Comunicare durante l’emergenza

Durante l’emergenza Coronavirus è importante non smettere di comunicare ma soprattutto comunicare messaggi di valore.

È senza dubbio un compleanno particolare. 24 a questo giro. In questo giorno e durante un periodo così drammatico per il nostro Paese mi sento di voler condividere alcune riflessioni.

Sono figlio di una infermiera. In questi giorni medici, infermieri, come mia mamma Cecilia, volontari delle Misericordie, le Forze dell’Ordine, stanno tenendo fronte ad una potenziale catastrofe. Più restiamo in casa, più interrompiamo le catene del contagio, più diamo modo a loro di riorganizzarsi e contrastare questo nemico invisibile. Adesso stiamo perdendo ma, come insegna il calcio, certe partite che alla fine dei primi 45 minuti perdi 2-0, puoi vincerle 4-2.

Questi giorni di isolamento sono stati strani. Il mio lavoro fortunatamente si può fare da casa ma non è lo stesso. All’inizio è stato davvero difficile. Azzerare l’agenda. Veder scomparire appuntamenti. Affetti lontani. Niente campionato (per certi versi meglio non vedere la Viola). La notte si sentono le ambulanze. Tanta negatività.

Dopo un po’ però si è dovuto razionalizzare. Bisogna adattarsi: questa per noi è senza dubbio una prova. Fermare le nostre campagne di comunicazione sarebbe stato devastante. Peggio di non averle mai avviate. Avrebbe vanificato il lavoro di mesi, ci saremmo sentiti persi. Ecco come abbiamo provato a reagire.

Il valore della responsabilità. Le società sportive, soprattutto quelle dilettantistiche, hanno un ruolo decisivo nella crescita dei ragazzi. Li accompagnano per molti anni e quindi ciò che apprendono da loro incide sulla loro formazione. Non solo schemi, non solo posizioni in campo. In un momento come questo Santo Stefano Basket ha deciso di trasmettere ai ragazzi che bisogna essere responsabili non solo in campo, non solo andando sempre agli allenamenti o ascoltando consigli e critiche dell’allenatore. Bisogna essere responsabili anche perché partecipi di una comunità più grande. E la nostra comunità ci chiede di restare a casa ma anche da casa possiamo essere parte della vita associativa della nostra squadra. Ecco dunque la campagna #giochiamoincasa. I ragazzi continuano a lavorare ma a casa e documentano gli allenamenti con foto e video.

Sempre vicini a chi ha bisogno. In questa emergenza che ci separa, c’è chi rischia di essere ancor più solo. Si tratta delle persone con SLA che già normalmente combattono una battaglia difficile contro una malattia che priva di tutto. AISLA Firenze, sezione fiorentina di AISLA Onlus, ha deciso di trasferire i Gruppi di Aiuto per le persone con SLA su piattaforma digitale. Così si può essere d’aiuto a chi ha davvero bisogno anche da lontano. A confermare la bontà di questa scelta è proprio una persona con SLA, Paolo Annunziato: “AISLA sta dimostrando di agire prontamente anche di fronti a eventi non prevedibili. È bello vedere che la comunità di AISLA rimane unita e le persone possono continuare a trovare conforto anche durante questa emergenza”.

Riorganizzarsi è una priorità e comunicare messaggi di valore diventa dunque ancor più decisivo in questo momento. Che sia questo il modo per restare uniti anche durante questo giusto isolamento e per magari fare qualche passo avanti insieme?

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