FIRENZE – Lavoratori di Panorama contro la CGIL
Sotto l’incessante richiesta dei lavoratori di adottare una politica di lotta che bilanci di nuovo i diritti negati, la Filcams di Sesto Fiorentino non risponde più.
Queste le motivazioni che hanno spinto una quarantina di lavoratori di Panorama di Campi Bisenzio a disdettare le tessere CGIL. Oltre a una mancata politica gestionale sulle domeniche e i festivi, tema scottante e molto sentito da tutti i lavoratori del commercio in generale, a Panorama, la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha portato a questa emorragia di tessere è stata la mancata elezione delle rsu, elezioni fortemente desiderate dalla maggioranza dei lavoratori.
I lavoratori in protesta con il sindacato proseguono:
Tutto questo è da inserire in un atteggiamento di inerzia da parte di un sindacato che non vuole far sua una lotta che invece i lavoratori chiedono a gran voce. Un comportamento che ha snaturato totalmente lo slogan portato avanti dallo stesso sindacato sulle rive dell’Arno nell’unica vera iniziativa organizzata dalla CGIL contro il lavoro domenicale e festivo. “La festa non si vende” diceva lo slogan. I lavoratori di Panorama che hanno disdettato la tessera dicono: “la festa non si vende tutta insieme, ma poco alla volta” riferendosi alla politica depistante attuata dalla CGIL sul tema delle domeniche lavorative. Secondo i lavoratori “sovversivi” la CGIL ha inscenato una finta lotta per contrastare le domeniche e i festivi lavorativi, nel frattempo hanno inserito questa possibilità a piccoli passi per far sì che i lavoratori metabolizzassero meglio la pratica del lavoro domenicale e festivo, evitando così una sorta di shock. La battaglia sulle domeniche è sempre stato un tema fortemente sentito dai lavoratori e motivo di grande adesione al sindacato.
E proprio in fase di accordo con Panorama sul tema delle aperture domenicali, la Filcams di Sesto Fiorentino che segue le vicende all’interno della suddetta azienda, ha dimostrato una debolezza disarmante nell’affrontare l’argomento. Durante le assemblee viene fatta pressione sui lavoratori per votare l’accordo con l’azienda (la quale aveva posto sul tavolo un aut aut che sapeva di ricatto: o firmate l’accordo o trasferiamo dipendenti nelle sedi di Roma e Torino). Pessima mossa da parte della Filcams che così ottiene la maggioranza che sindacato e azienda si auspicavano ma perde automaticamente credibilità agli occhi di molti lavoratori.
Ma non finisce qui: per il 2013 c’è da segnalare anche un nuovo accordo sulle domeniche lavorative che ha dell’eccezionale perché è concepito con valore retroattivo poiché viene firmato a luglio e non a gennaio alla scadenza del precedente accordo. Dopo ciò arriva l’ennesima batosta per i lavoratori di Panorama: l’azienda decide di aprire una procedura di mobilità e cassa integrazione. Anche in questo caso i sindacati non organizzano nessuna protesta, non viene effettuata una sola ora di sciopero: si indice solo uno stato di agitazione ma solo perché fortemente voluto da alcuni lavoratori che continuano a non concepire questo atteggiamento remissivo della Filcams. È giusto ricordare che a Panorama nonostante la procedura di mobilità e cassa integrazione, la domenica viene assunta mano d’opera interinale e i caporeparto di presidio vengono pagati in straordinario e non in ordinario come i dipendenti.
In mezzo a tale caos alcuni lavoratori si sono autorganizzati rifiutandosi di lavorare la domenica e attualmente sono costretti a farlo mediante ordini di servizio, tutto questo sotto gli occhi addormentati della Filcams. Proprio in seguito a questa situazione insostenibile i lavoratori preparano una lettera dove si chiede a gran voce la possibilità di eleggere le RSU all’interno di Panorama, ma, e sarà un caso, CISL si mette di traverso, mentre la Camera del Lavoro di Sesto Fiorentino tace, impedendo di fatto ai lavoratori di realizzare quanto chiesto.
Di fronte a tutto ciò, alcuni lavoratori hanno sentito il bisogno di rivolgersi a un’altra organizzazione sindacale, e hanno deciso di spostare le proprie tessere verso l’USB. Una decisione che è anche una denuncia nei confronti della Filcams di Sesto Fiorentino, se non un monito a farsi di nuovo carico delle vite dei lavoratori che il buon vecchio sindacato pare essersi dimenticato per strada.
fonte: USB