Aree interne e aree urbane, alleanza in nome di innovazione e valorizzazione dei territori
Una visione diversa e innovativa del rapporto tra aree interne e aree urbane, tra città e borghi, basata sul reciproco riconoscimento e sulla condivisione di politiche e obiettivi.
E’ quanto emerso ieri dalla mattinata di lavori organizzata da Regione e Anci Toscana, in Palazzo Strozzi Sacrati, dal titolo “Alleanza tra aree urbane e aree interne”, che ha visto la partecipazione della vicepresidente e assessora alle aree interne Stefania Saccardi, del presidente di Anci Toscana e sindaco di Prato Matteo Biffoni, di sindaci di città grandi e piccole, di docenti universitari oltre all’intervento di Stefano Boeri, uno dei più grandi architetti e urbanisti italiani.
“I cambiamenti climatici, la necessità di riequilibrare il divario socioeconomico e ambientale tra aree forti e aree deboli esigono un maggior impegno dei decisori pubblici verso l’attuazione di politiche innovative orientate anche alla valorizzazione dei benefici offerti dagli ecosistemi alla società nel suo complesso – ha detto la vicepresidente Saccardi – Tra aree urbane e aree interne non deve esserci un rapporto assistenziale ma un rapporto di complementarietà in base al quale le aree montane e interne svolgono un ruolo fondamentale per le aree urbane maggiormente abitate. L’ottica è la strategia di sistema rispetto alla quale la Regione Toscana si è già mossa, nella consapevolezza che le aree più densamente abitate non possono vivere bene senza l’equilibrio con le aree montane. La ricerca di Anci e Regione condotta con le università del Molise, di Pisa e di Firenze ci aiuta ad approcciarci in modo ancora più attento nei confronti di aree interne, fonte inestimabile di servizi ecosistemici”
Nella mattinata è stata presentata la ricerca “Montagna, servizi ecosistemici e strumenti di governance in Toscana” promossa da Anci, finanziata dalla Regione Toscana e svolta dalle università di Firenze, Pisa e del Molise che si è posta l’obiettivo di definire una metodologia per sviluppare dei modelli di gestione riconoscendo e valorizzando i patrimoni territoriali locali con riferimento a due contesti territoriali della Toscana (Amiata e Mugello), con particolare riferimento ai servizi ecosistemici legati all’acqua.
“In questi anni – ha detto Biffoni – abbiamo girato tutte le aree interne della Toscana, per capire sul posto esigenze e problemi dei territori più lontani dalle città. E abbiamo capito una cosa vitale per il futuro di tutta la Regione, non solo per i piccoli centri ma anche per quelli più piccoli: se non tuteliamo le aree interne, andremo tutti in difficoltà. Dobbiamo riequilibrare i rapporti: i grandi Comuni devono cedere un po’ di sovranità e di risorse nell’interesse reciproco. Basta pensare a servizi ecosistemici come la risorsa idrica o le foreste, ricchezze dei piccoli centri che servono anche alle grandi aree urbane. L’obiettivo è fare in modo che chi vive e lavora nelle aree interne abbia tutte le condizioni per restare, o magari tornare; e per questo ci voglio servizi e risorse. Solo così possiamo contrastare lo spopolamento e impedire la crescita di una ormai insostenibile pressione nelle grandi città”.