington & Mech, 1982). Già dagli anni ‘70, in Canada, alcuni parchi nazionali hanno aperto le sessioni di wolf-howling al pubblico, creando occasioni di educazione ambientale e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica (Carbyn, 1975). Tale pratica è stata poi riportata anche in altre pubblicazioni quale utile strumento per informare ed educare sul tema del lupo (Mech & Boitani, 2003).
Partendo da queste esperienze di CS, nazionali ed internazionali, il parco nazionale delle Foreste casentinesi ha deciso di approvare, già dal 2016, uno specifico disciplinare per l’esecuzione del wolf howling a scopo didattico. La regolamentazione è stata accuratamente studiata al fine di non arrecare disturbo a questa specie e, nel contempo, di raccogliere dati utili e integrabili con il monitoraggio ordinario. Le sessioni – assegnate esclusivamente dall’Ente e distribuite uniformemente e temporalmente nel territorio – sono autorizzate prioritariamente alle guide ambientali escursionistiche (professionisti titolati ad accompagnare in sicurezza), in numero limitato (solo 24, una per ogni guida ammessa), in un periodo di tempo definito (novembre, dicembre e gennaio) ed in luoghi prestabiliti. Questo per limitare l’uso del wolf howling ai mesi che precedono il periodo degli accoppiamenti e in cui la specie è meno sensibile, in quanto i cuccioli dell’anno sono già grandi e seguono gli adulti. Inoltre, per la stimolazione sonora, è utilizzato esclusivamente l’ululato di un individuo singolo, che simula un comportamento naturale, meno aggressivo e tipico del periodo in cui sono presenti individui in dispersione. Le guide devono partecipare obbligatoriamente ad un corso di formazione che tratta tematiche quali biologia del lupo e tecniche di monitoraggio. Contiene anche lezioni pratiche al riconoscimento di ululati e di utilizzo delle apparecchiature. Inoltre l’autorizzazione è vincolata alla presentazione di uno specifico progetto formativo: ogni guida deve presentare un programma, da proporre ai propri gruppi, comprensivo anche di informazioni riguardo l’etologia del lupo e le attività di monitoraggio svolte dall’Ente. Quest’ultimo mette a disposizione materiale a supporto. Tutte le attività sono effettuate in collaborazione e sotto la supervisione dei tecnici del Parco e del Reparto Carabinieri del PNFC.
L’Ente crede fermamente che, nel complesso delle azioni che hanno lo scopo di monitorare e migliorare la conoscenza del lupo, un posto importante lo abbiano la formazione e la divulgazione.
Sono tantissimi i luoghi comuni, le paure ancestrali, che purtroppo ancora oggi minano l’integrità della specie e mirano a far modificare una normativa europea e nazionale che ha contribuito al raggiungimento dell’attuale stato di conservazione. Il ruolo di queste sessioni straordinarie è quello – attraverso un’esperienza unica e suggestiva – di affiancare all’attività didattica e ad una maggiore conoscenza degli ambienti di vita del lupo appenninico, la scoperta di un ambiente naturale straordinario.
Par approfondimenti : https://www.parcoforestecasentinesi.it/it/vivi-il-parco/attivita/wolf-howling-scopo-didattico