Firenze, disabilità e progetto di vita: presentato il progetto ‘A good life’
Valutazione complessiva dei bisogni, ma anche delle potenzialità e desideri. Con la persona e la sua famiglia al centro, insieme per definire il proprio Progetto di vita. E’ stato presentato oggi a Firenze ‘A good life’, progetto di ricerca partecipata nato dalla collaborazione tra Regione Toscana e Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università Roma Tre.
All’incontro, che si è tenuto all’Auditorium di Sant’Apollonia e che ha visto anche l’intervento dell’assessora al sociale Serena Spinelli, hanno partecipato quasi duecento tra componenti delle UVMD (Unità di Valutazione Multidisciplinare per la Disabilità) della Toscana e operatori e personale delle direzioni delle Società della Salute/Zone Distretto e dei Dipartimenti sociali e sanitari delle Asl.
Il progetto è un tassello del più ampio e articolato lavoro che la Regione Toscana sta portando avanti da anni, insieme ad un gruppo di professionisti del territorio che hanno assunto il ruolo di formatori esperti, per definire e potenziare il modello regionale di presa in carico della persona con disabilità, inclusi gli strumenti operativi, organizzativi e gestionali.
Un percorso, che ha visto la collaborazione anche di Anci Federsanità, che ha consentito di dotare il sistema territoriale dei servizi integrati per le persone con disabilità, di indirizzi, procedure e metodologie e di specifici strumenti innovativi. Con l’obiettivo finale di favorire percorsi di presa in carico e di accompagnamento caratterizzati da un approccio omogeneo e offrire opportunità concrete per la persona, il caregiver e la sua famiglia.
“L’approccio che sta alla base del nostro modello regionale per la presa in carico delle persone con disabilità – ha spiegato l’assessora Spinelli – è che il Progetto di vita lo si costruisce con la persona e con la famiglia, facendo emergere i bisogni e al tempo stesso desideri e obiettivi di vita, mettendo al centro la persona nel suo complesso e creando un vero e proprio percorso, che sia in grado di dare assistenza e opportunità. Grazie alla guida di ricercatori universitari, sarà possibile valutare l’appropriatezza degli strumenti operativi e di presa in carico attivati, per l’ascolto dei bisogni e delle aspirazioni, per la valutazione multidimensionale e la definizione del Progetto di vita. Il percorso di formazione ha coinvolto tantissimi operatrici e operatori del settore e su questa linea di indirizzo vogliamo continuare a lavorare, con la collaborazione del gruppo di lavoro dell’Università di Roma Tre che ci permetterà di implementare il modello e di confrontarci con il quadro nazionale”.
Le attività previste nella ricerca, coordinata dal professor Andrea Bilotti, permetteranno a tre territori campione di poter contare sull’affiancamento di tre ricercatrici universitarie nel loro lavoro di applicazione delle nuove metodologie. I tre casi studio che consentiranno di testare modello e metodologie sono la Società della Salute Lunigiana, la Società della Salute Fiorentina Nord Ovest e la Società della Salute Alta Valdelsa. Un percorso con il quale la Regione Toscana sposa appieno il metodo della practice research, dimensione congeniale a sostenere la crescita del sistema integrato dei servizi territoriali dato che si occupa della relazione tra metodi di ricerca e pratica, tra teoria e pratica e tra valori e sfide della pratica del servizio sociale.
“Un approccio quindi innovativo – ha aggiunto Serena Spinelli – che potrà portare frutti in termini di sviluppo di pratiche e di competenze ben oltre i tempi del percorso di ricerca, favorendo la formazione dei professionisti rispetto al sistema integrato dei servizi territoriali e avviando una modalità laboratoriale di scambio e di apprendimento continuo”.