GIORNATA DELLA MEMORIA – Il ricordo di Più Toscana

Il gruppo consiliare “Più Toscana/Nuovo Centrodestra” in Regione nella Giornata della memoria: “i continui oltraggi dimostrano che è importante ricordare. Non dimenticare gli Internati Militari Italiani”
 

«I continui oltraggi nei confronti delle varie comunità ebraiche in questi giorni dimostrano che la Giornata della Memoria è assolutamente importante e soprattutto sempre attuale. Il sacrificio di milioni di ebrei e di molte altre persone passate per i disumani lager nazisti deve essere di monito per le future generazioni affinché venga sconfitto il cancro dell’odio nei confronti di un altro essere umano». È quanto sostiene il capogruppo di Più Toscana/Nuovo Centrodestra, Antonio Gambetta Vianna, a proposito della Giornata della Memoria.

«Il 27 gennaio, però, è giusto ricordare anche chi, con un atto di estremo coraggio, rifiutò la “libertà” dalla prigionia data dall’adesione alla Repubblica Sociale per combattere all’interno dei campi di concentramento attraverso una decisa resistenza fatta di “no” ai soprusi e di estrema dignità, senza poter godere delle tutele date dalla Convenzione di Ginevra e dalla Croce Rossa. Nei campi di prigionia furono internati circa 650.000 militari italiani (i cosiddetti IMI, Italienische Militär-Internierte – Internati Militari Italiani), che furono abbandonati a loro stessi all’indomani dell’8 settembre 1943, e di questi – prosegue Gambetta Vianna – oltre 50.000 non fecero mai più ritorno a casa, vinti dal freddo di rigidissimi inverni e dai morsi della fame».

L’esponente di Più Toscana/Nuovo Centrodestra ricorda anche che «moltissimi italiani non condividevano affatto le leggi razziali e durante la guerra si impegnarono in prima persona, rischiando la propria vita, per salvare gli ebrei dalla deportazione e da una quasi sicura morte. Tra questi è giusto ricordare l’opera dell’intramontabile Gino Bartali, che nascondeva i documenti falsi nel telaio della propria bicicletta e li consegnava tra la Toscana e l’Umbria con la scusa di allenarsi, e quella di Raggiolo, in provincia di Arezzo, dove trovarono rifugio molti ebrei fiorentini e dove tutti sapevano, ma nessuno fortunatamente parlò».

Secondo il collega, Gian Luca Lazzeri, «il Consiglio regionale ha preso maggiore consapevolezza dei piccoli gesti di solidarietà della popolazione toscana durante la persecuzione degli ebrei. Gesti come quello, a partire dal paese di Raggiolo in Casentino, di offrire ospitalità e rifugi sicuri agli ebrei perseguitati. A memoria, per esempio, cito Chitignano dove furono ospitati e protetti molti ebrei, come può testimoniare la famiglia Lebole».

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