Catalogna, una catena umana verso l’indipendenza
BARCELLONA (Catalogna) – Si scrive Catalogna, si legge indipendenza. Mai come adesso, gli animi e gli entusiasmi del popolo catalano si stanno sempre più concretizzando nell’obiettivo comune del definitivo allontanamento da Madrid. Giorno dopo giorno, si stanno intensificando le azioni a favore di una consultazione popolare sull’indipendenza che la Spagna continua a voler negare, soprattutto per paura di perdere.
Invece di supportare le ragioni del “no” all’indipendenza, Madrid continua a definire “illegale” il referendum programmato per il 2014. Lo scorso 8 maggio, il Tribunale Costituzionale di Spagna aveva sospeso la “dichiarazione di sovranità e del diritto a decidere del popolo di Catalogna”. Così, Madrid continua a negare il supremo diritto di effettuarlo in democrazia. Una negazione di quella sovranità esercitata dal popolo che trova le radici soprattutto nel partito postfranchista del PP (Partido Popular), falcidiato da lotte e scandali interni, ma che si sta trasformando in un boomerang per gli spagnoli. Infatti, è storicamente testato che laddove si neghi la libertà, la ribellione sarà molto più forte e, di conseguenza, il fronte del “sì” continua ad acquistare terreno tra gli indecisi. Secondo gli ultimi sondaggi del Centre d’Estudis d’Opinió, infatti, il 55,6% dei catalani sarebbe a favore di una Catalogna indipendente, mentre i contrari sarebbero soltanto il 23,4%. L’astensione si aggirerebbe intorno al 15,3%, mentre gli indecisi sarebbero il 3,8%; coloro che non hanno risposto l’1,3% e coloro che hanno dato altre risposte lo 0,6%.
Per quanto riguarda le Istituzioni, molti Comuni si sono apertamente schierati a favore dell’indipendenza, apponendo cartelli ufficiali che vanno in questo senso all’ingresso delle rispettive città. Inoltre, lo scorso 26 giugno, si tenne presso il Parlamento catalano la riunione costitutiva del Patto Nazionale per il Diritto a Decidere per arrivare finalmente al referendum. Questa organizzazione è formata dalle istituzioni più rappresentative dell’ex Principat, dal mondo locale, dalle forze politiche e dalla società civile. Al Patto partecipano anche le organizzazioni sindacali, economiche e d’impresa e proprio questo fatto contraddice la notizia di una fuga delle imprese dall’indipendentismo catalano. Infatti, è vero che dal 2010 ad oggi circa mille imprese (una piccolissima parte di quelle presenti a
Barcellona e dintorni) si sono trasferite dalla Catalogna a Madrid, ma non perché in fuga dall’indipendentismo come sostengono gli spagnoli, bensì perché, grazie soprattutto al Pil della Catalogna, Madrid si può permettere una tassazione agevolata che attrae aziende non solo dal Principat, ma anche dalle altre zone del Paese iberico.
E, comunque, per quegli imprenditori che temono il cambio di Stato, potrebbe entrare in soccorso la Francia, in crisi di rapporti con la Spagna. Infatti, il Paese transalpino ora come ora starebbe alla finestra perché una eventuale indipendenza della Catalogna “spagnola” potrebbe aprire nuovi rapporti commerciali sul fronte dei Pirenei senza, però, avere ripercussioni sulla “francese” Catalogna del Nord, dove l’indipendentismo non è poi così radicato. Ma un altro Paese amico, nonostante il venturo referendum indipendentista in Scozia (dove, per la prima volta, il fronte del “sì” avrebbe superato quello del “no”), è la Gran Bretagna che vedrebbe nella Catalogna un possibile alleato per il caso-Gibilterra.
Della questione catalana finalmente non se ne sta parlando solo nella Penisola iberica, ma anche nel resto del mondo con le manifestazioni (soprattutto catene umane) che si sono svolte o che sono in programma negli Stati Uniti, in Australia, in Scozia, in Cina, in Brasile, in Giappone e pure in Italia. Addirittura, c’è anche chi ha proposto di fare la Via Catalana pure a Madrid (#ViaCatalanaMadrid) perché, come spiega l’ideatore, l’attore Joel Joan, «anche gli spagnoli hanno il diritto di sapere che vogliamo essere come loro: indipendenti».
Un grido, quello della Catalogna indipendente e nuovo Stato d’Europa, che risuonerà nel mondo mercoledì 11 settembre quando, alle ore 17:14, durante la Diada, si celebrerà la Via Catalana (#ViaCatalana), ossia la catena umana per l’indipendenza lunga quanto tutta la Catalogna. Tutto il Principat è chiamato a raccolta per una grande manifestazione che potrebbe essere davvero l’ultima da Paese non indipendente dopo tre secoli di oppressione spagnola.