Appello di Legambiente all’uso di materiali da riciclo per il porto di Piombino

Legambiente ha inviato questa mattina una lettera per sollecitare tutte le istituzioni coinvolte nella realizzazione dei nuovi lavori per il porto di Piombino affinché si faccia un del Conglomix, un materiale derivato dagli scarti industriali della Lucchini e prodotto dalla società piombinese TAP, qua di seguito il testo per intero

Oggetto: lettera aperta sull’uso di materiali da riciclo per il porto di Piombino

Spettabili Istituzioni,
siamo a significarvi che siamo al corrente dell’avvio delle procedure di appalto per i lavori di ampliamento del porto di Piombino. Ai sensi della legislazione di settore vigente (Legge Regionale N. 25/98 e Delibera del Consiglio Regionale N. 265/98), come sapete bene, è fatto obbligo d’introdurre nei capitolati di gara, per la costruzione di opere pubbliche, l’uso prioritario di materiali provenienti dal riciclo dei rifiuti, per almeno il 30% dei materiali complessivamente previsti dal progetto.

A Piombino, la società TAP (Tecnologie Ambientali Pulite) produce un materiale denominato “Conglomix”, molto simile al calcestruzzo, derivato da scarti industriali della Lucchini, e autorizzato dalla Provincia di Livorno e dai vari soggetti preposti, alla sua conseguente commercializzazione. Il Conglomix può essere usato, infatti, come materiale sostitutivo per le opere portuali, non solo come sottofondo per i piazzali del porto e come copertura finale delle casse di colmata, ma utilmente anche per i manufatti di riempimento ed assestamento delle vasche, per costruire inoltre i tetrapodi della diga foranea e per altri usi in ogni caso sostitutivi di materiali provenienti da attività estrattive o del calcestruzzo. Questa duttilità e versatilità del nuovo materiale lascia presagire enormi risparmi sui costi finanziari e ambientali delle opere.

Legambiente chiede, pertanto, a tutti i soggetti interessati e alle Autorità preposte, di porre in essere tutte le iniziative necessarie a far sì che nei lavori di ampliamento del porto di Piombino venga usato, in modo preferenziale e per tutti gli usi possibili, il Conglomix. Contestualmente, richiede invece che si limiti al massimo l’uso di materiale di cava e del calcestruzzo. In questo senso, auspicabile sarebbe che il principio generale della promozione prioritaria dei materiali da riciclo fosse contenuto nell’Accordo di Programma Quadro, in via di definizione, in cui si provveda ad individuare le risorse destinate agli specifici interventi per l’area industriale di Piombino e per le finalità infrastrutturali, portuali ed ambientali, ricalcolando i costi.
Si rammenta infine che è necessario avviare un processo virtuoso, che preveda il recupero delle enormi quantità di scarto materico che la Lucchini ha accumulato negli anni nell’area industriale. Al contempo, è improcrastinabile portare a chiusura almeno una parte delle cave che distruggono le colline della Val di Cornia. In tal senso, siamo qui a rammentare il Protocollo d’Intesa del 30 ottobre 2002, siglato da Regione, Provincia, Circondario e Comuni, in cui si sollevava la questione della produzione di materiale inerte dal ciclo TAP che avrebbe potuto consentire un minor fabbisogno di materiali di cava e stabiliva l’indirizzo di “giungere alla scadenza delle autorizzazioni comunali (delle cave) senza ulteriori rinnovi”.

Distinti saluti.

Firenze, lì 18 luglio 2013

Fausto Ferruzza, Presidente Legambiente Toscana
Adriano Bruschi, Presidente Legambiente Val di Cornia

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