Lavoro, i dati dell’Ordine degli Psicologi: tra i toscani cresce il desiderio di cambiarlo
Lo segnala il 55% dei professionisti. Tra le motivazioni lo stress e i conflitti con colleghi e superiori
Più della metà degli psicologi toscani (55%) ha registrato tra i propri pazienti il desiderio o l’esigenza di cambiare lavoro. Tra le motivazioni principali ci sono lo stress sul luogo di lavoro (49%), il desiderio di cambiamento (20%) e i conflitti relazionali (11%).
I dati emergono dall’ultimo studio che l’Ordine degli Psicologi della Toscana ha condotto in collaborazione con il laboratorio di Psicometria del Dipartimento Neurofarba (Università degli Studi di Firenze), per indagare lo stato di salute psicologica dei toscani nel periodo di tempo tra marzo 2022 e marzo 2023.
Le ultime sentenze della Corte di Appello e della Corte di Cassazione sullo stress da lavoro riconoscono lo stress lavoro-correlato causa di danno cronico alla salute.
“Quello che noi psicologi notiamo è un aumento del disagio che i pazienti provano sul luogo di lavoro o a causa della loro condizione lavorativa” commenta Rossella Capecchi, Psicologa, Consigliera Segretario dell’Ordine degli Psicologi della Toscana e referente del gruppo di lavoro in psicologia del lavoro e delle Organizzazioni.
“Parallelamente sta crescendo anche l’interesse dei datori di lavoro, sia nel pubblico che nel privato, verso il benessere psicologico dei propri dipendenti, che si traduce per esempio in convenzioni con professionisti iscritti all’Ordine per percorsi di supporto psicologico da inserire nei pacchetti welfare, o nell’apertura di sportelli di consulenza psicologica per i lavoratori. La legge 81 del 2008 stabilisce l’obbligo per il datore di lavoro di valutare e gestire il rischio di stress lavoro-correlato, ma ci sono ancora molti passi da fare a livello culturale. In questo quadro sono un segnale molto importante alcune recenti sentenze che individuano per la prima volta un nesso di correlazione tra salute psicologica e condizioni di lavoro anche in mancanza di vessazioni” conclude Capecchi.
“Prendersi cura del benessere psicologico anche negli ambienti lavorativi ha conseguenze positive sulla qualità della vita dei dipendenti ma anche sulla produttività delle aziende, un lavoratore che sta bene fa meno assenze e svolge meglio le proprie mansioni”.