Mondiali di ciclismo – Se la bici diventa fashion

A Firenze sono ancora all’attivo, dal 22 settembre, i Mondiali di Ciclismo. Uno spettacolo lungo una settimana per gli amanti dello sport. Un’agonia, lunga infinitamente troppo, per tutti quelli che del ciclismo importa meno di zero, ma che si vedono sbarrate le amate vie cittadine piene di negozi con tanto di collezioni autunno-inverno nuove di zecca.

La bicicletta del Lattaiolo

Che possono fare nei giorni dei Mondiali di Ciclismo, fashioniste incallite come me, mentre assistono impotenti al blocco della loro area d’attacco preferita, il centro?

Riflettendo e continuando ad avanzare in mezzo alla bolgia mi sono convinta che le cose da fare ad oggi, 27 settembre, per sfruttare a nostro modo il Grande Evento, siano essenzialmente due.

Prima cosa: fare un salto all’Archivio fiorentino in via dell’Oriuolo 33. Nei giorni dei Mondiali l’Archivio ospita una mostra intitolata: “il ciclismo nello sport e nella vita quotidiana. Superata la parte sport, la parte “quotidiana” risulta molto interessante, soprattutto sono stupende “le biciclette dei mestieri” in mostra, meno futuristiche di quelle che sfrecciano per il centro, di gran lunga più “artistiche” come quelle del Lattaiolo e dell’Uccellaio, senz’altro meno fastidiose in quanto ferme nei luoghi della memoria e non vibranti sotto casa!

Questa sezione regala perle anche per le amanti della Moda. Sapevate che negli anni vittoriani la donna in bicicletta era considerata volgare e sgraziata?

All’epoca, in esclusiva per il gentil sesso, stilisti competenti disegnarono e confezionarono “l’Abito Razionale” consistente in pantaloni larghi fino al ginocchio e più stretti alla gamba. Un bel passo avanti se è vero che l’abito fa il monaco! Infatti quest’abito vestiva una donna ginnica, comoda e più “più razionale” di quanto imponeva la maschilista Moda corrente che la esigeva impagliata dentro gabbie e calze, strizzata da corpetti toglifiato!

Sta di fatto che se siete guerriere dello shopping che non si arrestano davanti a niente e a nessuno pur di arrivare da Zara & Company, la seconda cosa che consiglio di fare è approfittare del lungo tragitto tracciato dal tour ciclistico e guardare con attenzione le vetrine. Passando da via Tornabuoni, fino a via Gioberti, lungo e oltre l’Arno, la bici regna sovrana in ogni vetrina.

Elegante, sportiva, aggressiva o romantica la troverete onnipresente adatta a tutti i target, da portare con scarpette alla Francese e cappellini in parte, con converse e capelli al vento, la bici fa tendenza.

E se non lei, chi?

Veloce, leggera, eco-sostenibile è il nuovo mezzo o vecchio mezzo che ritorna.

Negozio via Gioberti

Succede così che abitué dei mezzi di trasporto pubblico ,come me, per effetto osmosi ne desiderino una, magari come quella nella vetrina di Moi  je joue in Via Gioberti 70r.

Per esempio, ma non per caso trattandosi di uno dei più bei negozi della cara Firenze. È consigliabile vedere come ogni negozio interpreti la bici a modo suo, facendone un’icona, un ever green che non passa mai e si trasforma di vetrina in vetrina, facendo il gioco che ogni abile allestitore vuole che faccia.

È questo il bello dei grandi eventi: coinvolgono tutta la cittadinanza, se poi i Mondiali in questione hanno anche il potere di far tornare in sella donne, come me, generalmente agonistiche solo quando si tratta di saldi e nuove collezioni, allora tanto meglio! Vale la pena una settimana di blocco del centro… Diciamoci la verità i negozi possono aspettare per un po’ di attività fisica, infondo usare il bancomat, quando si è imparato il codice, è come pedalare, no?

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