CASTAGNETO CARDUCCI – Trovata diciannovenne strangolata. Fermato un senegalese con addosso il cellulare della vittima.
Ilaria Leone aveva solo 19 anni. L’hanno trovata ieri mattina in un’uliveta, morta, i pantaloni abbassati. Strangolata viva, stabilisce la perizia legale.
La ragazza originaria di Donoratico, nota località turistica sulla Riviera degli Etruschi nel comune di Catagneto Carducci, lavorava come cameriera in una pizzeria nel medesimo comune in Località Piantoni. Era uscita dal lavoro alle 21:45, due chiacchiere con una collega. Fin qui tutto normale. Alle 22.30 è stata vista parlare in maniera concitata al telefono con qualcuno ,forse litigare, chiedere da accendere ad un ragazzo. Poi sparita. Di Ilaria più nessuna notizia. Finché non è stato ritrovato il corpo al mattino successivo, mal celato con delle frasche, straziato al collo da mani assassine, i pantaloni abbassati, sembra anche delle echimosi nella zona pubica. Inizialmente però il riconoscimento è difficile: i carabinieri non ritrovano né documenti né cellulare della vittima. In un primo momento, viste il lineamenti delicati e vagamente orientali della ragazza,sì è sentito dire che si pensava ad un’asiatica. Poi la ragazza viene riconosciuta. I medici stabiliscono che la morte è avvenuta tra le 22:30 e le 23:30. Proprio intorno a quell’ora, una signora residente vicino all’uliveta luogo del triste ritrovamento, afferma di aver sentito abbaiare e ringhiare i suoi cani come mai avevano fatto prima.
Vengono avvertiti i familiari, urla di dolore, la madre ha un forte schock ed è necessario l’ìintervento di personale sanitario per soccorerla e sedarla.
Nessuno capisce il perché, il movente, chi possa essere stato. Inizialmente si interroga l’ex fidanzato della ragazza, che viene immediatamente rilasciato perché completamente estraneo ai fatti.
Poi la svolta. Grazie al Gps del cellulare, viene rintracciato e fermato un clandestino africano 34enne, Ablaye Ndoje, senegalese da tempo residente a Donoratico nonostante un avesse già un provvedimento di espulsione. Nello zaino del presunto assassino, giunto nel frattempo fino a Piombino in bicicletta, viene ritrovato il telefonino di Ilaria. Ndoye è uno spacciatore della zona già noto alle forze dell’ordine, spiega il Procuratore Francesco de Leo che aggiunge che probabilmente la giovane faceva uso di sostanze stupefacenti.
Il senegalese viene portato alla stazione dei Carabinieri di Donoratico ed interrogato a lungo. Urla e offese contro Ndoye e voglia di giustizia da parte della folla quando il 34enne viene scortato fuori per essere accompagnto a Livorno.
Pare che il sospettato avesse nascosto cellulare e documenti della vittima per poter guadagnare tempo nella fuga. Tuttavia ogni ipotesi è da confermare e verso Ndoje non grava nessuna accusa, solamente pesanti indizi, come spiega il procuratore.
Ulteriori elementi di giudizio potranno essere ricavati domani dall’autopsia, che sarà effettuata domani a Pisa.