SESTO – Segrega moglie e figli in casa: liberati da Polizia
SESTO FIORENTINO (Firenze) – Segregava in casa per ore la moglie e i tre figli, questi ultimi di età inferiore ai cinque anni, staccando il telefono e precludendo loro ogni possibilità di contatto col mondo esterno. È quanto accertato dagli uomini del Commissariato di Sesto Fiorentino quando, insieme a Vigili del Fuoco e personale del 118, lo scorso 20 gennaio fecero irruzione in un appartamento della zona per liberare le quattro parti lese e soccorrere la più piccola delle vittime: una bambina di pochi mesi che aveva accusato un malore.
Nella circostanza la bimba, che con la madre e gli altri due fratellini era stata rinchiusa nell’appartamento dal padre dalla sera precedente, fu trasportata all’ospedalino Meyer per le cure mediche del caso. La polizia, insieme all’assistente sociale che stava seguendo la delicata situazione familiare e che quel giorno, a seguito di una verifica, aveva dato per prima l’allarme alle forze dell’ordine, ha ricostruito l’intera vicenda.
Il protagonista del gesto, un cittadino albanese di 40 anni, già implicato in un pregresso procedimento penale per un reato contro il patrimonio, da qualche mese era stato affidato in prova ai servizi sociali con l’obbligo di dimorare durante le ore notturne presso la sua abitazione. Recentemente il suo nucleo familiare si era trasferito in una casa comunale, mentre per lui restava l’obbligo di dimorare presso il precedente domicilio.
Così, quando lo straniero doveva far rientro presso la sua dimora (anche durante il giorno) chiudeva a chiave i propri familiari nel nuovo alloggio, lasciandoli senza denaro e senza possibilità di comunicare con l’esterno. Infatti, l’uomo avrebbe portato via anche il cavo del telefono fisso. Dopo quanto constatato dagli agenti, la moglie e i figli dell’indagato sono stati immediatamente affidati ad un centro assistenziale, mentre contestualmente il Tribunale di Sorveglianza di Firenze ha revocato al 40enne l’affidamento in prova, disponendone l’accompagnamento a Sollicciano.
Alla luce degli elementi emersi il 20 gennaio, il Gip, dottor Tommaso Picazio, su richiesta del pm titolare delle indagini, dottor Sandro Cutrignelli, ha disposto nei confronti del cittadino albanese la custodia cautelare in carcere per il sequestro di persona dei familiari (articolo 605 del codice penale).