RIFIUTI – Prato base camorrista del traffico internazionale?

PRATO – La città di Prato si sveglia in mano alla camorra. No, non è la location del nuovo best seller di Roberto Saviano, bensì quanto pare stia emergendo dall’inchiesta sul traffico illecito di rifiuti plastici e abiti usati e su un episodio di estorsione che ha portato all’arresto di Vincenzo e Ciro Ascione, padre e figlio, titolari di una ditta di Prato. Ai due (Ciro è in carcere, mentre Vincenzo risulta essere all’estero) sarebbe stato anche contestato il reato di usura, aggravato dall’aver agevolato un clan della camorra di Ercolano.

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Il Corpo Forestale dello Stato ha condotto l’inchiesta della Dda

CRIMINALITÀ ORGANIZZATA – Secondo l’inchiesta della Dda (Direzione distrettuale antimafia) di Firenze, e condotta dal Corpo Forestale dello Stato e dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli in Toscana, Abruzzo, Campania, Veneto, Lombardia, Lazio, Umbria, Trentino, Liguria e Emilia-Romagna, si ritiene che gli Ascione siano esponenti della criminalità organizzata. Infatti, in passato Vincenzo fu arrestato, ma poi assolto in appello, per l’omicidio a Montemurlo di Ciro Cozzolino nel 1999 per vicende legate al commercio degli abiti usati. L’estorsione, invece, riguarderebbe un prestito di 100.000 euro con tasso al 36% fatto nel 2008 a due fratelli in difficoltà economiche, titolari di un autosalone, uno dei quali si è suicidato lo stesso anno.

RIFIUTI E ABITI USATI – In tutto sono una sessantina gli indagati perché, secondo l’inchiesta, avrebbero organizzato traffici illeciti di rifiuti plastici (che venivano poi riciclati) verso la Cina e di rifiuti tessili verso la Tunisia. La cosa che indigna maggiormente è che, per quanto riguarda quest’ultimo punto, venivano trafficati anche gli abiti usati all’insaputa delle associazioni umanitarie che li raccoglievano. Senza i dovuti trattamenti igienico/sanitari, questi vestiti venivano rivenduti in Nord Africa o addirittura nel mercato del vintage in Italia.

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