Ecco perché il fallo di mano Bonucci in Lazio-Juventus non è rigore
FIRENZE – La Juventus interrompe la proprio striscia di vittorie consecutive in campionato dopo aver raggiunto quota 12. Merito di una rediviva Lazio che, complice l’espulsione di Buffon, ha rischiato di fare addirittura bottino pieno contro ogni pronostico. Al 27′ la svolta della partita: Ogbonna perde Klose che si presenta a tu per tu con Buffon che lo stende. Rigore e giusta espulsione. E questo a prescindere dai ricordi di Marchisio che, durante una partita con l’Inter, non si vide nemmeno assegnare il penalty. Se l’arbitro di quella partita sbagliò, non è detto che debba sbagliare anche quello di Lazio-Juventus, ossia Massa di Imperia…
Ma veniamo al momento che ha fatto più discutere. Sul finire del primo tempo, Hernanes tocca la palla e Bonucci la colpisce ampiamente con la mano. I due giocatori erano attaccati e la distanza tra il piede del Profeta laziale e la mano del difensore della Nazionale italiana era inferiore a un metro. Se ricordate il caso-Granqvist (vedi foto), il quale colpì la palla col braccio durante Juventus-Genoa della scorsa stagione, la questione è più o meno la stessa. Contro i liguri ci fu un cross dalla destra di Lichtsteiner sul quale il difensore rossoblù intervenne in maniera ben poco ortodossa e molto scomposta. La palla andò a sbattere sul corpo di Granqvist e poi sul suo braccio proteso in avanti dello stesso difensore.
All’epoca l’allenatore della Juventus Antonio Conte protestò moltissimo, ma poi intervenne per fare chiarezza il disegnatore degli arbitri Stefano Braschi su SkySport. “Il regolamento – spiegò il disegnatore toscano – dice che per la punibilità di un fallo di mani serve la volontarietà. Ora ci sono delle modifiche che allargano questi parametri, come l’imperizia nell’intervento. Nel caso di Granvquist, il calciatore del Genoa se la tira lui la palla sul braccio”. Ecco, quella del tirarsi lui la palla sul braccio è l’unica differenza col caso Hernanes-Bonucci, ma per il resto la regola che vale è la stessa.
Infatti, a termini di regolamento, per la regola 12 falli e scorrettezze, “il fallo di mano implica un contatto volontario tra il pallone e la mano o il braccio di un calciatore. Per stabilire la volontarietà, l’arbitro deve prendere in considerazione i seguenti criteri: il movimento della mano in direzione del pallone (non del pallone in direzione della mano); la distanza tra l’avversario e il pallone (pallone inaspettato)“.
In Lazio-Juventus, Bonucci salta col braccio largo, ma non è sua intenzione colpire con la mano. Infatti, è il pallone calciato da Hernanes ad andare in direzione della mano del bianconero, e non viceversa, come nel caso di Granqvist in cui la palla toccò il corpo e scappò verso la mano del difensore genoano. Inoltre, vista la distanza ravvicinata (Hernanes e Bonucci erano attaccati), siamo nell’ambito del pallone inaspettato e, quindi, l’arbitro deve optare per forza per l’involontarietà. Massa ha visto bene e ha lasciato giustamente correre perché quello di Bonucci è un “mani” del tutto involontario. E quando c’è involontarietà, al di là di come la pensino alcune testate di parte, non è mai fallo e quindi non è mai rigore.