
Grosseto, il 7 maggio la giornata provinciale dedicata all’autismo con il Progetto Margherita
Il progetto, rivolto ai docenti, è finalizzato all’individuazione e valorizzazione a scuola dei talenti dei giovani con disturbi dello spettro autistico
Si chiama Margherita ed è il Progetto di inclusione e comprensione della realtà rivolto a studentesse e studenti con disturbo dello spettro autistico a scuola e in famiglia.
L’iniziativa si terrà il 7 maggio a Grosseto, Aula Magna della scuola secondaria di I grado Ungaretti, in Via Portogallo 5, dalle ore 16.30 alle ore 18.30 ed è realizzata con la collaborazione di tutte le scuole della provincia. Il progetto, approvato dall’ufficio scolastico regionale e declinato nelle varie realtà provinciali, si svolge sotto la direzione scientifica della Asl Toscana Sud Est attraverso il responsabile della Rete autismo dr. Ettore Caterino. Obiettivi del progetto Margherita sono fornire ai docenti una formazione specifica sulla metodologia di lavoro dell’apprendimento della realtà negli ASD (Autism Spectrum Disorder), la costruzione di laboratori del “fare condiviso” in ambito scolastico, fornire ai genitori un supporto per la promozione di abilità della vita quotidiana, favorire l’incremento dell’inclusione dello studente con ASD in classe e, infine, la riduzione del disagio scolastico e del bullismo, aspetti in cui vengono frequentemente coinvolte le persone con fragilità.
Il progetto, curato dalla Asl Toscana sud Est,è realizzato in collaborazione con l’Istituto comprensivo 3 di Grosseto.
«I principi fondamentali del progetto – spiega il dr. Ettore Caterino, neuropsichiatra infantile, responsabile Rete Autismo Asl Tse – sono l’inclusione, la partecipazione di tutto il gruppo classe, la necessità di promuovere i talenti e le inclinazioni dei ragazzi, la creazione di un contesto di benessere per tutto il microsistema classe».
«L’istituto comprensivo 3 di Grosseto è capofila del progetto il cui obiettivo è quello di promuovere i talenti a scuola delle persone con autismo – prosegue Caterino -. Si tratta di un progetto rivolto ai docenti perché è grazie a loro che questo obiettivo può essere raggiunto. La scuola è, infatti, il luogo fondamentale nel quale le persone con autismo possono vedere valorizzate le proprie abilità attraverso laboratori e una didattica inclusiva».
«Indirizzare l’attenzione degli educatori verso la ricerca dei talenti individuali – conclude il dr. Caterino – significa scegliere di dare tutte le possibili opportunità a ragazzi speciali, che insieme alle loro famiglie convivono con l’autismo. La classe non è un insieme di individui in formazione, ognuno con il suo progetto e le sue competenze, ma è una comunità. Un contenitore vitale in cui si cresce attraverso il confronto, lo scambio, l’interazione, la conoscenza reciproca. E proprio quella differenza di competenze, di relazioni, di atteggiamenti, se condivisa crea persone più forti, più pronte, più competenti. La scuola non più come luogo di istruzione ma di formazione, il cui fine non è di dare nozioni ma di insegnare a vivere».