Zootecnia toscana, una risorsa da difendere
Coldiretti: dalla Regione 450 mila euro per preservare un patrimonio di origine e qualità
In attuazione del programma 2018 di attività di tenuta dei Libri Genealogici e dei Registri Anagrafici ed esecuzione dei Controlli Funzionali delle specie e razze aventi interesse zootecnico la giunta regionale ha destinato circa 450 mila euro.
Un provvedimento per il sostegno concreto a favore degli allevamenti toscani con controlli sulle produzioni e sulle performance degli animali iscritti ai Libri genealogici, strumento essenziale per garantire il miglioramento genetico. Le attività sono svolte dall’Associazione Regionale Allevatori della Toscana (A.R.A. Toscana), come disposto dalla specifica normativa.
“Gli allevamenti toscani, pur non risultando numericamente significativi rispetto ad altre regioni italiane particolarmente zootecniche – ha detto Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana – si contraddistinguono e primeggiano per l’alto profilo genetico e per la ricchezza della biodiversità”.
Oltre alla Chianina, Razza autoctona per eccellenza (nota come le regina delle razze da carni bovine), la Toscana ha il primato, tra le Regioni Italiane, della presenza del maggior numero di specie e razze autoctone. Per i bovini: Chianina, Calvana, Maremmana, Pisana, Pontremolese, Garfagnina; per gli ovini: Massese, Pomarancina, Pecora dell’Amiata, Zerasca, Appenninica, Garfagnina Bianca; per gli equini: Maremmano, Appenninico, Monterufolino, Asino dell’Amiata; per i suini. Cinta Senese, Grigio del Casentino; per gli avicoli: Valdarnese Bianca. Queste specie e razze rappresentano un patrimonio di biodiversità ma sono spesso caratterizzate da una esigua consistenza del numero di capi. Sono iscritte ai Libri Genealogici ed ai Registri Anagrafici 32700 bovini, 43500 ovini, 2300 caprini, 1300 suini, 950 asini e 650 equini.
“Questa biodiversità rappresenta una ricchezza non solo genetica, ma anche economica per il settore zootecnico e per altri settori quali il turismo e l’enogastronomia – dice Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana – ed è quindi fondamentale difenderla e sostenerla. Sono necessarie quindi azioni incentivanti per contrastarne il rischio di estinzione e, quindi, di abbandono di territori sensibili dal punto di vista idrogeologico ed ambientale. Sarebbe anche una gravissima perdita per l’inestimabile patrimonio di qualità e salubrità messo a disposizione dell’intera società dai sacrifici degli allevatori”.