Vinitaly 2023, edizione in crescita e focus sul Made in Italy per il salone internazionale di Verona

La filiera del vino si conferma asset strategico per l’economia del Paese

Si è chiuso il più importante salone mondiale dedicato a vino e distillati.  La manifestazione che si tiene ogni anno a Veronafiere mai come quest’anno ha sancito la centralità del Made in Italy. Oltre 4.000 le aziende espositrici al Vinitaly 2023 provenienti da più di 30 nazioni, 100mila metri quadrati espositivi netti, con 17 padiglioni occupati: questi i numeri della 55ª edizione.

Come di consueto in contemporanea agli spazi occupati dal Salone dei vini e distillati, distribuiti sugli oltre 100mila mq netti di superficie espositiva tra padiglioni fissi e tensostrutture, si sono svolti anche gli altri due saloni professionali – Enolitech con Vinitaly Design e Sol&Agrifood con B/Open Xcellent Beers.

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Padiglione Toscana, foto Ennevi-Veronafiere

Il vino italiano rappresenta il campione dell’export delle 4A, (Abbigliamento, Alimentare, Arredamento, Automazione), con una bilancia commerciale in attivo di 7,4 miliardi di euro. L’industria vitivinicola nazionale vale 31,3 miliardi di euro, impegna 530mila aziende e circa 870mila addetti. Un territorio, quello italiano, che ospita varietà di vitigni autoctoni ed internazionali per un settore che si dimostra  in continua crescita portando l’Italia ai vertici mondiali. In sintesi una filiera strategica per l’economia del Paese, come conferma l’attenzione delle Istituzioni, presenti al Vinitaly 2023. La manifestazione si conferma sempre più come strumento strategico per il Made in Italy assumendo di fatto la città di Verona a capitale del sistema-vino nazionale. A promuovere ulteriormente l’italianità arriva l’annuncio del ministro della Difesa Guido Crosetto a lanciare la collaborazione tra’ Amerigo Vespucci e Vinitaly che da luglio salperanno insieme per promuovere le nostre eccellenze in un tour mondiale che farà scalo nelle principali città di tutti i continenti.

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Il presidente di Veronafiere Federico Bricolo e la Premier Giorgia Meloni ©Veronafiere-Ennevifoto

La crescita rispetto all’ultima edizione è stata quasi totalmente determinata dagli ingressi di buyer esteri (+20% circa) provenienti da 143 Paesi, che in questa edizione hanno rappresentato un terzo del totale degli operatori accreditati. Nella top five delle provenienze, gli Stati Uniti staccano nettamente la Germania. Terzo rimane il Regno Unito mentre la Cina torna in quarta posizione, scavalcando il Canada. Ferma restando la crescita generale del mercato europeo, si segnala il grande ritorno degli operatori da tutti i mercati extra-Ue: l’Asia, più che raddoppiata (+116%) trainata dal rientro dei cinesi che superano le 1000 presenze, e il Giappone (+143%). Le Americhe segnano un +38% con exploit degli USA (+45%) e del Brasile (+46%), oltre a un ulteriore consolidamento del Canada (+19%). Anche l’Australia in tripla cifra, a +130%.

«Gli investimenti fatti in favore dell’incoming estero – ha detto l’ad di Veronafiere, Maurizio Danese – hanno dato un primo concreto risultato a un Vinitaly che vogliamo sempre più decisivo per il business degli espositori che per la manifestazione riservano risorse importanti. Un matching domanda-offerta che ha funzionato, come dimostrato anche dagli oltre 11mila appuntamenti pianificati tra espositori e buyer della piattaforma Vinitaly plus che si aggiungono a quelli fissati direttamente tra aziende e buyer. Il nuovo corso è iniziato ma non è certo terminato: Vinitaly – ha concluso Danese – sarà sempre vettore del made in Italy, sia qui che all’estero, se ragionerà in termini di sviluppo del settore e delle sue imprese, ed è questo che stiamo cercando di fare».

Grande successo anche per la formula, ormai consolidata, del fuori salone con le degustazioni nei luoghi più scenografici della città uniti a esperienze culturali pensate ad hoc per i winelover. Vinitaly and the City quest’anno ha registrato oltre 45 mila degustazioni (+50% sul 2022) da parte dei visitatori. Il fuori salone dedicato al pubblico e agli appassionati si è svolto dal 31 marzo al 3 aprile animando il centro storico scaligero con 50 appuntamenti. Riflettori puntati sul centro di Verona, in particolare nella zona compresa tra Piazza dei Signori (Loggia di Fra Giocondo, Loggia Antica, Torre dei Lamberti), il Cortile Mercato Vecchio e il Cortile del Tribunale, dove si sono concentrati la gran parte degli eventi e le lounge per i tasting. Per accedere alle iniziative in programma è stato possibile acquistare il carnet proposto dall’organizzazione nel quale è compreso un token esperienza che permette ai visitatori di accedere a location uniche accompagnandone la visita con un ottimo bicchiere di vino.

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Vinitaly and the City, vista panoramica dalla Torre dei Lamberti eccezionalmente aperta di notte per i visitatori della manifestazione

Il salone conclusosi mercoledì 5 aprile ha già ufficializzato le date della prossima edizione. Il prossimo anno Vinitaly si svolgerà dal 14 al 17 aprile 2024 negli spazi espositivi della Fiera di Verona. Nel frattempo un fitto programma di iniziative promozionali a livello mondiale sta per partire con le tappe di Vinitaly in Cina. Primo appuntamento a Chengdu l’11 aprile arricchito dalla masterclass di apertura con l’unico master sommelier cinese Yang LV insieme a un business forum, organizzato dalla controllata Wine to Asia in collaborazione con Wine Sommelier, il colosso delle piattaforme vinicole in Cina. Tappa successiva a Shenzhen il 14 aprile nel Padiglione Italiano della Fiera governativa di Hainan seguito dalla presentazione dell’Italia a Wine to Asia in calendario dall’11 al 13 maggio.

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