PISTOIA – Don Sebastiano dopo la telefonata di Papa Francesco: “Vicini alla famiglia”
“Nessuna parola può aggiungere qualcosa a un racconto cosi bello”. Di fronte alla voce di Papa Francesco, don Sebastian Nawej Mpoy, 50enne parroco pistoiese raggiunto dalla telefonata del Santo Padre che lo pregava di stare vicino a due suoi parrocchiani appena usciti da una dolorosa vicenda personale, si chiude in un silenzio commosso. E giura di mantenere la promessa fatta al pontefice. ” Faremo certo di tutto – dice – per accogliere la preziosa disponibilità che il Santo Padre ha offerto in vista di un possibile incontro, in Vaticano, con Alessandro, Luana e il loro figlioletto Simone. Anche con l’aiuto del vescovo Mansueto cercheremo di trovare date e modalità. Vedere il papa, stringere le sue mani, ringraziarlo per un gesto cosi’ particolare, sara’ per me e per i genitori una grande gioia”.
La stessa gioia che da ieri ha invaso Piuvica e dintorni dove da circa 15 anni don Sebastiano esercita il suo sacerdozio. A lui si erano rivolti Alessandro e Luana Marchetta, genitori di Simone: il bambino (nato a fine dello scorso giugno) per il cui battesimo era partita una lettera indirizzata a papa Francesco con la richiesta di presiedere il suo battesimo. Una preghiera arrivata dopo che all’inizio di settembre dello scorso anno era stato proprio babbo Alessandro, per una involontaria manovra di retromarcia con la sua automobile, a togliere la vita ad Alessia, la prima figlia della coppia.
Certo non sarà papa Francesco – che comunque ha auspicato un momento di incontro – a celebrare il battesimo, ma la sua voce ha avuto un grande valore per la fede dei protagonisti. Sulla vicenda è intervenuto anche il vescovo di Pistoia. Quello di Francesco non e’ un gesto ne’ populistico ne’ ispirato a un alfabeto emotivo-emozionale. E’ invece – sottolinea Mansueto Bianchi – l’espressione del Suo modo di essere Chiesa: vicina alla vita delle persone. E quando il papa chiede ai pastori di portare su se’ stessi l’odore delle pecore indica la necessita’ di immergersi nella vita vera, quotidiana, autentica delle persone. Per mons. Bianchi quello di papa Francesco e’ ”un gesto schiettamente evangelico che mostra il volto di una Chiesa etimologicamente simpatica: capace di portare conforto e speranza a chi abita il mondo. Davvero un bel volo di speranza”.