Salario minimo: Firenze e il Lazio si impegnano a garantirlo nei contratti di appalti pubblici

Il tema del salario minimo è al centro dell’attenzione mediatica ormai da tempo. In assenza di una legge nazionale, si ha però a che fare con cambiamenti importanti a livello locale e, in particolare, a Firenze e nel Lazio.

Nell’ambito degli appalti pubblici, il Comune del capoluogo toscano ha ufficializzato l’impegno nel verificare che venga rispettato il limite minimo dei 9 euro orari.

Il Consiglio Regionale del Lazio ha invece approvato, lo scorso 11 aprile, una mozione dedicata proprio alla tutela della retribuzione salariale minima nei contratti lavorativi legati sempre al sopra citato ambito, già i suoi contraddistinto da un’architettura normativa complessa.

Gli appalti pubblici in Italia sono caratterizzati da una regolamentazione ricca di norme generali e procedure che le imprese sono tenute a rispettare per poter partecipare alle gare e aggiudicarsi i contratti.

Tra i requisiti fondamentali possiamo citare la certificazione SOA, che attesta l’appartenenza delle imprese a una o più classi di lavori (al riguardo segnaliamo che il sito Soasemplice.it spiega cosa sono le categorie SOA) e la loro capacità tecnica ed economica. Un aspetto non regolamentato, invece, è quello del salario minimo ai lavoratori che prestano la propria opera nei lavori pubblici, e poiché questo argomento è molto attuale nel dibattito politico ha fatto notizia la decisione del Lazio e della città di Firenze di introdurre novità in tal senso.

Approfondiamo, nelle prossime righe, questa svolta importantissima per il nostro Paese.

La mozione approvata dal Consiglio Regionale del Lazio

La mozione di tutela del salario minimo approvata dal Consiglio Regionale laziale recepisce la Direttiva Comunitaria UE 2022/2041, dedicata ai salari minimi nell’UE.

Un altro riferimento normativo che ha portato all’approvazione della mozione è la Sentenza della sezione lavoro della Corte di Cassazione risalente al 2 ottobre 2023, che ha decretato il Lazio come “stazione appaltante”.

Degno di nota è altresì l’obbligo, a carico della Regione, di organizzare degli incontri con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, con lo scopo di monitorare, nel corso del tempo, il raggiungimento degli obiettivi relativi all’implementazione del salario minimo nell’ambito degli appalti pubblici.

La situazione a Firenze

Anche la città di Firenze rappresenta un caso virtuoso di implementazione del salario minimo per i lavoratori che operano nel campo degli appalti pubblici.

In questo frangente, il riferimento normativo è l’articolo 11 del Codice degli Appalti. Quest’ultimo obbliga all’applicazione, quando si ha a che fare con il personale che opera nell’ambito degli appalti pubblici, del contratto caratterizzato da una maggiore attinenza rispetto all’attività lavorativa specifica.

Il Comune della città del giglio ha altresì preso l’impegno di verificare che, nei contratti lavorativi legati alle gare d’appalto, venga proposto un trattamento economico minimo di 9 euro orari.

Per concretizzare questo impegno, partirà, da parte del personale tecnico del Comune di Firenze, un esame di tutti i contratti che coinvolgono i lavoratori nelle procedure di appalto pubblico firmati dal 2002, così da verificare l’effettiva applicazione delle condizioni economiche sopra menzionate.

Il risultato di questa ricognizione sarà un report specifico, da redigere ogni sei mesi.

Nel caso in cui, da parte dell’impresa, dovesse arrivare un’offerta contrattuale diversa rispetto a quella indicata nel bando, partirebbe un’analisi dello stesso effettuata dall’amministrazione comunale, procedura nota come giudizio di equivalenza e avente il fine di verificare l’adeguatezza delle condizioni economiche.

La proposta al Comune di Roma

Come già accennato, quello del salario minimo è un tema caldo. A dimostrazione di ciò, è possibile chiamare in causa la recente proposta presentata a Roma da Dario Nanni, Consigliere Comunale nonché Presidente, dal 2022, della Commissione Capitolina speciale dedicata al Giubileo del 2025.

Nanni ha recentemente suggerito di iniziare a deliberare in merito all’introduzione del salario minimo per i lavoratori impiegati nei cantieri edili.

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