Antinori: tre curiosità su questa storica cantina del vino toscana

Antinori si posiziona primo tra i marchi italiani e sesto in assoluto nella prestigiosa classifica “The World Most Admired Wine Brands 2020” redatta dal magazine inglese Drinks International in collaborazione con Wine Intelligence.

Molto nota nel mondo del vino, la graduatoria vede aziende vitivinicole provenienti da ogni parte del mondo valutate da professionisti del settore su criteri come la consistenza qualitativa del vino, il posizionamento, il prezzo, il marketing e la distribuzione. Scopriamo tre curiosità su questa eccellenza made in Italy.

Una cantina con oltre 600 anni di storia

Image Tignanello cantine Antinori Noto a livello internazionale per l’altissima qualità dei sui vini, il marchio italiano Marchesi Antinori è uno dei più longevi del settore, divenuto negli anni sinonimo di qualità, storia e tradizione. Le cantine Antinori prendono il nome dalla famiglia che da 26 generazioni guida l’azienda diventata un’eccellenza nel panorama del vino. Correva l’anno 1385 quando il Marchese Giovanni di Piero Antinori aderiva alla corporazione dell’Arte dei Vinattieri. Ora alla guida dell’impresa c’è la 26esima generazione rappresentata dal Marchese Piero Antinori e delle figlie Albiera, Allegra e Alessia. Negli anni l’azienda è cresciuta mantenendo salde le sue radici nella regione Toscana, di cui ha contribuito a valorizzare i prodotti su scala internazionale. Forte di una tradizione solida, il marchio non ha mai smesso di evolversi, ha contribuito alla diffusione del Sangiovese enfatizzandone i pregi e trasformato la cantina del Chianti in una delle tenute più suggestive del Paese.

 

Antinori inventa il Tignanello

Se c’è un vino iconico tra quelli prodotti nelle Cantine Antinori è proprio il Tignanello. È noto soprattutto per essere il primo vino del Chianti Classico ad abbandonare l’impiego di uve a bacca bianca, ma è anche il primo Sangiovese ad essere affinato in barrique. Ma questa è solo una delle eccellenze prodotte dalla famiglia dei Marchesi, mentre per avere un’idea della varietà di bottiglie conviene passare in rassegna i tantissimi vini toscani della cantina Antinori su Tannico.it, l’enoteca che raccoglie nel suo catalogo oltre 2.500 cantine italiane. Il Tignanello in particolare è un concentrato di innovazione che vede per la prima volta mixare varietà non tradizionali, ottenendo un prodotto sublime da una selezione di Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. Un’altra curiosità è che l’etichetta di questo vino porta la firma del noto designer Silvio Coppola, che nel 1974 stilizza il sole del Tignanello, ancora oggi emblema di questo vino.

 

La costruzione della cattedrale del vino nel Chianti Classico

Il forte legame con il territorio, che ha sempre contraddistinto le Cantine Antinori, trova perfetta espressione nel progetto ipogea Archea, che rappresenta un tributo dei Marchesi Antinori all’area del Chianti, dove affondano le radici di famiglia. Il desiderio alla base del progetto era riportare la sede dell’azienda vitivinicola nella campagna toscana, dove aveva avuto i suoi natali, costruendo un edificio multifunzionale capace di accogliere al tempo stesso gli uffici e i visitatori, ma anche di integrarsi nel contesto paesaggistico circostante. Nasce così una struttura che rimanda all’archetipo della cattedrale, costruita su un’area di 12 mila ettari nel rispetto dell’ambiente attraverso una progettazione ad impatto zero, grazie ad una copertura verde che cela la parte infrastrutturale, funzionale e gli spazi ricreativi e a materiali tradizionali, come la terracotta di Impruneta, interpretati con le tecniche più moderne. Un vero gioiello dove sono racchiusi tutti i segreti di un’arte antica che merita un approfondimento da parte di chiunque si trovi a passare in quella zona.

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