FIRENZE – Gli stati generali dell’agricoltura toscana
Coldiretti Toscana incontra il Ministro all’agricoltura Centinaio
L’11 gennaio in occasione dell’Assemblea degli Stati Generali di Coldiretti Toscana a Firenze il Ministro dell’Agricoltura On. Gian Marco Centinaio ha incontrato gli agricoltori della Regione per discutere temi d’interesse per il settore.
A condurre i lavori del meeting fiorentino a Palazzo dei Congressi Fabrizio Filippi e Antonio De Concilio, Presidente e Direttore di Coldiretti Toscana che hanno sottoposto all’attenzione del Ministro un documento riguardante tematiche e criticità di forte interesse per il territorio regionale. Tra questi l’invasione della fauna selvatica, la burocrazia che penalizza le aziende costringendo gli imprenditori a impegnare risorse economiche o ricorrere all’assicurazione agevolata per le calamità naturali, il falso “made in Tuscany” che danneggia l’export agricolo toscano, le aree marginali esposte all’abbandono e al degrado idrogeologico ed il ruolo del vivaismo, l’andamento metereologico altalenante, le difficoltà del settore olivicolo.
Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana ha raccolto le principali tematiche affrontate a partire dall’emergenza animali selvatici:
L’incontro con il Ministro è stata l’occasione per un confronto a 360° sui dossier più scottanti dell’agricoltura regionale proiettata a livello nazionale. In primis abbiamo sottolineato ancora una volta come in Toscana la presenza di animali selvatici ha raggiunto una densità insostenibile, tanto che il territorio regionale è ormai divenuto un enorme allevamento allo stato brado. Stime prudenziali parlano di oltre 280 mila cinghiali, 200 mila caprioli, 12 mila daini, 4 mila cervi, 3 mila mufloni. Gli ungulati (soprattutto cinghiali, caprioli e cervi) invadono i terreni agricoli e si alimentano a spese degli agricoltori e degli allevatori che, a fronte di danni sempre più ingenti e ricorrenti, trovano talvolta “meno dannoso” porre fine alla propria attività: fuga che genera effetti allarmanti, soprattutto nelle zone più sensibili sotto il profilo produttivo e dell’assetto idrogeologico. Per questo abbiamo espresso la necessità di procedere anche ad una revisione della Legge 157/92 proponendo alcune modifiche specifiche”.
In Toscana nel 2015 si stimava la presenza di 109 branchi di lupi per un totale di 600 esemplari. Qualora la specie sia circoscritta nel numero e in determinati habitat adatti ad accoglierla, allora si può parlare di valorizzazione della biodiversità. Tuttavia in alcune zone del territorio toscano c’è un pericolo dovuto alla presenza di esemplari ibridi e cani domestici inselvatichiti che mettono a rischio la continuità genetica del lupo. I danni complessivi per le aziende agricole si calcolano in una perdita di reddito di oltre 1,5 milioni di euro: nel 2017 sono state presentate 590 domande di indennizzo a causa di animali uccisi per un valore di 460.000€.
Sulla questione interviene ancora Filippi:
“Davanti a questo scenario così allarmante abbiamo rivolto un forte appello al Ministro per superare la situazione di stallo in cui continua ad essere il Piano per la conservazione e gestione del lupo in Italia presso la Conferenza Stato-Regioni, per il mancato accordo tra le Regioni stesse su parti sostanziali del Piano. E’ ormai improcrastinabile l’adozione di una politica di gestione a livello nazionale che, attraverso l’immediata applicazione di tutte le misure originariamente previste nel Piano, potrebbe perseguire la preservazione della specie, evitando che questa confligga con attività di allevamento ed in generale con insediamenti umani, con un riequilibrio della presenza del predatore sui diversi territori”.
Nel dibattito sulle questioni contenute nel documento sono intervenuti Carlo Santarelli, Gabriele Conticini, Vincenzo Tongiani ed il vicepresidente di Coldiretti Toscana Fabrizio Tesi il quale ha rimarcato il ruolo del vivaismo nel recupero ambientale delle aree colpite da alluvioni ed incendi:
“L’agricoltura toscana è fortemente orientata a produzioni di alta qualità, tipiche e a denominazione di origine, produzioni che, in una quota consistente, sono destinate all’export. Nei mercati dei paesi extra europei i prodotti toscani subiscono la concorrenza sleale del falso “made in Tuscany”.
Antonio De Concilio, direttore regionale, ha evidenziato l’importanza degli accordi commerciali tra Paesi per tutelare i prodotti a denominazione di origine e comunicarne il valore e la qualità. Tra questi figura l’olio extravergine di oliva conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. L’extravergine di oliva è una delle produzioni simbolo dell’agricoltura toscana che interessa 48mila imprese agricole, per una produzione, nell’ultima campagna, intorno ai 150mila quintali. Interviene a proposito della tutela di questo prodotto il direttore De Concilio:
“Abbiamo ribadito al Ministro la necessita di avviare un nuovo PIANO OLIVICOLO NAZIONALE (“Piano 2.0”) per rilanciare il settore con una strategia nazionale e investimenti adeguati, per modernizzare gli impianti olivicoli, puntando sulle cultivar nazionali che rappresentano il nostro patrimonio di biodiversità (a tal proposito risulta essere di fondamentale importanza il ruolo del vivaismo olivicolo); favorendo lo sviluppo e la sottoscrizione di contratti di filiera”.
Il Ministro Centinaio ha raccolto le istanze di Coldiretti e si è impegnato ad affrontare la questione ungulati e predatori, il dossier relativo alle assicurazioni agevolate assicurando l’intervento del Mipaaf anche per la lotta alle frodi. Infine ha espresso il proprio apprezzamento per l’iniziativa “Stop cibo anonimo”.