FIRENZE: saccheggiavano i bagagli all’aeroporto – VIDEO
L’Ufficio Polizia di Frontiera Aerea di Firenze a conclusione delle indagini sul conto di 10 dipendenti di una ditta che opera presso lo scalo aeroportuale di Firenze, per i servizi di stivaggio e pulizie a bordo degli aeromobili, ha chiesto ed ottenuto dalla Direzione ENAC, l’esclusione dei predetti dalle attività in ambito aeroportuale, deferendoli contestualmente alla competente A.G..
La complessa e prolungata attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Firenze dall’ ottobre 2012, era stata avviata in seguito alla riscontrata carenza dei servizi di handling e contestuale aumento delle denuncie di furto sui bagagli di viaggiatori in partenza ed in arrivo sullo scalo fiorentino.
Le accurate attività di Polizia giudiziaria hanno permesso di accertare che un gruppo di addetti al carico/scarico bagagli, era solito aprire le valigie dentro le stive degli aerei mentre provvedevano al prelievo/stivaggio delle stesse. In tale contesto, gli stessi si appropriavano degli articoli più svariati, facilmente occultabili sulla persona e sotto gli indumenti (telefoni – tablet , apparecchi elettronici in genere, macchine fotografiche, oggetti d’oro e non ultimo denaro contante).
Inoltre, era diventata ormai prassi consolidata che il passeggero il quale dimenticava oggetti a bordo dell’aereo, non riusciva più a recuperarli poiché alcuni degli addetti alle pulizie erano soliti appropriarsene, trattenendoli per se in alcuni casi e ricettandoli in altri.
In data 16 gennaio 2013 l’Ufficio di Polizia di Frontiera, supportato da ulteriori unità all’uopo impiegate dalla Zona Polizia di Frontiera di Bologna, competente per le regioni Emilia Romagna, Toscana e Marche, eseguiva nr. 17 perquisizioni delegate, nel corso delle quali venivano sequestrati numerosi articoli di bigiotteria, oro, macchine fotografiche e soprattutto apparecchi telefonici in particolare Smart phone che risultavano essere, come accertato nel corso delle indagini, “l’oggetto del desiderio” degli addetti alla società di facchinaggio.
Poiché la maggior parte degli oggetti tecnologici, in seguito ai successivi accertamenti relativi alla tracciabilità degli stessi, effettuati dalla Squadra investigativa dell’Ufficio della Polizia di Frontiera, hanno permesso di individuare i responsabili delle condotte criminose consumate presso lo scalo aereo, veniva chiesta per dieci dipendenti addetti a tale attività, l’adozione di un’idonea misura restrittiva carico degli indagati, in quanto ritenuti responsabili di furto aggravato e continuato in concorso tra loro. Agli stessi, nella circostanza, veniva altresì revocata l’autorizzazione necessaria per poter svolgere qualsiasi attività lavorativa all’interno degli scali aeroportuali del territorio nazionale. Le indagini hanno consentito, nella gran parte dei casi, di risalire ai proprietari degli oggetti trafugati, ai quali sono stati debitamente restituiti.
Nel medesimo contesto operativo, gli uomini della Polizia di frontiera aerea di Firenze, nello scorso mese di aprile, hanno eseguito due ordinanze di custodia a carico di due dipendenti di una Cooperativa esterna, i quali rubavano oggetti di valore dalle valigie “ disguidate” così dette rusch (recapitate cioè dopo l’arrivo del passeggero perché in ritardo sulla coincidenza o inizialmente considerate smarrite), presso un magazzino dove venivano tenuti i bagagli in attesa di essere riconsegnati ai passeggeri.
L’attività di prevenzione e repressione portata a compimento dalla Polizia di Frontiera ha sicuramente comportato un incremento della sicurezza per tutti i viaggiatori che utilizzano lo scalo fiorentino ed ha assicurato alla giustizia soggetti con provata capacità delittuosa in danno di numerosi turisti e imprenditori, che a vario titolo, hanno fatto scalo presso l’aeroporto fiorentino.
Il personale della ditta appaltatrice, si è reso per lungo tempo responsabile delle odiose condotte criminali, confidando nell’esclusività della propria opera in ambito aeroportuale e degli “interventi predatori” operati in danno di passeggeri i quali, nella maggior parte dei casi, effettuavano scali intermedi presso altri aeroporti europei prima di giungere a destinazione, ingenerando così profonda incertezza sul luogo dove il furto poteva essere stato commesso ed eludendo così in diversi casi, proprio per tali motivi, l’immediata denuncia agli organi di polizia da parte della vittima.
Fonte: Polizia di Frontiera