Embargo della Russia, il conflitto russo-ucraino una perdita di 120 milioni per le imprese fiorentine
l’istituto di ricerca reteSviluppo lancia l’allarme: L’embargo della Russia avrà pesanti ricadute sull’economia locale, occorre cercare subito mercati alternativi
La crisi ucraina sta per presentare un conto salatissimo alle aziende fiorentine. Il Presidente russo Vladimir Putin ha ordinato infatti l’embargo su una lista di prodotti provenienti dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti, in risposta alle sanzioni economiche comminate al suo Paese. Divieto di importazione di prodotti alimentari e, dal 1 settembre, di quelli legati al settore Moda: una batosta per le imprese dell’area metropolitana fiorentina quantificabile in circa 120 milioni di euro, pari al valore delle esportazioni realizzate verso la Russia da questi due settori nel corso del 2013.
La stima del danno che attenderebbe le imprese esportatrici fiorentine potrebbe essere in realtà più contenuta, considerando che l’embargo è limitato ad alcuni prodotti: via libera, ad esempio, ad eccellenze enogastronomiche quali vino e olio. Allo stesso tempo l’escalation del conflitto russo-ucraino in corso nelle ultime settimane potrebbe portare ad un muro contro muro diplomatico tra UE-USA, da un lato, e Russia, dall’altro: se l’embargo fosse esteso a tutti i prodotti, il danno per l’economia fiorentina potrebbe allora assumere proporzioni ben più gravi, quantificabile in circa 300 milioni di euro, ovvero il 3,1% dell’export dell’area metropolitana. Appare inoltre non secondario sottolineare come, negli ultimi anni, il mercato russo sia stato tra quelli a maggiore crescita per le imprese fiorentine: dal 2011 al 2013 le esportazioni verso la Russia sono cresciute del 27,4%, un saldo positivo cui le imprese sono ormai davvero ben poco abituate a rapportarsi negli ultimi anni.
I dati sull’export verso la Russia delle imprese fiorentine, elaborati da reteSviluppo S.c., mostrano quindi seri rischi di un indebolimento della presenza di queste aziende sui mercati internazionali. “Sulla politica estera”, commenta Marco Scarselli, ricercatore reteSviluppo, “chiaramente le aziende hanno ben poca facoltà di incidere, per questo il rischio di perdere un mercato che ha mostrato notevoli potenzialità negli ultimi anni non può che essere qualcosa che spaventa il tessuto produttivo fiorentino. L’attendismo, in questo caso, non può che peggiorare la situazione: occorre che le nostre aziende si mettano immediatamente alla ricerca di sbocchi di mercato alternativi, senza dimenticare che la qualità di alcune delle nostre produzioni resta non sostituibile dalla concorrenza proveniente da altri Paesi. Anche per questo motivo, è lecito pensare che il mercato russo non vada completamente perso anche di fronte ad un peggioramento delle relazioni diplomatiche tra Putin e i Paesi dell’Unione Europea”.
Se da un lato non è pensabile che la Russia possa proseguire con un atteggiamento di autarchia di sovietica memoria, è pur vero che altri Paesi nel frattempo non sono rimasti certo a guardare, cercando di sfruttare il gelo che si è creato tra l’ex gigante comunista e le democrazie occidentali: Turchia, Brasile ed altri Paesi latino-americani nelle ultime settimane stanno stringendo accordi di scambio con il mercato russo. Oltre agli effetti immediati sulla bilancia commerciale delle imprese dell’area fiorentina, la crisi di Kiev potrebbe comportare quindi degli effetti molto più duraturi nel medio e lungo termine.