Carte fiorentine e toscane: storia e caratteristiche
La comparsa delle carte da gioco è antichissima e non si è certi riguardo datazione, si presuppone siano sorte in Asia, precisamente in Cina, già nel X secolo ma in Europa la loro comparsa è risalente alla fine del XIV secolo, periodo in cui si diffusero anche a Firenze e nella regione toscana, con delle varianti rispetto al resto d’Italia.
Le carte toscane e fiorentine sono molto somiglianti tra loro nell’estetica, la differenza maggiore riguarda il formato ed il luogo in cui vengono usate. Entrambe le varianti sono a seme francese ed i mazzi sono da 40 carte con la figura rappresentata intera. Il mazzo toscano viene utilizzato in tutta la regione, eccezion fatta per la zona appenninica della Garfagnana e l’area cittadina di Firenze; nel capoluogo toscano viene invece usata la versione fiorentina. Per quanto riguarda le dimensioni, le fiorentine sono le carte da gioco più grandi di tutta Italia e presentano un formato di 67×101 mm, decisamente più grandi della tipologia toscana. Queste ultime, invece, sono più piccole e simili alle carte da gioco di altre regioni, con una dimensione di 58×88 mm.
Rispetto alle tradizionali carte francesi, il mazzo toscano differisce principalmente per tre aspetti, i quali rimandano principalmente all’estetica perché numero e semi restano identici. A cambiare sono: la grafica di alcuni segni, le figure di Gobbo, Donna e Regio (che vengono rappresentate a figura intera) e alcune nomenclature, per l’appunto Gobbo – Fante oppure Mattoni – Quadri.
Nel corso dei secoli e decenni passati, la differenza tra fiorentine e toscane risiedeva anche nel grado di decorazione della carta e nei dettagli inseriti: le figure di quelle fiorentine erano riccamente dettagliate e la differenza rispetto alle classiche toscane era evidente a prima vista, tralasciando la questione relativa alle dimensioni. Le rappresentazioni sulle carte sono poi state uniformate, all’incirca a metà del secolo scorso, ed ora la differenza principale resta relativa al formato.
Il mazzo delle carte toscane e fiorentine è quello formato dalle quaranta carte (i jolly vengono esclusi) a seme francese: picche, cuori, fiori e quadri (chiamati in Toscana mattoni). Per ricordarsi l’ordine di giocata è diffusa la formula “Come Quando Fuori Piove”, le iniziali delle singole parole, infatti, richiamano all’iniziale del seme. La scala dei valori è quella tradizionale e comprende asso, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, fante o gobbo, donna (che equivale al cavallo nelle carte a versione napoletana), re o regio.
Si utilizzano queste carte per i principali giochi tradizionali italiani: briscola, tressette, rubamazzo, sette e mezzo e scopa. Quest’ultimo rientra tra i giochi di carte più amati e praticato in tutta la penisola italiana, con varianti regionali a seconda di dove si gioca. La variante per eccellenza è lo Scopone, ma ne esistono anche altre: l’“Asso piglia tutto”, la Scopa a 15, la “Scopa ciapa no” e la “Cirulla”. Sapere quanto vale l’asso nella Scopa risulta fondamentale nel conto dei punteggi e la relativa attribuzione della vittoria finale: è l’unica carta il cui valore non è fisso ma varia in base a dove collocato.