Patologie da stress lavorativo, approvato il progetto 2021-2024
Si arricchisce di nuovi indirizzi di sviluppo la Rete ‘toscana per lo stress da lavoro correlato’ (osnet), per rispondere ai bisogni dei lavoratori nel miglior modo possibile. Su questo tema la Giunta regionale ha approvato di recente il progetto triennale (2021-2024) di stabilizzazione e sviluppo di un sistema a rete fra i servizi di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro delle Asl e il Centro diagnostico per le patologie da stress e da disadattamento lavorativo dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana, grazie all’esperienza maturata negli anni e che si consolida con nuovi servizi di tutela e assistenza per i lavoratori. L’atto è stato proposto dall’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini.
Il progetto, a cui è destinato un finanziamento di € 360mila euro, dà continuità a quello avviato nel 2015, ma con alcune importanti nuove linee di sviluppo per la prevenzione dei rischi da stress derivante da possibili aggressioni: la collaborazione con la rete regionale dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (rls) per l’erogazione di specifici pacchetti formativi per l’analisi e prevenzione del rischio, un progetto di prevenzione violenze e aggressioni in uno dei settori lavorativi maggiormente esposti al rischio, quello della logistica e dei trasporti, un focus sullo stress lavoro correlato derivante dalla pandemia da Covid-19 e dalle nuove modalità di lavoro (ad esempio lo smart working) e lo sviluppo di partnership accademiche e scientifiche, che consentiranno di approfondire nuove tematiche e divulgare i risultati raggiunti.
“Il Testo unico sulla sicurezza sul lavoro richiama l’obbligo alla valutazione di tutti i rischi dell’attività lavorativa, anche dei rischi connessi allo stress lavoro per possibili atti di aggressione – spiega l’assessore Bezzini -. Questo tipo di stress è, infatti, all’origine di numerose malattie da lavoro e può essere causa di infortuni anche gravi, la cui prevenzione rappresenta un obiettivo regionale primario. L’esperienza, che abbiamo maturato negli anni precedenti con progetti mirati, ci consente oggi di sviluppare nuove azioni, che vanno ad aggiungersi a quelle già consolidate nella prassi di collaborazione con tutti i soggetti coinvolti e che pongono sempre al centro della loro attenzione i bisogni dei lavoratori, che chiedono assistenza, tutela e valutazione sanitaria, a partire dalle esigenze di contesto come quelle determinate dalla pandemia”.