LUNATICA – I mitici OBL stasera a Filattiera
FILATTIERA (Massa-Carrara) – È iniziata ufficialmente ieri con lo spettacolo di Serena Dandini la diciannovesima edizione del Lunatica Festival in programma tra Massa e la Lunigiana. Stasera alle 21:30 in piazza Castello a Filattiera, in provincia di Massa-Carrara, si esibirà uno dei gruppi più amati della “Lunezia”, l’Orchestrina Buffoni Leggiadri, ossia i mitici “OBL”.
Non c’è bisogno di molti commenti per introdurre uno dei gruppi più divertenti (e più bravi) della zona che va dallo spezzino alla Lunigiana passando per la provincia di Parma. A rispondere in maniera molto esaustiva (e con il tocco di ironia che lo contraddistingue) alle domande di Toscana News è il chitarrista e pianista Andrea Cerri.
Quando nascono gli OBL e quali sono state le motivazioni che vi hanno spinto a fondare questa formazione?
«Come ogni rock-band che si rispetti, gli OBL nascono tra i banchi di scuola nel lontano 2001. In un panorama musicale che vedeva i giovani di quegli anni fondare gruppi e band punk o metal, influenzati fortemente dall’ondata del grunge degli anni ’90, l’idea era quella di proporre qualcosa di totalmente diverso, che prendesse un po’ in giro un certo snobismo dei rockettari duri e puri,che dissacrasse la moda musicale del momento e che risultasse qualcosa di divertente e sgangherato. E soprattutto che facesse divertire noi. Per far questo siamo partiti, mantenendo una classica formazione rock, dal repertorio, scartabellando vecchi vinili di musica pop e dance italiana anni ’70 e ’80. Un’eresia vera e propria per il rockettaro duro e puro! Il primo pezzo nel quale ci siamo imbattuti era “Sbattiamoci” di Renato Zero, che ci fondò letteralmente e che racchiude molte delle suggestioni e delle caratteristiche che volevamo dare alla band: l’ironia, il doppio senso, il look glamour ed esagerato ma un po’ vintage, la musica semplice ma diretta, il richiamo all’elemento sessuale, la sfrontatezza, la mancanza di filtri e censure. A partire da quel momento la strada era segnata e allora ecco i Cugini di Campagna, Donatella Rettore, Raffaella Carrà e poi Gaber, Jannacci, Milva fino a comporre alcuni pezzi nostri. Un altro elemento forte attraverso il quale volevamo fare qualcosa di nuovo era nel modo di stare sul palco, di come rapportarsi col pubblico, di come costruire lo spettacolo. Il pubblico doveva essere parte dello spettacolo, doveva essere provocato, a volte anche insultato (in questo siamo un po’ punk), messo a disagio e poi coinvolto. E qui è entrato in gioco il teatro, l’avanspettacolo, il cabaret, attraverso sketch, improvvisazioni, stacchetti… Quello che ne è risultato è un mix tra il classico concerto rock e lo spettacolo di “rivista”».
La vostra musica è rivisitato in maniera anche “dissacratoria” attraverso soprattutto la teatralità dei movimenti (e del look) che vi contraddistingue. Non pensate che questo possa in qualche modo irritare i puristi della musica che vi vengono a sentire? «Tutto è dissacrato negli spettacoli degli OBL, ma con un certo rispetto per l’oggetto della dissacrazione. Tutte le cover che proponiamo sono pezzi che noi amiamo veramente, o dal punto di vista musicale o del testo, o dell’atmosfera e del contesto nei quali sono nati. La chiave è però quella del non prendere niente troppo sul serio, in primis noi stessi, e di far sì che anche chi ci viene a sentire, anzi a vedere, che sia un musicista con la puzza sotto il naso, un critico musicale, o un semplice spettatore, diventi in quel momento un “buffone leggiadro” come noi, si lasci andare, si prenda in giro da solo, si metta in gioco. Il pubblico è spesso provocato, sollecitato a reagire, e la reazione può essere di qualsiasi tipo: dall’irritazione, all’indignazione, al divertimento, allo scatenarsi in danze. È per questo che la musica è solo una delle componenti dello spettacolo e l’irritazione a volte scatta più per quello che diciamo che non per quello che suoniamo o per come lo suoniamo…».
Vi siete imposti specialmente sulla scena spezzina, ma vi siete esibiti con successo anche in Toscana, soprattutto al Pistoia Blues. Cosa portate nel vostro cuore di quella serata? «L’esperienza del Pistoia Blues è stata una cosa veramente unica e penso irripetibile. Suonare di fronte a 10.000 persone in un contesto così importante è stato abbastanza sconvolgente. Più che altro ci chiedevamo: “ma che ci facciamo noi qui prima di Ben Harper?”. Ci sentivamo abbastanza fuori luogo ma abbiamo fatto l’unica cosa che sapevamo e sappiamo fare: gli idioti su un palco, anche se su un palco importante come quello del Pistoia Blues. E la cosa più bella come sempre è stato vedere un pubblico così vasto divertirsi e ballare».
Adesso vi esibirete al Lunatica Festival 2013. Poi, avete altri progetti a breve, medio e lungo termine? «A Lunatica giochiamo in casa, e soprattutto a Filattiera, visto che alcuni dei pezzi degli OBL sono stati scritti a Rocca Sigillina, un bellissimo borgo sopra Filattiera, dove facevamo dei cosiddetti “ritiri spirituali” nella casa dei nonni del cantante (Enrico Casale). Dunque ci teniamo particolarmente a questa data, anche perché avremo tutta Rocca Sigillina a vederci. Per il futuro abbiamo qualche data sparsa tra la Toscana e Parma, continueremo con il nostro progetto finché riusciremo a divertirci noi e a far divertire il pubblico e a far sì che lo spettacolo rimanga sempre una sghangherata festa di piazza (o di paese)».
La formazione degli OBL è composta da:
- Enrico Casale – voce
- Giuseppe Vitale – cori, sax e tamburello
- Andrea Cerri – chitarra, piano
- Stefano Rolla – tastiere e fisarmonica
- Giovanni Franceschini – tromba
- Gianmaria Molossi – basso, flauto
- Carlo Solari – batteria
- Ino Cecchinelli – ballerino