Gkn, giovedì 15 tavolo nazionale. Giani: “Ritirare licenziamenti, mobilitati per nuova legislazione nazionale”
Giovedì a Roma si terrà il tavolo nazionale presso il ministero dello sviluppo economico con tutte le parti interessate: il governo, le istituzioni – locali e regionali – le organizzazioni sindacali. L’obiettivo, spiega Eugenio Giani – che da giovedì scorso segue passo passo la vicenda Gkn – è e resta quello di “sospendere la procedura dei licenziamenti, che è immotivata”.
Servono determinazione, vicinanza ai lavoratori e la forza di parlare con Melrose “per indurre atteggiamenti di ragionevolezza” perché il primo passo è affidato alla capacità di tutto il sistema delle istituzioni, del movimento movimento sindacale e della rappresentanza dei lavoratori di “essere costante nel chiedere l’interruzione della procedura”.
Stamani Giani ha ricevuto la comunicazione della viceministra Alessandra Todde sull’invio della convocazione per il tavolo nazionale e infatti, ribadisce il presidente, si tratta di “una questione nazionale perché quanto accaduto a Campi può ripetersi altrove”.
In questo caso si parla di Gkn e cioè di componentistica di semiassi per autonomobili che poi vengono assemblati da Fiat Stellantis, ma i proprietari si chiamano ‘fondo Melrose’ con sede in Inghilterra”. Lo stabilimento di Campi d’altra parte “produce, non è in crisi, non è privo di commesse. Negli ultimi tempi sono stati fatti forti investimenti in robotica per la produzione di componenti auto che poi sono assemblati per la produzione Fiat Stellantis”. E qui il presidente mette in campo il secondo punto d’impegno: “Vogliamo che Fiat Stellantis, che è al tavolo nazionale automotive con il Governo per gli aiuti alla transizione del settore, sia consapevole del fatto che uno dei suoi principali produttori di componenti si comporta così”.
“Bisogna trarre la lezione da quanto accade e la legislazione italiana deve adeguarsi – continua il presidente -: oggi non hai più di fronte gli imprenditori che comunque hanno a cuore capacità produttiva e l’immissione di prodotti sul mercato”. La logica che ha portato a dire ‘si chiude’ non è infatti “una logica di produzione ma finanziaria”, come si desume dai “brevi contatti avuti con gli esponenti locali di Gkn, con i quali il ragionamento che viene fatto è quello della riorganizzazione aziendale: questo non può esistere”. Quindi, spiega Giani “Ci attiveremo come Regione per un codice etico e per un obbligo di comunicazione preventiva in caso di rischi di chiusura che, qualora non siano rispettate, dia luogo a sanzioni molto forti. L’obiettivo infatti è dare tempo alle istituzioni per intervenire con proposte e soluzioni già sperimentate in diversi casi, evitando che i lavoratori siano scaricati senza remore”.
Il presidente parla di “cinismo estremo” e di “procedura di estrema arroganza” da parte di Gkn e sottolinea che se c’è un aspetto che letteralmente grida vendetta con il richiamo ‘etico’ che campeggia sullo stesso sito del fondo che, spiega Giani “descrive la propria attività come quella di chi “compra, valorizza, rivende: in questo caso sta facendo esattamente l’opposto. Il lavoro è un elemento determinante nella vita della comunità e non si può pensare che nel 2021, in Italia, si mettano a casa oltre 422 lavoratori e l’indotto con una semplice mail, non preavvertita da alcuna comunicazione alle istituzioni e parti sociali”.
Una doccia fredda insomma, anche perché, come chiarito da Valerio Fabiani, consigliere del presidente Giani per lavoro e crisi aziendali, i rapporti degli ultimi mesi con Gkn erano stati difficili, faticosi e mentre dalla parte della Regione si era “pronti a parlare di nuovo piano industriale e di un protocollo d’intesa per dare una cornice istituzionale, loro sono venuti a dirci che non avevano neanche più bisogno degli ammortizzatori sociali”. Con Giani in sala Pegaso anche anche Simone Cappelli, dirigente per il lavoro in Regione Toscana e Paolo Tedeschi, di supporto alla presidenza.