WWF, basta con disinformazione sulla pelle del lupo e degli allevatori

Continua la campagna di disinformazione sulla pelle del lupo, ma anche degli allevatori.

Non c’è altra spiegazione alle parole di una importante associazione di agricoltori del grossetano che addita la specie simbolo della Natura d’Italia come causa della crisi di aziende agricole che sarebbero sull’orlo del fallimento per la perdita di tre capi di bestiame. Se esiste una “emergenza”, non è certamente colpa dei lupi: il comparto zootecnico è in crisi per ben altri motivi, legati alle dinamiche di mercato, queste si davvero feroci. Perdere animali per attacchi dei lupi non è ovviamente piacevole per un allevatore, ma limitarsi a gridare “al lupo, al lupo” in modo strumentale non risolve i problemi, bensì genera solo un inutile inasprimento dei conflitti che non va a vantaggio né del lupo, né degli allevatori.

L’unica soluzione efficace in presenza di lupi nel territorio, tanti o pochi che siano, è quello di mettere in campo adeguati metodi di allevamento e di prevenzione. È, infatti, possibile utilizzare i cani da guardiania anche per i bovini, come dimostrano varie esperienze in Appennino centrale, o sperimentare dispositivi per tutelare i vitelli dopo i parti, come quelli che il WWF stesso ha finanziato in Emilia Romagna e Veneto.

Per questo sarebbe necessario che le associazioni di categoria, invece di comunicati stampa, aiutassero gli allevatori ad identificare le soluzioni ottimali e ad accedere ai fondi europei per finanziarle. Tra l’atro, dire che è necessario evitare la formazione di branchi per affrontare il problema non solo non risolverebbe il problema, ma lo farebbe solo accrescere, visto che proprio i lupi solitari si rivolgono più spesso al bestiame.

Anche il WWF considera “icone della Maremma” tutti gli allevatori che, con fatica e con impegno, cercano di portare avanti le proprie aziende nel rispetto dell’ambiente e del territorio, come quelli di DifesAttiva, che rappresentano un modello da seguire a livello nazionale e che il WWF cerca da anni di supportare.

Una coesistenza pacifica tra le attività umane ed il lupo è possibile, ma è necessario abbandonare i toni propagandistici con cui si mascherano le vere ragioni alla base della crisi del settore, affrontare il tema con competenza e collaborare per diffondere gli strumenti di prevenzione più adeguati, valorizzando tanto il lavoro degli allevatori quanto il valore di una specie chiave per gli ecosistemi del nostro Paese.

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